All'Auditorium Parco della Musica, un'esperienza
dal vivo con Malcolm X Roma, 23 novembre 2010 di Laura Mancini foto di Riccardo
Crimi e Daniele Verrocchio
Francesco Bearzatti
- sassofoni, clarinetto, xaphoon, electronics
Giovanni Falzone - tromba, human effects
Danilo Gallo - contrabbasso, basso elettrico
Zeno De Rossi - batteria e percussioni
Francesco Chiacchio - illustrazioni
Antonio Vanni - proiezioni
Francesco Bearzatti
Tinissima Quartet, fresco vincitore del TOP JAZZ 2010, ha presentato il
23 Novembre 2010, presso la Sala Petrassi dell'Auditorium
Parco della Musica e nell'ambito di Roma Jazz Festival - "GEZZ" Generazione Jazz,
il concerto "X (Suite For Malcolm)"; Parco della Musica ha prodotto l'omonimo
concept album dedicato a Malcolm X,
pensato per il live come progetto multimediale integrato dalle proiezioni delle
illustrazioni di Francesco Chiacchio, a cura di Antonio Vanni.
Nei 10 movimenti che compongono questa suite, riviviamo brevemente il percorso di
Malcolm X, dall'infanzia nel Michigan, all'esperienza a Boston, dove lavora come
lustrascarpe e vive il mondo delle sale da ballo e delle grandi orchestre jazz,
all'arrivo a New York, dove rimane coinvolto nei traffici della malavita. Quindi,
il periodo vissuto in carcere, dove matura la conversione all'Islam, seguito dagli
anni della sua predicazione e il suo attivismo per i diritti degli afroamericani,
fino all'assassinio, nel 1965.
Una lenta marcia dai toni funerei, suonata sullo sfondo della prima immagine proiettata
- la sagoma di un uomo che imbraccia un fucile - ci introduce al movimento d'apertura
intitolato "Hard Times": secondo un modello che si ripeterà spesso nelle
varie parti della suite, i fiati intonano all'unisono l'atmosfera sinistra del tema
principale, Giovanni Falzone simula dei lamenti con la tromba e interpreta
i suoi assolo tenendo lo strumento rivolto verso l'alto, sporcando le note finali
ed alterna l'interpretazione alla tromba con urla e versi cantati al microfono mentre
il tema principale riecheggia intonato da Berzatti al clarinetto al quale spetta,
poi, un assolo swingante, a tratti più vivace, fino a tornare al tema intonato all'unisono.
Le immagini proiettate alle loro spalle non si svelano immediatamente: vediamo prima
solo delle macchie di colore bianco o nero, intuiamo poi delle forme e comprendiamo
in fine che si tratta di dettagli inquadrati da vicino e singolarmente, i quali
messi insieme vanno a comporre il soggetto ritratto, proposto per ultimo nella sua
interezza. Immagini fortemente simboliche da decodificare, come quella che ci mostra,
nella seconda parte di questa apertura, alcuni uomini incappucciati e avvolti da
vesti bianche che sembrano muoversi nell'oscurità notturna.
Si passa a "Smart Guy" e Zeno De Rossi alla batteria produce suoni
"sordi" evocando l'immagine di oggetti di uso comune come pentole e padelle;
i fiati abbandonano la fluidità e la melodia ed entrano contemporaneamente con sequenze
brevi e secche. Mentre Danilo Gallo propone al basso elettrico un assolo
dal timbro opaco e sporco, le immagini che ci vengono mostrate rappresentano un
treno a vapore che passa su un ponte e tra gli archi del ponte si intuisce il profilo
di un volto umano. La batteria ci porta rapidamente al ritmo dance di "Cotton
Club" in cui i fiati citano all'unisono il tema di Funkytown dei Lipps
Inc, proiettandoci in un'atmosfera da sala da ballo; nell'omonimo quadro "Cotton
Club" di Francesco Chiacchio le macchie di inchiostro rendono con efficacia l'atmosfera
movimentata e le danze di una sala da ballo.
Il quarto movimento, dal carattere inquietante, si intitola "Prince of crime";
composto da diverse fasi ritmiche, ora sospese e sincopate ora funky, si presta
particolarmente come colonna sonora da associare a delle immagini. Un uomo con un
cappello a tesa larga campeggia sul fondo. "Satan in chains" mostra la figura
di un essere scuro, chino verso terra; Berzatti fraseggia nervosamente e rumorosamente;
Falzone nel suo breve assolo sceglie un suono più soffiato ed opaco. Si passa subito
a "Coversion" e quelli che sulle prime ci sembrano fiocchi di neve che scendono
nel cielo, si rivelano invece essere le stelle affiancate da uno spicchio di luna,
che fanno da sfondo alla figura in primo piano di un uomo. Sulla cascata di colpi
che Zeno De Rossi crea alla batteria, abbandonando la sua funzione ritmica,
si svolge la lenta melodia ipnotica e solenne di sassofono e tromba. Un altro disegno
proiettato, ritrae il volto di un uomo con gli occhi chiusi ed un copricapo da musulmano.
Ed ecco che il sax assume toni arabeggianti mentre la chiusura vede di nuovo i fiati
insieme sul tema principale.
Il ritmo di "A new leader" sostenuto dalla batteria funky di De Rossi, prosegue
su atmosfere inquiete e losche in un arrangiamento che attinge alla fusion. Alle
spalle dell'ensemble, un uomo curvo minacciato da un altro col bastone. Con "Betrayal"
torniamo alle sonorità del primo movimento della suite mentre vediamo un uomo con
un copricapo e un soprabito, affiancato da un altro più piccolo sulla sinistra.
Francesco Bearzatti si fa più appassionato e drammatico disegnando al sax una lenta
melodia, alternando rapidamente note alte e basse quasi a rappresentare un dibattito
interiore. Il clarinetto orientaleggiante apre invece in completa solitudine il
rapido "Hajj"; interrotto dal pianto di un bambino in sala, Berzatti simpaticamente
converte la melodia in una ninna nanna, facendo ridere il pubblico, ma la concentrazione
torna immediatamente e la sezione ritmica si aggiunge a questo movimento trascinante
che lascia poi spazio ad un assolo tribale della batteria. Quelle che sono
ritratte sul fondo, sembrano le sagome di tante persone in fila, una accanto all'altra.
Il decimo capitolo si intitola "Epilogue": il quartetto abbandona la strumentazione
e si dispone in fila davanti alla platea: i musicisti ci mostrano, voltandosi, le
X riprodotte sulle maglie nere che indossano mentre ascoltiamo un brano registrato
che reinterpreta in chiave hip hop la melodia dell'introduzione, arricchita da un
testo cantato dal rapper Napolean Maddox. Sullo sfondo vediamo proiettata
una X composta di una moltitudine di persone. Il bis è un brano dai toni vivaci
anch'esso tratto dall'album, intitolato "Kinshasa (to Muhammad Ali)", caratterizzato
dai fraseggi intonati all'unisono dai fiati e dal ritmo ballabile.
Una performance caratterizzata da grande libertà espressiva, come è nello stile
del quartetto di Berzatti e dalla notevole varietà delle composizioni e delle atmosfere,
legate da un filo conduttore ma non strettamente interdipendenti. Emerge in maniera
efficace il messaggio di libertà e dignità portato avanti dal leader afroamericano.