Festival Internazionale Time in Jazz
XXII Edizione - "Acqua"
Berchidda (SS), 8 - 19 agosto 2009
di Viviana Maxia
Foto: Roberto Aymerich
Dall'8 al 19 agosto 2009 è si rinnovato
a Berchidda l'appuntamento con TIME IN JAZZ. Quest'anno la rassegna voluta da
Fresu ha esplorato tutti i legami tra la musica e l'elemento "acqua".
Dopo le costruzioni architettoniche musicali e materiali della scorsa edizione,
quest'anno
Paolo Fresu ha fortemente voluto che la "sua" ventiduesima rassegna
fosse ispirata all'ACQUA, come primo elemento di un
progetto di musica ed ecosostenibilità. Progetto che nei prossimi anni avrà come
protagonisti gli altri tre elementi naturali: aria, terra e fuoco per suggellare
un patto che ogni anno si ripropone tra musica e natura, nella magia delle note
e dei luoghi che hanno reso grande nel mondo Berchidda e Time in Jazz e che quest'anno
ha coinvolto anche il vasto territorio tra Gallura e Logudoro.
Forse, mai come stavolta, si è percepito tra i
cultori del jazz e delle sue variabili una simbiosi tra musica e luoghi intesi come
mondo in cui vivere. Nei giorni del festival, ogni artista, ogni singola nota, ogni
messaggio ha ribadito che anche attraverso la musica si può - anzi, si deve - offrire
il proprio contributo per tenere in vita nel miglior modo possibile per noi e per
coloro che arriveranno, un mondo che oggi appare offeso e trascurato nelle sue risorse
essenziali: tra queste l'acqua, nelle sue forme e mutazioni in parallelo con le
infinite combinazioni musicali.
Come nel romanzo di Camilleri, la prima "forma dell'acqua" in simbiosi con
la Sardegna è sicuramente il mare. E dal mare, come da diversi anni a questa parte,
è arrivato, domenica 9 agosto a Golfo Aranci, il traghetto Sardinia Ferries con
a bordo la street band francese Ouiche Loréne, coinvolgente e trascinante
tra suoni funky, ska e punk, leitmotiv delle passeggiate giornaliere in giro per
il paese per tutta la durata della rassegna.
Il 10 agosto appuntamento all'Albacon la
foresta del Monte Limbara per ascoltare la Banda musicale berchiddese "Bernardo
Demuro", tanto cara per gli esordi di
Fresu
poi, a seguire, le note scintillanti del piano di Peter Waters – mai
nome fu più consono – in una rivisitazione di Gabriel Faurè, esibitosi
ai bordi del laghetto Nunzia, piccolo specchio d'acqua dolce quanto la musica che
è scaturita tra i salici e con l'apporto sempre discreto di
Paolo Fresu
che ha contribuito a creare ulteriori cerchi musicali sul piccolo lago.
Di acqua in acqua, dal lago alla piscina, protagonista dell'esibizione tra
il ludico e lo psichedelico del "Trombonefish" di
Gianluca Petrella
che, con strumento e acqua, ha creato un originale gioco in un incontro interattivo
con il pubblico che ha circondato la piscina del campeggio "Tanca Re", per l'occasione
divenuta palco acquatico.
In serata la protagonista è stata la Funtana Inzas, antica fonte di Berchidda,
scenario del progetto emblematico "Acquamare" di Franca Masu che dalle
sue origini catalano – algheresi ha tratto ispirazione per il suo "fado catalano"
rivisitato con gestuale teatralità.
La mattina dopo abbiamo affrontato le curve della strada verso Pattada. Alla
Chiesa di San Giovanni c'erano i fiati di
Petrella
e Fresu
che si sono incrociati, hanno duettato, giocato, si sono rincorsi, tra citazioni
multimediali e suoni jazz sotto il sole abbacinante del Logudoro, con finale gastronomico
di tutto rispetto.
Nel pomeriggio caldo dei giorni ferragostani l'appuntamento si è spostato
alla basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, verso Ozieri, consueta sede di concerti
prestigiosi (si ricorda il successo della precedente edizione del concerto "piano
solo" di
Uri Caine) dove abbiamo ritrovato Jan Lundgren, il pianista
scandinavo del progetto "Mare Nostrum", che ha proposto un singolare esperimento
di fusione tra jazz e musica sacra rinascimentale dal titolo "Magnum Mysterium",
supportato dal contrabbassista svedese Lars Danielsson e dal coro
di "Santa Maria degli Angeli", pilastro della musica polifonica sarda.
Dal Mare del Nord, versante norvegese, fino al mare turchese di Sardegna
ha viaggiato il suono eclettico, sintesi di elementi jazzistici, etnici e ritmici,
del sax di
Jan Garbarek, grande protagonista della musica nordica, accompagnato
sullo splendido palco di Piazza del Popolo da musicisti di ottimo livello; ricordiamo
in particolare Trilok Gurtu
alle percussioni, il cui "solo" ha rappresentato un concerto nel concerto.
Garbarek
ha emozionato il pubblico trasmettendo una forte energia in una performance resa
ancora più preziosa dalle magnifiche scenografie create per l'occasione; infatti,
gli sfondi sul palco nelle diverse serate, creazioni di visual art a basso impatto
ambientale e forte risparmio energetico, sono stati proposti dagli artisti Andrea
Aquilanti, IABO, Claudia Losi, Nero Project e Danilo
Sini e coordinati da Giannella Demuro, perfettamente in linea con l'attenzione
dedicata da Fresu & C all'ecosostenibiità e alla vivibilità dell'ambiente
in senso ampio.
I concerti mattutini e pomeridiani di Time in Jazz hanno spesso presentato
accostamenti insoliti, ma non certamente meno suggestivi, tra gli artisti che si
sono esibiti nei loro progetti più articolati sul palco serale in piazza.
In particolare, cavalcando musicalmente il territorio della Gallura, siamo
giunti ad Olbia, alla storica Chiesa di San Simplicio - la mattina del 12 - per
ascoltare un inedito duo di contrabbassisti: lo svedese Lars Danielsson,
già ascoltato nel progetto con Ian Lundgren, questa volta con l'olandese Tony
Overwater ("nomen omen"!).
Quasi di seguito la Cantina Sociale di Monti ha accolto i Ouiche Lorraine.
La movimentata band si è integrata perfettamente nel contesto comunque liquido,
quindi allineato al tema.
La sera, sul palco centrale, due appuntamenti diversissimi tra loro. Si torna al
nord Europa che, con rarefatte atmosfere, è protagonista del concerto del raffinato
chitarrista Eivind Aarset, insieme al bassista Audun Erlien
e Wetle Holte "on drums". Richiami al rock essenziale dei gruppi storici
come i Pink Floyd si sono rincorsi e ritrovati nei virtuosi "solo" di Aarset che
hanno ricordato movimenti acquatici, con un orecchio al cool jazz e alla musica
elettronica. Tutta un'altra musica ha contraddistinto il prosieguo della serata
con la giovanissima e caleidoscopica Cosmic Band di
Gianluca Petrella;
insieme all'eclettico trombonista pugliese, ricordiamo tra i tanti Giovanni
Guidi al piano, Francesco Ponticelli al contrabbasso, Mirko
Rubegni alla tromba e tanti altri musicisti dotati e in carriera: un ensemble
giovane, giocoso e stravagante che ha stupito il pubblico con effetti speciali.
Un'orchestra da atmosfera jazz nelle mille inusuali improvvisazioni fiorite tra
i numerosi strumentisti, con ironico, irriverente ma affettuoso finale swing "alla
vecchia maniera" dedicato alle storiche orchestre italiane, da
Gorni
Kramer ad Arbore.
Altre curve e altri percorsi d'acqua ci hanno atteso, la mattina del 13
agosto a Tempio Pausania, nella magica scenografia naturale delle Fonti di Rinaggiu,
in cui scorre un'acqua dalle mille proprietà terapeutiche, in un contesto che induce
al relax e alla pace con il mondo. Dopo una interessante chiacchierata scientifica
e alcune letture di sensibilizzazione sulla salvaguardia del nostro ambiente, in
questo scenario che si è esibito ancora Ian Lundgren, stavolta in "piano
solo", incantando sia gli amanti della musica che gli amanti della natura, con un
finale reso - se possibile - ancora più prezioso dalla tromba di Fresu che si è
inserita armoniosamente tra le note del piano; i due artisti sono amici e si vede:
quando suonano insieme si percepisce una forte corrispondenza e complicità. L'acqua
non ci ha abbandonato neppure dal cielo, quando, dopo un ruggente temporale estivo,
una variopinta folla bagnata si è spostata di pochi chilometri all'Agnata, a casa
di Faber e Dori. Stavolta è Marco Castoldi, per tutti Morgan, che
nel sole bollente del pomeriggio, dopo il temporale si cimenta con solo piano e
computer nell'impresa di non far dimenticare Fabrizio De Andrè, cosa peraltro
impossibile con o senza concerti commemorativi. "Non al denaro, non all'amore,
né al cielo", l'antologia di Spoon River (per la cui interpretazione Fernanda
Pivano ringraziava De Andrè di averla resa in musica meglio dell'originale),
è stata da Morgan, nel suo show all'Agnata, ulteriormente rivista, integrata da
qualche nuovo brano del cantautore e da omaggi a Tenco e, nel finale – bis
dedicato a Leo Ferrè. Di particolar rilievo anche l'intermezzo poetico de
"La canzone dell'amore perduto" insieme all'immancabile
Fresu
che con il contributo delle sue note, ha sedotto il pubblico fino ad allora timido
e silenzioso, costringendolo ad un mormorato accompagnamento, quasi a voler far
arrivare l'omaggio nelle giusta direzione, a Faber.
L'esibizione di Morgan, a tratti controversa, ha comunque emozionato molta
parte del pubblico arrivato talmente numeroso da non riuscire a trovare posto pur
negli ampi spazi de L'Agnata. Siamo poi ordinatamente rientrati a Berchidda per
assistere nella serata allo spettacolo musical - teatrale, produzione originale
del festival, "Anima-Amata-Mente" curata dalla compagnia "Giorgio Rossi"
e dall'Ente musicale di Nuoro che attraverso i suoni e i movimenti di Alessandro
Gwiss, Roberto Cecchetto e Michele Rabbia hanno rappresentato,
in sintonia con il tema dell'acqua, come ha dettolo stesso Giorgio Rossi: "il
rumore assordante di una società che vuole sovraesporsi, restare tutta in primo
piano ma che, forse, di fronte all'immensità del mare, ascoltando "il suono circolare
delle onde, l'umanità potrebbe ancora sentire che siamo corpi fatti di acqua, e
percepire l'intimità attraverso l'acqua, elemento sacro che accompagna al corpo
per riprenderne possesso ed averne pudore".
La scena principale è spettata poi a "Mare Nostrum", concerto di
Fresu,
Lundgren e
Richard Galliano,
diventato album nel 2008; una riproposizione
perfettamente in linea con il valore dato al mare come "acqua che accomuna", un
omaggio al Mediterraneo nelle sue più profonde declinazioni in un viaggio musicale
che tocca Francia, Svezia per giungere, con un ideale viaggio della mente, dal Mediterraneo
fino al mare del Brasile, fondendo queste musicalità in un "unicum" ad alta suggestione
e gradimento del pubblico presente.
La vigilia di ferragosto ci ha regalato un "solo" del bandoneòn di
Galliano
nel suggestivo scenario della Chiesa delle Grazie di Calangianus. Nel pomeriggio,
invece, un inedito duo di chitarre, quelle di Eivind Aarset e Roberto
Cecchetto che - messi a confronto - hanno improvvisato e "duellato" con i modi
diversi di interpretare lo stesso strumento. Giusta location la quinta teatrale
creata dal rudere della Chiesa di San Nicola di Carana a Luras che ha la particolarità
– almeno l'estate - di emergere dalle acque della Diga del Liscia.
La serata, segnata dal progetto "Portatori d'acqua per l'Angola"(una
raccolta di fondi per favorire l'accesso all'acqua dei Paesi Emergenti), curato
dal "Cospe", associazione legata a Time in Jazz, ha proposto due formazioni africane:
i Terakaft, singolare gruppo Tuareg, originario del Mali, formato da chitarristi
di formazione rock con spunti etno - country, che hanno presentato le sonorità del
popolo del deserto affermando il proprio stile e imponendo la propria presenza nella
musica e nella cultura internazionale.
Il palco, nel prosieguo della serata è stato invaso dalla formazione di
Angelique Kidjo, energica cantante africana del Benin,anche in veste di ambasciatrice
UNICE, che ha rappresentato e ricordato quella parte di mondo in cui l'acqua è un
bene tanto prezioso quanto scarso. Il suo concerto, durante il quale ha presentato
vari brani del suo ultimo album "Djin Djin", si è trasformato in una festa di gente
grazie alla sua solarità, alla potente voce e all'energia che emanava l'intero gruppo.
Tra balli scatenati e "claps – hands", la cantante ha comunque inviato un segnale
forte dalla sua Terra d'Africa attraverso la prorompente vitalità della musica:
un misto di funky, jazz, soul ed elementi etnici ispirati alla "makossa" camerunense.
Musica d'Africa che, come per magia, è diventata - la mattina dopo – "altro".
Il concerto di ferragosto alla chiesa di S. Michele di Berchidda ha visto la cantante
africana esibirsi con il solo ausilio del chitarrista Rubens de la Corte
e Paolo Fresu,
in una versione intimista e accorata del suo canto soul percepito come anima africana,
creando un‘atmosfera forse ancora più sentita e suggestiva dello spettacolo in piazza,
dalla quale le numerose persone presenti si sono lasciate trascinare in un coro
che ha unito tutti in una sola voce: potenza di una personalità da leader qual è
Angelique Kidjo.
Dopo la pomeridiana esibizione dei Terakaft, alla chiesa di Santa Caterina,
in cui il gruppo Tuareg ha proposto il suo etno - rock per la divulgazione del quale
tanto hanno combattuto sul fronte culturale, si è giunti alla serata conclusiva
del Time in Jazz di Berchidda.
Il virtuosismo pirotecnico della batteria elettrojazz di Philippe
Garcia, in duo con il sassofonista Gael Horellou nel progetto"
Cosmik connection", ha conquistato il pubblico che ha goduto di uno spettacolo nello
spettacolo perché i movimenti quasi futuristici drum'n'bass delle bacchette di Garcia
sono stati sottolineati dall'impatto visivo di una travolgente scenografia psichedelica
che ha seguito in modo preciso il ritmo sempre più incalzante; spettacolo assai
differente per toni e atmosfera da quella intimista dell'omaggio a Leo Ferrè, che
ha visto recentemente coinvolto il chitarrista francese insieme alla band di
Fresu
e l'apporto di Gian Maria Testa.
Dulcis in fundo, grazie alla "magia" di uno dei tanti interventi del competente
staff della manifestazione, la piazza viene sgomberata a tempo di record per la
festa finale(che ha costretto anche i più riottosi a ballare), orchestrata dalla
street band degli Ouiche Loréne, presenza costante di questa edizione del
festival ed oramai familiare per tutti coloro che, come ogni anno, vivono e amano
in modo intenso l'atmosfera che si respira a Time in Jazz.
Ma non è finita qui: dopo la gradevole ed originale esibizione offerta
dal gruppo cagliaritano dei Sunflower (quartetto composto da Francesca
Corrias alla voce e flauto, Filippo Mundula al contrabbasso, Sandro
Mura al piano e alla batteria Pierpaolo Frailis) per l'aperitivo musicale
al museo del vino (16 agosto),
Paolo Fresu
si è ancora offerto al "suo" pubblico in duo con il batterista Philippe Garcia
in una esibizione dal titolo "Tra monti, mari e laghi" al Rio di Silvani di Berchidda
in coerenza con la tematica principale.
Come al solito, a cornice della musica, l'organizzazione dei PAV (progetti
arti visive) curata da Giannella Demuro e Antonello Fresu ha progettato
un importante laboratorio culturale multifunzionale, sempre legato al tema dell'acqua
e alle infinite implicazioni di carattere sociologico e morale, fatto di mostre,
proiezioni cinematografiche (curate dal regista Gianfranco Cabiddu), installazioni
artistiche in numerosi spazi del Paese, incontri tematici, ricordando che quest'anno
a Time in Jazz è stato riconosciuto il prestigioso patrocinio dell'UNESCO
quale evento culturale di calibro internazionale.
Tuttavia, ciò che è rimasto impresso di questa ventiduesima edizione di Time
in jazz, oltre alla sensibilità verso i temi della conservazione delle risorse naturali
e i richiami alla salvaguardia del prezioso bene dell'acqua, è stata la gente: sia
quella di Berchidda, sia coloro che sono arrivati da ogni dove per amore della musica
in tutte le forme e contaminazioni fra generi; contaminazione che rende questo luogo
oramai mitico, quasi un ombelico del mondo musicale, almeno per una settimana. Sette
giorni dopo i quali gli autoctoni, con un velo di tristezza e nostalgia, ci hanno
detto: "ora, per noi, inizia l'inverno".
Arrivederci alle prossime estati con Paolo, la sua tromba, i musicisti, la gente
e il jazz, l'ARIA, la TERRA e il FUOCO.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 19/09/2009
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