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Per colmare i silenzi inquieti del suo animo
Michael Rosen si lascia andare alla musica. Un modo per far scorrere via
la sofferenza d'amore tra le note su di un pentagramma riempiendo letteralmente
il silenzio con le sue composizioni. Canzoni senza testo, raccolte in "Unquiet
Silences" pubblicato dal famoso sassofonista con la
Dodicilune. Sofferenza
e spiragli di luce di un animo dibattuto sono evidentemente alla base del lavoro
del musicista. Ne viene fuori così una serie di brani tutti molto trascinanti. Episodi
e tappe di vita molto intimi, condivisi con gli ascoltatori ribaltati in un'atmosfera
jazz d'altri tempi. Le note dell'artista lasciano vibrare sentimenti e sensazioni
nell'aria, interpretati in musica da armonia e melodie molto calde e romantiche.
I titoli dei brani proposti rimandano tutti a nomi di donna o all'amore.
In effetti, pare evidente l'animo molto sensibile messo a nudo in composizione e
in esecuzione dei brani trascinanti. Il brano che da il nome all'album è il più
indicativo per intuire il sentimento che muove l'artista. Il più doloroso sicuramente
"The beauty of you", eseguito con sax tenore
tra glissati, note acute e toni gravi in un'altalena di sensazioni, dove la tecnica
può lasciar spazio all'improvvisazione e alla scelta emozionale. Sono infatti molti
i pezzi in cui con strutture melodiche molto soft, anche negli assoli, il sassofonista
riesce a esprimersi al meglio. Piacevoli i fraseggi, soprattutto con il sax soprano,
con cui il sassofonista di New York ma europeo d'adozione, riesce a far venir fuori
le scale più arrembanti. Esecuzioni che rendono ben chiaro anche il valore del suono
di Rosen, affiancato alla batteria da un ottimo Fabrizio Sferra che,
con un tocco molto aggraziato, riesce a porre come sostrato ritmi incalzanti e ricchi
di accompagnamenti con ride, così come lenti e morbidi riferimenti. Caustica la
linea del contrabbasso di Ares Tavolazzi, che non è mai fuori contesto e
che spesso 'tira' in avanti gli altri strumenti. Il piano di
Paolo Birro
è una sicurezza. Un suono importante in tutto l'album con cui il pianista riesce
a dare spesso volume all'intera composizione, con una scelta armonica molto piena,
uno stile che riporta a volte alle sonorità di
Michel
Petrucciani. Un disco nel complesso mai smielato, e spesso duro nel
lasciar trasparire i sentimenti più profondi.
Luigi Spera per Jazzitalia
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
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COMMENTI | Inserito il 15/4/2008 alle 9.24.54 da "anuscem" Commento: Un album molto delicato, elegante e curatissimo, con un interplay invidiabile fra i musicisti. Molto bella anche la voce al tenore di Micahel e fantastica l'essenzialità di Birro. Un cd da acquistare assolutamente. Simone | |
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Data pubblicazione: 11/04/2008
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