Abeat Records – ABJZ 0072 - 2009
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Max De Aloe e Bill Carrothers
Apnea
1. Lontano, Infinitamente Lontano (De Aloe)
2. Dolphin Hotel (De Aloe)
3. A Sort Of Dance (De Aloe)
4. Naoko’s Theme (piano solo) (De Aloe)
5. Underground (De Aloe)
6. Haruki Plays The Words (De Aloe)
7. Dear Heart (Henry Mancini)
8. Norwegian Wood (Lennon McCartney)
9. Araby (Carrothers)
10. Pack (De Aloe)
11. Vito (Carrothers)
12. Naoko’s Theme (De Aloe)
Music inspired by the novels of Murakami Haruki
Recorded January 12, 2009 at Zerodieci Studio
Genova - ITALY
Max De Aloe
- chromatic harmonica
Bill Carrothers - piano
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Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Come può nascere la necessità, l'urgenza di ideare musica e successivamente
l'intenzione di realizzare un disco? Sicuramente in molte maniere.
Max De Aloe,
ad esempio, ci rivela nelle note di copertina di aver subito le suggestioni e l'impulso
dalla lettura di un romanzo di Murakami Haruki "Dance dance dance"
per arrivare a ipotizzare prima e ad elaborare, in seguito, questo progetto. Lo
scrittore nipponico è conosciuto in Italia per alcuni libri pubblicati da Einaudi,
fra i quali si possono ricordare: "Tokyo blues", "Norwegian wood",
"L'uccello che girava le viti del mondo"...
"Dance, dance, dance" è uno dei suoi testi più particolari, perché contiene
elementi e personaggi reali accanto a figure simboliche, in un contesto permeato
dalla cultura del sol levante, fra l'onirico, il surreale e il metafisico. La musica
composta o selezionata da De Aloe vira su toni meditativi, ombrosi o malinconici.
Il colore prevalente è, in un certo senso, il grigio in tutte le sue sfumature.
Ascoltando il disco ci si immerge, infatti, in un'atmosfera piuttosto austera, apparentemente
fredda, distaccata. A volte sembra che non si possa trovare una via di fuga da questo
ambiente e che la salvezza sia solo un traguardo irraggiungibile.
Partner in questa affascinante avventura dell' armonicista italiano ha
scelto un musicista americano prezioso, non molto conosciuto dalle nostre parti,
perché fuori dal giro dei "soliti noti": Bill Carrothers. Il pianista statunitense
si distingue perché lontano dai cliché, dai riferimenti troppo scoperti ed impegnato
in una ricerca personale continua. E' un ottimo jazzista, che deriva il suo stile
a grandi linee da
Bill Evans
ed
Herbie Hancock, ma occupa un posto d'onore fra i cosiddetti "sottovalutati"
di grande talento.
L'introduzione del CD spetta a "Lontano, infinitamente lontano",
che si apre con le note lunghe struggenti dell'armonica cromatica e l'accompagnamento
discreto, ma incalzante del pianoforte con arpeggi precisi, ma "razionali", distanti,
appunto, dall'approccio più sentimentale, romantico di
De Aloe.
"Dolphin Hotel", l'albergo al centro delle vicende del libro citato, ha un
inizio a carillon del pianoforte, con note ripetute e trattenute, a suggerire un
qualcosa di preparato, di meccanico. Su questo sottofondo si insinua la voce ancora
una volta straziante o straziata dello strumento a fiato. In conclusione del brano
l'armonica diventa ridondante e ripetitiva con la riproposizione di un tema di poche
battute ostinatamente ripreso più volte, con la tastiera a fare da eco. In "Naoko's
theme", prima versione, finalmente Bill Carrothers si lascia trasportare
in un brano con una temperatura melodica calda ed emozionale. "Underground"
è attraversato dal dialogo impossibile, ma riuscito, fra il canto dolente dell'armonica
e la risposta concitata, vibrante, senza soste del pianoforte. Decisamente modificata
è "Norwegian wood" dei Beatles. Il celebre tema dell' hit del quartetto di
Liverpool è mascherato, infatti, da un trattamento teso a coglierne la sola essenzialità.
Anche "Dear heart" di Henry Mancini sopporta un "maquillage" d'effetto, ma
mantiene una maggiore riconoscibilità.
De Aloe
ha voluto, ancora, inserire "Vito", una traccia a cui Bill Carrothers
è particolarmente legato, avendola inclusa in precedenti incisioni, che contiene
la citazione di "Parla più piano" di Nino Rota, dal film "Il Padrino". Fra
i brani migliori spicca anche la versione finale di "Naoko's theme" con l'intarsio
di "Round' midnight", il capolavoro di Thelonius Monk, forse a ricordare
che, comunque, gli ascendenti del progetto sono pur sempre di carattere jazzistico.
In conclusione un lavoro che ci consegna l'immagine di un musicista maturo
che, dopo alcune promettenti incisioni, si impone ad un livello più alto con un
disco concettuale, profondo, dalle molte qualità.
Gianni B. Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/01/2010
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