Walter Beltrami Kernel Panic
Auditorium Parco della Musica, Roma – 24 Maggio 2014
di Valeria Loprieno
foto in home page by Giorgio Festa
Walter Beltrami
- chitarre
Giovanni Falzone - tromba
Francesco Bearzatti
- sax tenore e clarinetto
Danilo Gallo - basso elettrico
Stefano Tamborrino - batteria
Un "rockettaro" prestato al jazz si potrebbe definire
Walter Beltrami,
chitarrista bresciano classe 1974, che dopo un adolescenza passata a suonare
rock e blues, ha deviato le sue corde verso il jazz studiando nel famigerato Berklee
College of Music di Boston.
All'auditorium Parco della Musica di Roma, Beltrami ha
presentato il suo ultimo dissacrante lavoro "Kernel Panic" uscito proprio
per l'etichetta dell'auditorium romano lo scorso settembre e che ha ottenuto un
notevole successo di critica piazzandosi terzo nella Top Ten del miglior disco dell'anno
nel Top Jazz 2013 della rivista Musica Jazz.
L'album, che arriva dopo il già interessante "Paroxismal Postural Vertigo",
è l'occasione per riunire un quintetto composto da Danilo Gallo al basso
elettrico e Stefano Tamborrino alla batteria con i quali il chitarrista forma
un trio stabile: il Panic Trio, e i due fiati che hanno registrato anche l'album,
Francesco Bearzatti
al sax e Giovanni Falzone alla tromba.
Per supportare le sue idee sperimentali, i suoi suoni così irriverenti e così contaminati
di rock, non poteva che scegliere i succitati musicisti. La coppia Bearzatti/Falzone
duo affiatatissimo dall'energia travolgente e marcata da un animo rock a cui si
aggiunge il basso elettrico di Gallo compagno dei due nel longevo Tinissima quartet,
sempre pronto a supportare idee nuove e a mettersi in gioco in diverse formazioni
la cui parola d'ordine sia osare, e infine Stefano Tamborrino un batterista non
convenzionale, dallo stile personale.
Con così fornito organico Beltrami ha dato vita ad un concerto dinamico ed esplosivo,
un'ora e mezza di brani tratti dai suoi due ultimi lavori. L'incipit è affidato
al brano Bppv, il cui ritmo incalzante è solo un assaggio del successivo
Odd Dogs brano dalla forte carica adrenalinica di stampo rock come gran parte
delle sue composizioni. Il tema suonato all'unisono dai due fiati è spezzato e vertiginoso,
quasi ipnotico, mentre la chitarra e il resto della ritmica li sostengono con una
vitalità straordinaria. Beltrami trasforma il linguaggio della chitarra jazz, lo
sdogana da certe dinamiche e sonorità consuete e lo contamina con le sue radici
e il suo animo rock. Il brano successivo è un totale esperimento di improvvisazione
collettiva. Su una base molto minimale ed elettronica i musicisti del quintetto
si lasciano trasportare in un trip fatto di piccole melodie, di rumori ed invenzioni,
pochi suoni ispirati e dettati dal tessuto sonoro fornito dalla chitarra. Breve
momento di rilassamento muscolare e mentale e subito dopo ripartono ad infuocare
con le loro sonorità la Sala Studio. Un brano in trio, senza i fiati, Panic,
ci fa apprezzare anche la dimensione più asciutta del progetto che regge benissimo
lo svuotamento. Mentre subito dopo con Jeopardy si riprende a martellare
su frequenze altissime. Cassa in quattro come nella tradizione rock e sonorità
alla Led Zeppelin compongono questo brano.
Non c'è più un momento di rilassamento, i brani si susseguono con una forza e una
potenza inaudite, Re: Tormented , Mind the Mind, Doctor D.
e The Envisioneer. Il bis affidato a Seamont's Manoeuvre chiude in
bellezza un concerto energico e travolgente. Un quintetto di forte personalità individuali
e con un collettivo animo rock, sperimentale e audace.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
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Data pubblicazione: 06/07/2014
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