Walter Beltrami
Looperville
Onmire (2015)
1. Let's get straight to the point
2. Super8
3. Sara's dream
4. Disturbing thought
5. What will be
6. Slightly unbalanced
7. Tweet dance
8. The one and only
9. El barrio
10. Farewell
11. Indian man in Sardinia
12. Ribot robot
13. Back to Lund
Walter Beltrami - guitar, loopers, electronics, voice, percussions and toys
Walter
Beltrami approda a un nuovo lavoro in solitudine, dopo aver inciso due dischi in
compagnia di un supergruppo con nomi quali Jim Black, Stomu Takeishi, Francesco
Bearzatti, Giovanni Falzone, subentrato nel secondo cd a Vincent Courtois, e
aver destato l'interesse di critica e pubblico per le sue idee e le sue capacità
di compositore e band-leader. Il musicista bresciano, nell'album in esame, si
affida integralmente alla chitarra, però rinforzata da accorgimenti tecnologici,
al fine di creare una serie cospicua di frasi, che possano fungere da base
ritmica e armonica su cui sviluppare, per stratificazione progressiva, un
discorso solistico. Beltrami realizza, cioè, delle sequenze che registra
nell'immediato con la loop station e rimette successivamente in circolo. In
certi brani sono preparati e riprodotti più riff e il gioco si fa ancora più
complicato, per la presenza di una serie di input articolati che vanno a
incrociarsi, a mescolarsi, mentre la voce solista fa affiorare un motivo ben
delineato, ripetuto più volte, su questo ordito accidentato e comunque
congruente.
La musica è
caratterizzata da un background rock o fusion, ma contiene anche qualche
richiamo al country e ad altri generi confinanti con il jazz. Beltrami,
dialogando con sé stesso, esprime le sue passioni artistiche, le svolge e le
illustra, utilizzando una strumentazione sofisticata allo scopo di rendere
orchestrale una registrazione in solitario. E' proprio la pluralità di piste
contrapposte, o sovrapposte a determinare un effetto di massa sonora, uno
sfondo che occupa la scena ed è, però, al servizio degli interventi tematici del
protagonista dell'incisione.
Dopo due prove
di assoluto valore, quali Paroxysmal Postural Vertigo (2011) e
Kernel Panic (2013), Beltrami volta pagina e confeziona un disco più
intimista, perlomeno nella forma, dimostrando di poter fare della buona musica
pure senza la presenza di altri competentissimi partner.
Gianni Montano per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 592 volte
Data pubblicazione: 26/04/2017
|
|