Vie di Jazz 2010 - VI Edizione Boves (CN), 20 - 22 agosto 2010 di Lorella Marino foto di Gian Cerato
Si è svolta a Boves la VI edizione della manifestazione "Vie di Jazz" organizzata
dall'Assessorato alla cultura del Comune di Boves, con la direzione artistica di
Roberto Chiriaco. Nei giorni 20, 21 e 22 agosto 2010, si sono succeduti
artisti di fama internazionale in una kermesse di eventi che di anno in anno va
aumentando e arricchendo quella che alle prime edizioni era una piccola
manifestazione.
Il Festival 2010 è stato articolato in tre giornate
di forte intensità emotiva per coloro che amano la musica jazz e altrettanto coinvolgenti
per gli ascoltatori occasionali giunti a Boves in questa magica settimana preludio
dei grandi festeggiamenti di San Bartolomeo.
La giornata di venerdì 20 agosto è iniziata con un acquazzone incredibile, creando
disagi notevoli agli organizzatori che avrebbero dovuto allestire il palco e la
platea nel salotto sotto le stelle di Piazza dell'Olmo. La pioggia scrosciante invitava
piuttosto a trascorrere una serata con gli amici accompagnata da una bella polenta.
Al di là di ogni previsione il cielo si è aperto grazie ad una calda brezza da nord-est
che in breve ha trasformato quella che pareva una tipica giornata autunnale, in
una splendida serata d'estate. Non poteva essere altrimenti, la volubilità del tempo
atmosferico è paragonabile alla musica jazz libera e imprevedibile, a quella melodia
che pare più improvvisazione che compiutezza, con la sovrapposizione di vari piani
ritmici, che danno all'ascoltatore una singolare sensazione di dinamismo. La formazione
del
Flavio Boltro quartet composta da
Flavio Boltro
(trumpet), Giovanni Mazzarino (piano), Marco Micheli (bass) e Francesco
Sotgiu (drums) con la loro sonorità assolutamente contemporanea hanno elettrizzato
il pubblico fino a tarda notte sotto un cielo trapuntato di stelle. A sorprendere
ulteriormente gli spettatori è stato l'unirsi al gruppo di un altro componente,
Emanuele
Cisi, che con il suo sax tenore ha dialogato con la tromba di
Boltro
per il resto della serata.
Nel pomeriggio di sabato 21 agosto presso l'ex Confraternita di Santa Croce il musicologo
Luca Bragalini ha presentato "Alabama, una preghiera di
John Coltrane",
un incontro con proiezioni, immagini e ascolti, facendo notare che quello che per
noi ora è solo ascolto ed evasione in realtà alle origini era impegno civile contro
il segregazionismo, inizio di una protesta che anche i musicisti hanno accolto in
prima persona e che per Coltrane si è trasformata in una struggente preghiera per
i morti, perchè purtroppo le rivoluzioni gentili non esistono e il riconoscimento
dei diritti civili è stato un duro e doloroso cammino.
Per l'intero periodo di 'Vie di jazz' all'interno dell'ex Confraternita S.
Croce è stato possibile visitare la mostra 'Round midnight' di Andrea Cantieri,
artista e musicista palermitano, che ha saputo restituire la magia del jazz nei
suoi quadri, attraverso ritratti dei più grandi musicisti con linee essenziali
e significative, mediante la tecnica olio e collage su legno.
Accostarsi al jazz per la prima volta, accompagnati da una serie di concerti e incontri
come "Vie di jazz" a Boves, è essere condotti gradualmente verso una conoscenza
che piano piano ti prende e ti appassiona, per poi esplodere in un amore che diventa
persino dipendenza. Come è successo con l'Adventures trio con
Alessio Menconi
(guitar) Aldo Romano (drums) e
Luca Mannutza
(hammond) che si sono esibiti all'Auditorium Borelli e dai quali non ci si poteva
allontanare tanto era coinvolgente l'atmosfera che hanno saputo creare.
Per la serata di sabato il
Matteo Brancaleoni
sextetha gremito la piazza proponendo pezzi che spaziavano
da Michael Bublè a Gino Paoli con i bravi Nino La Piana (piano), Roberto Chiriaco (bass), Gigi Di Gregorio (sax),
Fabrizio Veglia (guitar),
Gianpaolo
Petrini (drums) e la bella voce di
Matteo Brancaleoni.
I veri appassionati hanno partecipato all'incontro del pomeriggio di domenica 22
con Guido Michelone, docente di storia del jazz e scrittore, il quale, ricordando
che " la storia del jazz è un'onda a volte tranquilla a volte burrascosa, ma compatta"
ha sviluppato l'incontro 'Parlare di jazz' come una piacevole lezione sulla musica afroamericana
tra dischi, libri e immagini, con la proiezione di un prezioso filmato animato che
potrebbe essere utilizzato anche nelle scuole data la sua efficacia narrativa.
Nel tardo pomeriggio di domenica il duo Roberto Taufic e
Luigi Tessarollo
con le loro chitarre acustiche si sono esibiti all'Auditorium Borelli nel 'Tessarollo
Taufic stringsgame', in un gioco di suoni e corde come suggerisce il titolo.
Per concludere in bellezza o, meglio, in armonia, la serata di domenica è iniziata
con la premiazione del gruppo vincitore della prima edizione del Concorso "Nino
Berrini" per gruppi jazz emergenti. Hanno vinto il concorso i "Jazz
Accident" che potranno esibirsi
nell'edizione 2011 di Vie di jazz e potranno
produrre un cd a cura dell'etichetta discografica Ultra Sound Records – USR.
Con un crescente entusiasmo del pubblico si è esibita infine la
Gianluca Renzi
All Stars Orchestraformata dal compositore e arrangiatore
Gianluca Renzi
con il suo contrabbasso e da Sergio Vitale (trumpet),
Fabio Morgera
(trumpet), Roberto Rossi (trombone),
Daniele Tittarelli (alto sax, flute),
Maurizio
Giammarco (tenor sax, flute),
Max Ionata
(tenor sax), Dario Cecchini (bariton sax, flute, bass clarinet), Pietro
Lussu (piano), John Arnold (drums).
Di questa emozionante serata non
si può che ricordare ciò che Guido Michelone ha detto quello stesso pomeriggio:
"Il jazz è un fenomeno di sperimentazione, di novità. Mentre la poesia, la pittura
si riferiscono ad una realtà, la musica non rimanda a nulla. Non ha contenuti, né
riferimenti. Anche se quasi tutte le opere hanno titoli con rimandi a contenuti
non c'è una esatta significazione obiettiva". Quando non c'è un testo che faccia
riferimento alla realtà o un contenuto che costringa l'ascoltatore alle emozioni
del compositore oppure ad un significato che è stato attribuito, allora la musica
rende liberi, dona un'apertura universale verso qualsiasi personale emozione, commozione
o stato d'animo, una indipendenza che permette di volare con i propri pensieri senza
costrizioni. Il jazz è improvvisazione con un modo di suonare che supera la tradizione
classica, si avvicina a noi in modo quasi viscerale con una tale forza che anche
un sordo batterebbe il tempo con il piede, tali le vibrazioni emanate dagli strumenti
e la passionalità espressa dai musicisti!
Attenderemo la prossima edizione sperando sia ancora più appassionante e
ricca di incontri anche sulla storia del jazz e chissà che qualcuno non colga la
sfida e proponga qualche iniziativa nelle scuole...