Castroreale Jazz Festival 2014 31 luglio - 2 agosto 2014
di Nina Molica Franco foto di Alessandra Genovese
Nel piccolo borgo siciliano dal sapore medievale, il Castroreale
Jazz Festival giunge alla sua quattordicesima edizione proponendo, nella suggestiva
cornice di Piazza Peculio, tre serate all'insegna del jazz.
Antonio Onorato e Toninho Horta "From
Napoli to Belo Horizonte"
L'onore e l'onore di aprire le danze spetta a
Antonio Onorato
e Toninho
Horta con il loro nuovissimo progetto From Napoli to Belo Horizonte,
titolo emblematico ed evocativo di ciò che i due artisti hanno presentato sul palco.
Un concerto in cui l'Italia e il Brasile si sono confrontati, senza alcuna sfida,
semplicemente per diletto e per mostrare quanto le due culture, anche se distanti,
siano tra loro complementari. Una musica che unisce due musicisti totalmente diversi:
l'uno, Horta, alla chitarra acustica con il suo intenso senso del ritmo pizzica
le corde del suo strumento quasi come se fosse un'arpa e l'esito musicale è caratterizzato
da una impareggiabile fluidità sonora capace di fare da accompagnamento, ma anche
di prendere con prepotenza la parola per raccontare storie che sanno di leggerezza,
di spensieratezza. Egli, inoltre, introduce in ogni brano il suo vocalizzo imitativo
delle melodie, prontamente ripreso alla chitarra dal suo compagno di avventura.
Onorato,
dal canto suo, si muove abilmente tra le sue chitarre elettriche stagliandosi sulla
ritmica di Horta e, sciorinando note, si lascia trasportare divenendo assolutamente
parte dell'universo sonoro che insieme, i musicisti, stanno creando. Horta e Onorato
hanno presentato i brani tratti dal loro lavoro discografico From Napoli to Belo
Horizonte, emblema di una collaborazione tra i due che va avanti da oltre un
quindicennio, ma sono riusciti a ritagliarsi due momenti in cui ognuno di loro si
è mostrato in solo davanti al pubblico e ha reso la particolarità musicale della
propria terra e del bagaglio culturale a cui costantemente attinge. In particolare,
interessante il primo brano in solo di Onorato, una variazione su tema della famosissima
Caravan Petrol di Carosone, ricca di contrasti tra suoni acuti e gravi
e con un ritmo frenetico e intense climax. Horta, invece, ha eseguito, oltre che
la sua Pilar, una rilettura della celebre Moon River con la
quale ha regalato un momento di intensa dolcezza. I due musicisti hanno poi salutato
insieme il pubblico con una grande ilarità e spontaneità assolutamente in linea
con la musica ricca di spensieratezza e di ritmo alla quale hanno dato vita durante
tutto il concerto.
Enrico Pieranunzi Piano Solo
Con le melodie e i racconti intensi di
Enrico
Pieranunzi il Castroreale Jazz Festival si tinge di tonalità raffinate e
colte. Il grande maestro, con il suo tocco morbido ed estremamente dinamico, ha,
sin dall'inizio, omaggiato la terra siciliana con Lighea,
una melodia incantata che trova il suo diretto riferimento nella letteratura di
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Le dita di Pieranunzi scivolano sul piano con grande
facilità rendendo un suono che, anche quando la tonalità minore sembra incupirlo,
è dotato di una spiccata brillantezza. Le note sfuggono veloci, ma ogni accento
è marcato a dovere, così da segnalare ogni passaggio ritmico in maniera netta e
decisa. E così accade in Castle of Solitude, un brano che a dispetto del
titolo è assolutamente energico e allegro. Il modulo melodico si ripete, ma tra
una ripetizione e l'altra c'è una infinita varietà di colori sonori. Dalle note
decise si passa poi al coinvolgimento più puro dell'appassionato valzer Les Amants.
Ogni brano che Pieranunzi esegue rappresenta una storia che egli prontamente racconta
a parole, ma sono le note a dipingere nitidamente i tratti del racconto. E così
in Les Amants è possibile immaginare il volteggiare appassionato dei due
amanti che si cercano così come le dita di Pieranunzi cercano i tasti del pianoforte.
L'atmosfera spagnola ricca di romanticismo e di lirismo si percepisce in brani come
El canto de los dias o Horizontes finales, brani che mostrano un Pieranunzi
particolarmente coinvolto e intento a delineare una musica che tende sempre verso
l'infinito. Naturalmente il pianista ha eseguito per lo più sue composizioni, ma
non è mancato l'omaggio a Gerhswin e Fats Waller. Pieranunzi si lascia trasportare
dal momento e sulla scia della conversazione che intavola con il pubblico decide
quale sia il brano migliore e più adatto alla situazione. La sua poetica si contraddistingue
per la grande raffinatezza che pervade ogni brano e, sicuramente, Ein Li Milin
ne è l'emblema: titolo ebraico per un brano malinconico, ricco di espressività
ed intenso, in cui le note raccontano una storia superando la superfluità delle
parole.
Fùtbol - Peppe Servillo, Javier Girotto,
Natalio Mangalavite
Un finale assolutamente esplosivo per il Castroreale Jazz Festival che, con il tridente
Servillo, Girotto, Mangalavite, va a segno più volte centrando appieno le preferenze
del pubblico. La metafora calcistica probabilmente non è mai stata così calzante
nel mondo del jazz, ma il nuovo lavoro di questo trio esplosivo la rende d'obbligo.
Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite hanno presentato Fùtbol,
un progetto molto ardito in cui musica, canto e letteratura si uniscono insieme
creando un mix davvero coinvolgente, che trae origine dall'omonimo testo di Osvaldo
Soriano. Un concerto-spettacolo che vede come protagonisti tre artisti poliedrici
ed eclettici. Peppe Servillo ha letteralmente incantato la platea con le sue letture
dense di teatralità di stralci del testo di Soriano e il suo canto altrettanto teatrale
sembra quello di un eterno cantastorie.
Javier Girotto
e Natalio Mangalavite dal canto loro sono i perfetti compositori di una musica ora
seria ora ilare e allegra in cui è costante l'andamento ballabile e a tratti swing.
Un eterno carnevale di note attraverso il quale, in ogni parentesi musicale, i due
musicisti riescono a manifestare tutto il proprio genio, arricchito ovviamente dalla
teatralità del canto di un Servillo istrionico, ma sempre preciso e misurato. Girotto
è, come sempre, abile a destreggiarsi tra sax baritono, soprano e flauto, ma per
l'occasione si avvale anche di un tom e diventa percussionista. In particolare al
sax baritono, Girotto è capace di rendere un suono sempre pastoso e coinvolgente
senza per questo tralasciare la ritmica serrata e con intensi crescendo. Natalio
Mangalavite si distingue per una personalità artistica particolarmente interessante,
che gli permette di accompagnare col suo piano il canto di Servillo e le melodie
di Girotto, senza per questo essere relegato nell'ombra. Anzi, egli ha la straordinaria
capacità di recitare sempre una parte da protagonista e ritagliarsi un cono di luce
costantemente. Molto particolare il risultato che si ha quando al suono della tastiera
unisce l'elettronica e la sua voce che dapprima si manifesta sotto forma di un falsetto
etereo e poi, invec, e si mostra in tutte le sue sfumature, mantenendo sempre un'intonazione
assolutamente invidiabile. Dallo scenario calcistico di Fùtbol in cui racconto
e musica creano una trama fittissima, si passa a quello molto romantico di un amore
che nasce dietro le quinte di un film hollywoodiano. Resta quindi inalterata l'idea
del racconto come parte fondamentale di ogni atto musicale che è vita raccontata
attraverso le parole, i suoni, i ritmi. Ma la parentesi d'amore dura poco, perchè
l'eterna metafora calcistica ha la meglio e domina l'intero spettacolo. Mangalavite
e Girotto continuano imperterriti a giocherellare con le note seguendo pattern melodici
affatto scontati e sempre coinvolgenti. E il finale non poteva che essere altrettanto
denso di emozione con una versione molto sofisticata e delicata di Felicità
di Lucio Dalla.
Una conclusione davvero perfetta per questa quattordicesima edizione del Castroreale
Jazz Festival che, come sempre, non delude le aspettative e coglie l'occasione per
collocare nella cornice suggestiva di quello che è uno dei borghi più belli d'Italia
una musica altrettanto densa di emozioni.