Pieranunzi & Giuliani duo "Fellini Jazz"
Jazz Groove around Rota
Mestre, Auditorium Candiani 5 febbraio 2007
di Giovanni Greto
Rosario
Giuliani, sax contralto e soprano
Enrico
Pieranunzi, pianoforte
Il quarto ciclo della rassegna curata dal
Circolo Caligola si è inserito all'interno
della rassegna cinematografica "Nel gran circo del cinema: omaggio a Nino Rota",
che ha avuto luogo al centro culturale Candiani. Il concerto di
Pieranunzi
e Giuliani,
già visto qualche anno fa in teatro a Mogliano, si è gustato di più nell'intimo
Auditorium sia per la buona acustica che per la vicinanza tra artista e pubblico.
A questo proposito
Pieranunzi,
in serata felice e di ottimo umore, ha definito la disposizione divertente, felliniana,
per il fatto che gli artisti sono collocati al centro della sala con una parte di
pubblico seduta in una tribunetta alla loro destra e un'altra alla loro sinistra.
La serata si è aperta con uno dei temi dei Vitelloni, il primo esperimento
riuscito, ha spiegato
Pieranunzi,
di una collaborazione felice tra Federico Fellini e Nino Rota. E'
un brano in 3/4, il cui carattere malinconico è stato ben evidenziato dal tocco
del pianista romano, assecondato dall'acuto ed aspro soprano di
Giuliani.
Eleganti e ben costruite le improvvisazioni al piano, quanto a volte aggressive
quelle al sax, hanno ben bilanciato la struttura del pezzo. A seguire, l'unico brano
non di Rota che, scomparso nel 1979,
non riuscì a musicare "La città delle donne", girato proprio in quell'anno, compito
poi affrontato al suo posto – ha spiegato
Pieranunzi
– con molto rispetto da Luis Bacalov, che compose uno strano tango dolceamaro.
Interessante la parte improvvisata: il brano si velocizza e quando il contralto
improvvisa, il piano lo asseconda usando un accompagnamento con la parte bassa della
tastiera. Efficaci gli stop che si intersecano tra uno strumento e l'altro.
La scaletta è proseguita con un brano tratto da "Il Bidone", del
1955, una pellicola rivista da
Pieranunzi
durante la preparazione del progetto "Fellini Jazz"
(2003). Un film molto cinico, lo ha definito
il pianista, una storia che finisce male e che sembra avere poco a che vedere col
Fellini posteriore, quello un po' visionario, che poi è diventato Fellini
per tutti. Però all'interno della colonna c'erano un paio di temi veramente jazzistici,
tra cui la ballad eseguita dal sapore vagamente ellingtoniano. I due musicisti passano
da un tema che si apre spazioso e sognante, per proseguire con un'improvvisazione
accelerata del sax perfettamente contrappuntata dal pianoforte che si erge a sezione
ritmica e poi si ritaglia, tornando alla lentezza molle del tema, un prezioso e
struggente assolo.
E arriviamo a due temi tratti da "La Dolce Vita", un film cult,
spiega
Pieranunzi, che presenta, cosa comune peraltro ad ogni film, oltre
al tema principale, conosciutissimo, anche una serie di temi minori, che vengono
eseguiti una sola volta, secondo le esigenze del regista. Incalzante l'arrangiamento,
preparato da
Pieranunzi.
Giuliani
parte al sax soprano e vira verso il contralto. I due musicisti si ascoltano, si
rincorrono, si stimolano, dimostrando un interplay ricco e creativo.
Si giunge così a due composizioni originali. La prima scaturì durante
la registrazione di "Fellini Jazz". "Immerso in un'atmosfera stimolante"
– racconta il pianista – "inevitabilmente mi venne da scrivere qualche cosa che
rappresentasse a modo mio il mondo felliniano". Ecco allora "Fellini's
Waltz", originalmente eseguito in duo con
Charlie Haden. Ci immergiamo di nuovo in un'atmosfera di sogno, grazie
anche al soprano di
Giuliani,
e in una circolarità che ci fa pensare un po' a Satie. La seconda composizione
originale, "Newsbreak" è contenuta in un bellissimo
disco in trio con
Charlie Haden e Billy Higgins, del
1990. A parte l'inizio, racconta
Pieranunzi,
è una composizione quasi interamente improvvisata. L'andamento è assai veloce, con
un dialogo serrato tra il piano e il sax contralto e in cui ogni strumento a tratti
si defila lasciando che prevalga l'altro. Ci sono anche situazioni aritmiche, da
cui esce ben definita la creatività e la sicurezza caratteriale degli artisti.
Conclusione sulle note del tema de "La strada",
uno dei più celebri del mondo, scritto nel 1954
per un film che vinse l'Oscar nel 1956. Si tratta di una musica suggestiva, ha spiegato
il pianista, adatta all'interpretazione jazzistica. "Non c'era molto da fare
perchè è comunque un tema già pronto … Ho effettuato solo qualche piccolo ritocco
su quella che noi chiamiamo la griglia armonica". Il pubblico rimane conquistato
e forse continuerebbe ad ascoltare ad libitum una musica sapientemente reinterpretata,
unita ad una narrazione così confidenziale. E allora i due musicisti eseguono "un
valzer amarognolo", "Blue Waltz", composto
recentemente da
Pieranunzi
e non ancora inserito in sedute discografiche. E' un 3/4 che cattura, e che ti invita
a seguirlo sia lungo le linee melodiche che nelle improvvisazioni: del contralto,
assecondato dal piano con discrezione e del pianoforte in solitudine, con i bassi
a sostenere il libero girovagare della mano destra.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 15/04/2007
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