Enrico Rava New Quintet special
guest Daniel Binelli Roma, Auditorium Parco della Musica, sabato 11 settembre 2010 di Marco De Masi
foto di Daniela Servello
In occasione del Festival Buenos Aires Tango, in svolgimento
all'Auditorium Parco della Musica di Roma dall' 8 al 19 settembre,
Enrico Rava
incontra insieme al suo New Quintet il maestro argentino Daniel Binelli,
bandoneonista di fama internazionale.
Il concerto si apre con le atmosfere
oniriche del New Quintet, le stesse espresse negli ultimi lavori del trombettista
per l'ECM come "The Third Man" e "New York Days". La cifra stilistica
di Enrico
Rava sembra essere rimasta intatta negli anni, ma allo stesso tempo
rinnovata grazie al contributo degli eccellenti musicisti da cui è affiancato. Gli
intrecci strumentali, gestiti con particolare attenzione alle dinamiche, fanno da
sfondo al tipico lirismo raviano arricchito dagli originali ricami del trombone
di Gianluca Petrella.
Un inizio intenso che porta gli spettatori - a seguito di una
trascinante improvvisazione conclusa in un tema dal sapore latino - all'ingresso
dell'atteso maestro argentino Daniel Binelli, che esegue in bandoneon "solo"
un brano di Astor Piazzolla seguito da una composizione popolare sud americana del
1930. Entrambe le esecuzioni sono caratterizzate da un trasporto e una brillantezza
esecutiva che catturano una platea raccolta in un silenzio attento ed irreale.
Un forte applauso accoglie a questo punto sul palco il ritorno
del quintetto che da qui in poi dividerà la scena col formidabile solista argentino.
I brani che seguono sono tutti presi dal repertorio di
Enrico Rava:
dal celebre tema di Bella all'ultima sua composizione, l'inedito Occhi,
caratterizzata da quell'intimità sognante tipica dello stile del trombettista.
Non poteva mancare poi il brano estratto dall'album "Noir", Tango for Velasquez
& Pepita, dove il quintetto e Binelli trovano il momento di maggiore intesa
e le incursioni solistiche sembrano raggiungere una forza e un'eloquenza inconfutabile;
da segnalare anche il bellissimo intervento al contrabbasso del giovane Gabriele
Evangelista.
Non mancano poi attimi di grande interplay: le incalzanti ritmiche
Fabrizio Sferra, ancorate al roccioso incedere di Evangelista creano un tessuto
su cui i musicisti dialogano con disinvoltura, diretti dalla ferma mano del trombettista
che li guida nell'improvvisazione gestendo le dinamiche e gli incastri strumentali.
Un concerto dai toni cangianti, dove jazz contemporaneo e musica
popolare argentina si mescolano in un affresco tipico dei nostri giorni, in cui
la contaminazione stilistica e culturale diviene un presupposto determinante per
crescere e progredire nella ricerca musicale. O forse, pensando ad
Enrico Rava,
per andare alla ricerca di quel passato lontano - l'Argentina - che ancora oggi
è possibile ascoltare nella sua musica.