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John Surman
Saltash Bell
ECM 2266 (2013)
1. Whistman's Wood
2. Glass Flower
3. On Staddon Heights
4. Triadichorum
5. Winter Elegy
6. Ælfwin
7. Saltash Bells
8. Dark Reflections
9. The Crooked Inn
10. Sailing Westwards
John Surman - sax soprano, tenore,
baritono; clarinetto alto, basso e
contrabbasso; armonica; sintetizzatore
Surman ha tanta di quella creatività addosso, che non è mai solo, anche quando –
di fatto – si misura con sé stesso e i suoi numerosi strumenti a fiato.
I precedenti sono tanti e diversi e tutti con ottimi risultati, ma "Saltash Bells" appartiene a una casta ristretta: quella dei dischi buoni.
Il clarinetto basso contrappunta (e viceversa) le punture elettroniche del sintetizzatore,
ma senza creare le solite – e oramai noiose – atmosfere siderali, semmai il contrario,
perché i toni sono caldi, classici, forse epici ("Whistman's Wood").
L'errore che un musicista avrebbe potuto correre sarebbe stato quello di svirgolare
nel manierismo: Surman non ci pensa neanche, perché ogni sua nota è una inventio:
si ascolti la gioiosa "On Staddon Heights", che paga il debito, più delle altre,
a una parte della tradizione musicale anglosassone; qui Surman sovraincide soprano
e clarinetti su di un pedale elettronico leggiadro.
L'eleganza è l'altro marchio di questo disco, che fa coppia con l'energia stuporosa
del polistrumentista britannico, ed è messa in chiaro nella bella "Winter Elegy",
moderatamente crepuscolare, in cui il soprano diventa un fioretto che elargisce
carezze. "Dark Reflections" sussulta e si apprezza la ritmica elasticità che, via via,
si dissolve alla stregua di un ectoplasma zoppo. Strumenti sovrapposti che si incrociano
e si fiancheggiano, come in un singolar tenzone medievale, i cui toni e strutture
melodiche echeggiano forti e chiari in "The Crooked Inn". "Sailing Westwards", bella rocciosa e saltellante con l'armonica che lancia
freccette contro il sassofono, chiude un album bello, fresco e giovane, a dispetto
dei quasi settant'anni di John Surman, che potrebbe vendere estro e ingegno
a un bel po' di giovanotti.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/12/2013
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