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Il titolo stesso tradisce le intenzioni artistiche
di questo disco. Luar è una bellissima, sonora, parola che significa in portoghese
"Luce di luna piena". Musica sognante quella prodotta da questo quartetto,
ma non per questo snervata o minimalista. E che in episodi come "L' alba di Yousiph"
riesce anche ad accendersi ritmicamente, pur nella totale mancanza di una sezione
percussiva.
L' ispirazione prevalente del lavoro di
Bebo Ferra
è in quella vasta produzione musicale brasiliana che affonda molteplici radici tanto
nella sconfinato patrimonio folclorico del grande paese amazzonico, quanto nell'arte
dei compositori contemporanei (Villa Lobos in primis). Una musica immediata e colta
allo stesso tempo, comunicativa e raffinata che oggi sembra affascinare tanti musicisti
italiani (Stefano
Bollani, ad esempio, o Gabriele Mirabassi). Più precisamente
il nume tutelare sotto gli auspici del quale questo Luar pare essere nato
è il grande Egberto Gismonti, musicista da sempre in cerca della sintesi
fra colto e popolare.
Impasti sonori molto belli, impreziositi dall'incanto lirico del violoncello
di Marco Decimo, atmosfere melodiche delicatissime, con il pianoforte della
Marcotulli
ad evocare talora ombre di jazz nel panorama lunare disegnato dai partners. Il tutto
all' insegna di quel sentimento universale della saudade, quella sommessa
ed inquieta malinconia che la lingua e la musica brasiliana hanno saputo, più di
ogni altra, evocare.
Un buon lavoro, senza dubbio. Equilibrato, curatissimo, a tratti appassionante.
Tuttavia lascia all'ascoltatore esigente tutti i dubbi sullo stato della musica
improvvisata dei nostri giorni. Una musica che sa magnificamente attingere a tante
fonti, ma che sembra non riesca più a tracciare una nuova strada. Ma è un discorso
che porterebbe lontano e che niente vuole togliere al piacere dell' ascolto di
Luar.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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COMMENTI | Inserito il 15/2/2010 alle 21.39.26 da "michelecamarca" Commento: Trovo le clip ascoltate affascinanti. Acquisterò il cd per le sue atmosfere evocative, le armonie aperte e al tempo stesso melodiche ("sole d'aprile" e non solo). Equilibrato ed essenziale Ferra, adorabile Marcotulli ( colta, eclettica, "musicale", mai sopra le righe - come invece altri eccelsi pianisti italiani),ottimi Decimo e Pareti (a dimostrazione che i musicisti italiani sono di grande livello).La mancanza della materia percussiva neppure si avverte tanto è valido questo ensemble. Non sarà il tracciare di una strada nuova - come chiosa la, per altro, bella recensione di Buttafuoco - ma l'equilibrio e le dinamiche per quel che si ascolta sono perfette. Bravi! Questa è - anche - la "nostra" musica che credo non debba necessariamente essere proiettata alla pura improvvisazione, jazzistica o meno. Essa nobilita, in senso colto, la definizione "pop" per tutti, musicisti e ascoltatori.
Michele Camarca | |
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Data pubblicazione: 13/02/2010
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