Enrico Rava "Tribe" Ueffilo Jazz Club, Gioia del Colle (BA) - 22 gennaio 2012 di Vincenzo Rizzo
Enrico Rava
- tromba Gianluca Petrella
- trombone
Giovanni Guidi - piano
Fabrizio Sferra - batteria
Gabriele Evangelista - contabbasso
Serata delle grandi occasioni quella del 22 gennaio al Ueffilo di Gioia del Colle
che ospita, come primo appuntamento della "Rassegna Jazzitalia", il quintetto
del più famoso trombettista del panorama jazz italiano,
Enrico Rava,
per la presentazione del nuovo album inciso per la casa discografica tedesca ECM
di Manfred Eicher, prestigiosa etichetta con la quale il jazzista triestino collabora
già dal 1975.
E l'emozione per l'evento si respira appena entrati nel
locale gremito di appassionati che aspettano di poter prendere posto per il primo
dei due set previsti per la serata. Anche nella voce di Marco Losavio, direttore
artistico assieme ad Alceste Ayroldi del Ueffilo Jazz Club, all'atto della presentazione
del concerto, si registra la "tensione del momento".
Le luci si abbassano, il caldo applauso del pubblico accoglie i cinque musicisti,
la musica parte e, progressivamente, la tensione si allenta trasformandosi in piacere
per l'immediato interplay che i cinque sul palco sono in grado di creare.
Il gruppo racchiude varie generazioni di musicisti, tutti con una propria storia
e personalità stilistica. Rava, infatti, tra le sue doti annovera la non comune
capacità di essere uno straordinario talent scout capace di trovare e lanciare giovani
musicisti dotati di grandi capacità. Un esempio per tutti è
Stefano Bollani
….e scusate se è poco. Del resto, egli ha fatto suo, sin dai suoi esordi, uno dei
meccanismi adottati da molti grandi maestri del jazz americano: l'inserimento periodico
nelle proprie formazioni di giovani musicisti, nuovi talenti, che solitamente hanno
la particolarità di apportare alla musica la freschezza di un sound contemporaneo,
di un modo di intendere la musica che, pur sposandosi con la tradizione, la trasforma
elaborandola in maniera originale. Vanno citati come esempio Miles Davis e i Jazz
Messengers di Art Blakey che, pur nella diversità del proprio stile musicale, hanno
contribuito a lanciare decine di musicisti, molti dei quali diventati nomi di rilievo
grazie alle finezze stilistiche assimilate dai propri maestri, ma soprattutto capaci
di influire in maniera determinate sulle scelte poetiche dei loro leader.
E tra i giovani di grande livello sul palco, assieme a quel "signore dai capelli
bianchi", due "campioni" come
Gianluca Petrella
al trombone e Giovanni Guidi al pianoforte; il primo, barese, che qualche
mese fa, nell'ambito "Prix du Musicien Europeen de l'Academie du Jazz de France",
è stato insignito del titolo di miglior musicista europeo, il secondo certamente
considerato uno dei migliori talenti emergenti del jazz italiano. Alla batteria
Fabrizio Sferra, musicista romano di trentennale esperienza che ha suonato
con jazzisti di fama mondiale. Al contrabbasso il ventitreenne toscano Gabriele
Evangelista che, nonostante la sua giovane età vanta importantissime collaborazioni,
anche a livello internazionale. "Non è altruismo il mio," ha avuto modo di
spiegare il leader, "è puro piacere. Voglio continuare a progredire e per questo
ho bisogno di gente intorno che sia in grado di stupirmi."
I brani proposti sono tutti molto godibili, certamente non animati dal coinvolgente
ritmo dello swing o dai furori del free ma, tutti assieme, formano un delicatissimo
quadro dai toni pastello, senza corrugamenti ne astrattismi ma con spazi liberi
all'interno di un prezioso lirismo di fondo che li pervade. Del resto Rava lo ha
sempre confessato: "anche quando suonavo con
Steve Lacy,
Archie Shepp,
e altri musicisti che urlavano, ero l'unico lì in mezzo a portare avanti una melodia.
Sono dotato di una forte spinta melodica".
Grande la vena compositiva di Rava, grande l'intesa tra i musicisti nell'esecuzione
dei brani, altrettanto grande il talento dei singoli. Se al tutto aggiungiamo lo
splendido ambiente, caldo e raffinato, del Ueffilo, otteniamo un evento veramente
godibile e certamente da non dimenticare.
È stata la conferma che il "vecchio" leone di Trieste, la cui "zampata" non smette
mai di lasciare il segno, è sempre uno dei migliori musicisti italiani.