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Craig Taborn
Avenging Angel
ECM 2011 – ECM 2207- DISTRIBUZIONE DUCALE
1. The Broad Day King
2. Glossolalia
3. Diamond Turning Dream
4. Avenging Angel
5. This Voice Says So
6. Neverland
7. True Life Near
8. Gift Horse / Over The Water
9. A Difficult Thing Said Simply
10. Spirit Hard Knock
11. Neither – Nor
12. Forgetful
13. This Is How You Disappear
Craig Taborn - pianoforte
E' una prova assoluta, oppure un dazio da pagare, il misurarsi con il pianoforte
in perfetta solitudine? Rari i casi in cui l'esperimento non riesca: ognuno con
le proprie peculiarità e limiti, si capisce (seppur, in alcuni casi, sarebbe stato
meglio evitare, anche per l'inutile ridondanza di alcuni lavori). Craig Taborn,
probabilmente, non aveva bisogno di una cavalcata solitaria, fors'anche per il fatto
che il suo suono acquista, sempre più, immediata riconoscibilità anche all'interno
dei diversi combo con i quali ha collaborato e collabora.
Taborn è sempre un po' defilato, non esalta il suo profilo quanto potrebbe. La sua
visibilità è più legata all'essere un sideman di lusso e co-leader di vaglia, così
con James Carter, Tim Berne, Roscoe Mitchell, Dave Douglas,
Evan Parker, tanto per spendere qualche nome. Avenging Angel è il quarto
album da leader del pianista statunitense ed il primo in questa veste con la ECM;
seppure Taborn già da tempo respira l'aria della casa discografica di Manfred Eicher,
da ultimo (2010) con The Rub And Spare Change,
al fianco di Michael Formanek (ed anche Tim Berne e Gerard Cleaver).
"L'angelo vendicatore" parla l'idioma di Taborn: un linguaggio forbito, di uno straordinario
lirismo e con una particolare cura del suono. Un pianismo moderno che interseca
dialetti differenti e mette in mostra, senza tanti fronzoli, le qualità tecniche
sorprendenti e l'innato dono di saper dosare le pause, senza alcuna sbavatura. Sa
essere spigoloso ed anche ricco di sfumature carezzevoli, minimalista o provvido
di abbellimenti che seguono sempre la curva delle sue melodie.
Avenging Angel non
è un lavoro di facile ascolto, ma vale la pena ascoltarlo. Con la dovuta attenzione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/07/2011
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