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Vito Liturri Trio
From Beyond
dodicilune (2018)
1. Il giardino delle albe
2. The Black Temple
3. Timeless Grace
From Beyond – suite in Quattro quadri
4. Prelude
5. From Beyond
6. Interlude
7. Beyond
8. La luna, il riverbero e…
9. Just A Dreamer
10. Una stanza vuota
Vito Liturri - pianoforte, digital piano, synth, elettronica Marco Boccia - contrabbasso Lello Patruno - batteria
Squadra vincente, non si cambia. E Vito Liturri tiene
fede al buon adagio, mantenendo intatto il suo trio, già collaudato con successo
in "After The Storm". Quindi, Marco Boccia al contrabbasso e Lello Patruno
alla batteria, sia accomodano intorno alle tastiere del pianista pugliese, che allarga
il suo ambito di operatività al pianoforte digitale, ai sintetizzatori e all'elettronica,
così avvicinando il suo mood ancor più alle architetture musicali nordeuropee. Liturri
tiene ben saldo in mano il bordone, pur lasciando ampio spazio alle variazioni suggerite
dai suoi compagni di viaggio. Musica a parte, ciò che funziona impeccabilmente è
l'empatico colloquio che la triade imbastisce: tra accenni di classica romantica
e mainstream rielaborato con eleganza.
Dopo una terna di brani dove il linguaggio europeo s'apparenta con quello a stelle
e strisce, troviamo il "core" di questo album: una suite in "quattro quadri" che
si affaccia nel Novecento americano ("Prelude", con Liturri impegnato solo
soletto al pianoforte, lì ad inanellare intervalli arditi con diademi classici)
per fiorire – nella main theme – in una fusion delicata e avvolgente che adagia
il tornito pianoforte di Liturri su un tappeto elettronico non invasivo. La suite
è una sorpresa a ogni svolta d'angolo, perché "Interlude" è algida
e crepuscolare e si chiude con la carezza pianistica del leader. E dà la giusta
stura a "Beyond" con le pertinenti spazzole di Patruno e il gustoso
fraseggio di Boccia che tocca a mano larga le corde del contrabbasso tessendo la
tela per la melodia mediterranea disegnata da Liturri. Chiusa la suite, il pallino
passa a Boccia che apre "La luna, il riverbero e…" con un sapiente assolo
carico di groove che fa da base a un brano muscoloso, dall'incedere sicuro nell'altalena
di armonizzazioni e cambi ritmici ben saldi nella tradizione europea, mercé anche
l'uso opportunamente fragoroso dei piatti di Patruno. "Just A Dreamer" porta
alla mente i leggendari piano jazz trio, con la linea melodica ben in evidenza,
ma sempre pronta a essere frammentata dal piano – qui digitale – di Liturri. L'eccellente
lavoro del trio di Vito Liturri si chiude con le ariose marezzature cantabili e
le sospensioni ben accennate di Una stanza vuota.
Mai titolo fu più azzeccato, "From Beyond": al di là del solito jazz,
senza mai tradire le aspettative e la tradizione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/02/2019
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