|
Lorelei Quartet
Seta
dodicilune (2011)
1. Andaluna
2. Kabul
3. Seta
4. Samba Fara Tine
5. Petit Prince
6. Aran
7. Audrey e il Mare
Loris Deval - classic guitar
Alberto Occhiena - vibraphone
Massimo Marino - accordion
Giorgio Fiorini - doublebass
Guest Martina Mazzon - violin
Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
Fax +39 0832.1831054
email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
Il disco di esordio del Lorelei Quartet è sicuramente promettente. I quattro
giovani musicisti, più il violino "guest" di rinforzo, hanno le idee chiare e una
concezione del jazz piuttosto precisa. Suonano, infatti, una musica intrisa di melodia
con qualche eco folk, qualche aroma sudamericano, in cui predominano i toni leggeri
e delicati. In più, per non incrementare le dinamiche, rinunciano alla batteria,
assumendosi vicendevolmente il compito del sostegno ritmico. In questo modo si crea
un lavoro circolare dove il motivo viene eseguito da una voce o da due, o più, strumenti
all'unisono. Si innestano, immediatamente, variazioni, ricami, sottolineature, in
un gioco di squadra attento ai dettagli, alle sfumature, ai sottintesi. La chitarra
di Loris Deval, autore di tutti i brani, procede privilegiando un accompagnamento
soffice e un solismo attento all'ambiente armonico, al clima dei brani, mai ergendosi
a protagonista sopra le righe. I suoi assoli sono compositivi al cento per cento.
Sono funzionali allo sviluppo dei motivi, li accarezzano quasi, li fanno lievitare
lentamente.
Quando entra in gioco Massimo Marino immette nel discorso un sapore di antico
e di moderno allo stesso tempo con una fisarmonica che conferisce alla musica il
colore di una festa paesana locale e, al contempo, si riallaccia al tango, all'Argentina,
ad un esotico vissuto come vicino se non come familiare.
Alberto Occhiena si occupa, spesso, della parte ritmica, percuotendo il
vibrafono con forza e decisione, sempre in un contesto in cui nessuno "esce fuori"
con troppa foga, superando certi limiti acustici. Nei suoi interventi solistici
rivela gusto, swing e capacità di ascolto dei partners. Sono particolarmente
preziosi i suoi inserimenti "a levare" note più che ad aggiungerle. Poche frasi,
ben pronunciate e collocate al posto giusto.
Giorgio Fiorini, per così dire, si accontenta di far cantare il contrabbasso
in ogni situazione. Non accompagna soltanto o rifiuta a priori questo ruolo definito.
Si esalta nel dire la melodia o nel proporre variazioni tematiche di indubbia efficacia.
Martina Mazzon con il violino sottolinea la grazia dei motivi, senza farli
diventare sdolcinati o troppo leggeri. Il suo contributo è particolarmente importante
dal punto di vista timbrico, perché arricchisce il suono complessivo del gruppo
con un qualcosa di classico e di popolare allo stesso tempo.
I brani sono tutti di un valore analogo. Si fanno raccomandare, comunque, fra
gli altri "Andaluna" per la bellezza di un tema che ha il profumo delle valli
alpine e sembra esprimere, quasi in contraddizione, nel contempo, la nostalgia per
l'oltreoceano, per terre solo immaginate o sognate. Anche "Seta" ha un andamento
coinvolgente, se si è in condizione di apprezzare i toni sentimentali, malinconici
di un brano in cui tutti collaborano a comporre un affresco dipinto con cura artigianale,
utilizzando stoffa naturale, tinta "a mano".
In conclusione questo cd è una presentazione adeguata per un quintetto che ha
una visione allargata del jazz. La "contaminazione", in questo caso, nasce dall'esperienza,
dalla memoria di musiche etniche autoctone e dall'amore dichiarato per i ritmi latini.
Da queste influenze e dalla tecnica sicura di tutti i musicisti, da un lavoro accurato
di preparazione, scaturiscono una serie di tracce con una loro fisionomia e personalità.
Per degli esordienti questo è già un risultato confortante.
Gianni Montano per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.162 volte
Data pubblicazione: 18/12/2011
|
|