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Sabino De Bari
Pas de Chat
Dodicilune (2011)
1. Pas de chat (Parte I)
2. Pas de chat (Parte II)
3. Pas de chat (Parte III)
4. Metamorfosi notturne
5. Lultimo elemento
6. Valse des troix oisons
7. Dolcefiore
8. Agnosia
9. Tienimi per mano
10. Easy Day
11. Nel ricordo
12. Dedica concorde
13. Pas de chat (Reprise)
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Si muovono rapidi, silenziosi, precisi e sicuri i gatti di Sabino de Bari, tra accordi
ampi e scale vertiginose, senza un attimo di tregua, senza esitazione alcuna. Pas
de Chat, l'album da solista del chitarrista pugliese, dimostra maturità e voglia
di mettersi in gioco, sperimentando, quasi osando. Perché si osa quando si tenta
di far danzare la chitarra classica con quella del flamenco, tanto più quando tra
una cosa e l'altra spunta un fingerstyle che sa di Mississippi. Si osa e si osa
bene soprattutto quando il trittico iniziale, che regala il nome al disco, bussa
ai timpani dell'ascoltatore pretendendo attenzione e attenzione ricevendo, quando
le diteggiature pulite e risolute non lasciano dubbi sulle virtù dell'esecutore
e del compositore. Che poi siano la stessa persona, è qui un dettaglio. La chitarra
classica, in Pas de Chat, si libera del rigore fine a se stesso e si dimostra strumento
mutevole, malleabile, armonico e ritmico come in Metamorfosi Notturne, nella quale
corde e legni vengono percossi a dare ritmo a melodie dal background latino. Agnosia,
originale quanto affascinante, si contorce come pensieri profondi che prendono forma
col tempo senza mai perdersi, cambiando spesso tema ma sapendo ritrovare sempre
la via del ritorno proprio come fanno i gatti.
Sabino de Bari dimostra grande padronanza dello strumento, è maturo nelle composizioni
che, seppur complesse, sanno donarsi all'ascoltatore docili e amorevoli. Nonostante
la difficoltà di un progetto solista, il lavoro è di rilevante interesse.
Pietro Scaramuzzo per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/12/2011
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- Eva Simontacchi