Open Jazz Festival d'Ivrea e Canavese 2013
19 - 23 marzo 2013
di Gianni Montano
19 marzo 2013
Chiaverano
Presentazione del libro:
"Massimo Barbiero, Sisifo la fatica della ricerca"
di Gianfranco Nissola e Guido Michelone
Presentazione del CD:
"Sisifo" di Massimo Barbiero
concerto
Massimo Barbiero
Claudio Cojaniz
Giulia Ceolin
Massimo Barbiero
- batteria e percussioni
Claudio Cojaniz - pianoforte
Giulia Ceolin - danza
20 Marzo 2013
Bollengo
Les Voix Qui Dansent
Chiara Bassi, Irma Cannatella, Eliana Daghetti, Gabriella Fornero,
Luisa Fornero,
Mina Frons, Lisa Gino, Dolly Giva, Valeria Musto, Simonetta Valenti
Giovanni Guidi Quintet
Shane Endsley - tromba
Dan Kinzelman - sax tenore
Giovanni Guidi - pianoforte
Thomas Morgan - basso
Gerald Cleaver - batteria
21 marzo 2013
Banchette
Salone Comunale Sala "E. Pinchia", via Roma, 59
Circular E-Motion
Feat. Rob Mazurek
Rob Mazurek - tromba
Enrico Terragnoli - chitarra
Stefano Senni
- basso
Enzo Carpentieri - batteria
La trentatreesima edizione del festival di inizio primavera a
Ivrea, già Euro e da qualche anno Open, conserva il target abituale degli ultimi
anni, attraverso l'offerta di un jazz e dintorni di interesse e qualità, suddiviso
in cinque serate distribuite sul territorio.
Si comincia il 19 marzo a Chiaverano, in un teatro storico adeguatamente ristrutturato,
con la presentazione del libro dedicato a
Massimo Barbiero:
"Sisifo, la fatica della ricerca", curato da Guido Michelone e
Gian Nissola. Il testo aiuta certamente a conoscere meglio il leader di "Odwalla"
ed "Enten Eller" con l'alternanza di suoi pensieri e considerazioni sulla società,
sull'arte in genere e sulla musica in particolare e la citazione di recensioni provenienti
dalle maggiori riviste italiane del settore e dal web. Chiudono il volume due saggi
illuminanti di Franco Bergoglio e Davide Ielmini.
Le parole lasciano ben presto spazio
allo spettacolo: salgono sul palco
Massimo Barbiero,
Claudio Cojaniz e Giulia Ceolin e prende forma una performance, di
circa un'ora, indubbiamente intensa e carica di vitalità. Il pianista friulano suona
con un approccio spirituale e allo stesso tempo fisico, tirando fuori dagli ottantotto
tasti temi aggraziati, ritmi vivaci, pause e fraseggi incantati o antiromantici,
che provengono direttamente dalla sua interiorità e dalla sua manifesta corporeità.
Le sue mani percuotono la tastiera o la sfiorano dando vita a note sempre necessarie
e concludenti. Ci sono il blues, l'Africa, ma in filigrana si distinguono anche
i canti popolari del nord est e della vicina regione balcanica, filtrati da un musicista
innamorato di Monk e del suo universo espressivo. A questo incipit decisamente caratterizzato,
Barbiero risponde con una controproposta di disegni melodici timbricamente definiti,
lasciando margini di azione in solitudine al collega e riservando per sé altre possibilità
equivalenti. Quando dialogano si avverte la rodata consuetudine certificata anche
dall'aver fatto parte insieme del quartetto "Marmaduke". Allorché uno dei due tace,
si riscontra una volontà di ascolto dall'atteggiamento reciproco di osservazione,
uno di fronte all'altro. Fra i due, la danzatrice ondeggia con movimenti lenti e
calcolati, venendo fuori dalla penombra e portandosi alla luce, ritornando in ombra,
quasi a non voler disturbare il colloquio fra i musicisti, solo a voler suggerire
una qualche figura plastica a rappresentare scenicamente quel flusso musicale mosso
e penetrante. Accanto a composizioni originali e a brani improvvisati si può ammirare
una "Crepuscule with Nellie" quasi letterale, rinforzata dall'efficacia di
un tocco decisamente energico che va ad abbattersi sul pianoforte. Il pubblico festeggia
la serata con applausi complici e convinti per i tre protagonisti.
Il 20 marzo ci si trasferisce nell'attrezzato salone comunale di Bollengo. In apertura
si esibiscono "Les voix qui dansent", nove voci femminili impegnate a rileggere
un repertorio di canti tradizionali africani. Si fanno apprezzare la passione e
lo studio, l'intesa fra le componenti e il sincero amore per un suono tribale, antico
e sempre attuale. Non mancano i siparietti, come quando nel bis le "Voix" indossano
stivali di gomma per accompagnare il ritmo di un canto dei minatori, battendo fragorosamente
i piedi sulle tavole del palcoscenico. Altrove si accompagnano con piccole percussioni
utilizzandole con parsimonia, ma nel modo giusto. In alcuni brani si lanciano in
movimenti coreografici, semplici ma indovinati.
Alle 22 e 15, puntuale come da scaletta annunciata, compare sulla
scena Giovanni Guidi con il suo quintetto. E' un vero supergruppo: alla batteria
figura Gerald Cleaver, compagno di incisioni di Craig Taborn e
William Parker,
fra gli altri; al basso si posiziona Thomas Morgan, con esperienze diverse
in casa Ecm. La front line di fiati è decisamente lussuosa: Dan Kinzelman
è noto in Italia per la sua collaborazione con
Enrico Rava
e Mauro Ottolini. Shane Endsley vanta nel suo curriculum la partecipazione a dischi
di Steve Coleman e Ravi Coltrane.
La musica si sviluppa secondo coordinate diverse, pur seguendo uno schema riscontrabile
nei diversi brani eseguiti. Solitamente è il pianoforte a introdurre il motivo,
mentre sax e tromba riprendono il tema, non necessariamente producendosi in un lavoro
di sezione. Spesso si confrontano e si contrastano per liberarsi in soli contrapposti
all'interno di strutture ben delineate. E' da ricordare, in particolare, il primo
solo di Kinzelman, dove la tensione monta piano piano fino ad esplodere sul finale.
Non è da meno Endsley con un timbro limpido o sporco a seconda delle circostanze,
sempre al centro dell'azione. Il contrabbasso di Thomas Morgan contribuisce, da
parte sua, a tenere in piedi la sezione ritmica e dispensa interventi di peso e
personalità. Gerald Cleaver accarezza sapientemente i piatti, o batte sulla pelle
dei tamburi con un'aggressività controllata. Suona da batterista postfree di fondo,
in una modalità d'avanguardia assimilabile o assimilata. Giovanni Guidi dispiega
tutta la sua duttilità in questo gruppo, passa agevolmente da un clima all'altro:
è camaleontico come compositore e come solista, ma deve ancora maturare una sua
cifra stilistica.
I numerosi spettatori non risparmiano, comunque, applausi ed ovazioni per entrambe
i concerti.
Per la terza data ci si sposta a Banchette nella sala Pinchia, dotata di un'ottima
acustica. Spetta al "Circular e-motion" il compito di continuare la serie
di appuntamenti. Il quartetto ingloba al suo interno il trombettista americano
Rob
Mazurek, uno dei musicisti di punta del panorama attuale, e vincitore del Top Jazz
2012. Si va avanti con un set di un'ora e mezza di musica totalmente improvvisata.
Il cornettista catalizza il sound del gruppo per mezzo di un fraseggio intricato
e nervoso. Porta il suo strumento sempre verso toni più acuti con piccole progressioni,
poiché parte già da note alte. Il suo procedimento si ripete con variazioni minime
in tutti i brani, fornendo un senso di continuità e omogeneità, non certo di uniformità.
Enzo Carpentieri picchia sulla sua batteria con vigore e determinazione.
Non ama le sottigliezze e i sottintesi. Va giù pesante con scansioni decisamente
rockeggianti e altre vicine ad un free bop corposo e consistente. Enrico Terragnoli
con il podafono dipinge sfondi elettrici di spessore. La sua chitarra è spesso in
distorsione e traccia bordate lancinanti, non invasive, per stare al passo con le
scelte stilistiche dei partners.
Stefano Senni
colpisce con forza le corde del suo contrabbasso per tenere la temperatura al giusto
grado di calore. Il suo apporto è fondamentale in questo senso.
Una sala con diversi posti vuoti decreta il successo di una serata dove si è ascoltata
una musica non certo facile ma indubbiamente di tipo contemporaneo.
Il 22 marzo a Ivrea ci riferiscono che
Stefano
Bollani in piano solo ottiene un lusinghiero successo, riempendo uno
spazio di 800 posti. Il giorno dopo al "Giacosa" Maurizio Brunod con il suo
trio e la Lydian orchestra di Riccardo Brazzale completano il programma
di un festival che ha una lunga storia e vuol proseguire e crescere con opzioni
ogni volta coraggiose e intriganti. L'edizione di quest'anno, in particolare, è
stata dedicata all'organizzatore di tante edizioni dell'euro jazz, Sergio Ramella,
mancato da pochi mesi, che ha portato tanti nomi altisonanti in questa zona del
Canavese.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 02/06/2013
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