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Talos Festival 2015 Ruvo di Puglia 1-11 ottobre Direzione artistica
Pino Minafra di Vincenzo Fugaldi
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La determinazione e la forza di volontà di
Pino Minafra
e dei suoi collaboratori hanno consentito che anche quest'anno si tenesse il Talos
Festival, evento culturale di portata eccezionale in un panorama italiano sempre
più tendente all'omologazione e all'appiattimento culturale. Nonostante le difficoltà
economiche e lo spostamento al mese di ottobre che ha comportato l'utilizzo di uno
spazio al chiuso per i concerti serali, il festival si è svolto come di consueto,
con i primi sette giorni dedicati a bande, fanfare, orchestre giovanili pugliesi,
per poi concludersi con quattro giornate di rilevanza internazionale.
Il percorso è iniziato con un incontro tra suoni popolari
ciprioti e calabresi: il violinista Michalis Kouloumis ha incontrato l'oud e i tamburelli
di Checco Pallone, in una riuscita commistione di suoni che confermava, se ce ne
fosse ancora bisogno, la matrice comune delle musiche del Mediterraneo. Tutto calabrese
invece il duo tra lo stesso Pallone e la lira calabrese suonata da Piero Gallina,
strumento a tre corde di origini greche dal suono pieno di fascino. Gli stessi musicisti
erano poi inseriti nell'articolato progetto di Nicola Pisani denominato
Cypriana, come il cd omonimo autoprodotto dall'artista che riporta la registrazione
del concerto effettuato presso l'aula magna dell'Università La Sapienza di Roma
l'1 ottobre del 2012. Si tratta di un concerto per voce solista, voce narrante,
ensemble jazz/tradizionale e coro, con una forte valenza storico-politica, che ricorda
il dramma vissuto dalla popolazione di Cipro, una vicenda ingiustamente quasi dimenticata.
Per farlo Pisani ha costruito un'opera complessa, profonda, ricca di suggestioni
folcloriche che attingono al patrimonio della musica tradizionale dell'isola, di
testi di poeti greci e ciprioti, in un mélange corposo e creativo che ingloba
fecondi elementi jazzistici, libertà espressiva, e un'essenziale idea di conduction.
Il Talos edizione 2015 ha visto dei momenti nei quali l'arte dell'improvvisazione
ha raggiunto livelli di creatività ineguagliabile. Il primo è stato il duo tra
Louis Sclavis e Michele Rabbia. Il set di percussioni e la batteria
dell'italiano hanno dialogato con i clarinetti del francese con intensità, acume,
purezza, toccando vertici di finissima arte. Attitudine piena all'ascolto reciproco,
apollinea bellezza del suono, senso rigoroso dello spazio sonoro hanno fatto di
questo incontro tra i due grandi del jazz europeo – che suonano in duo raramente
- un momento davvero indimenticabile. Il secondo è stato il concerto in solitudine
del contrabbassista Barry Guy, all'interno del raccolto teatro comunale.
Una tecnica inarrivabile, totalmente subordinata alla creazione artistica, ha consentito
a questo grande protagonista della musica improvvisata europea di ricavare dal suo
contrabbasso a cinque corde, all'interno di una progettualità improvvisativa di
assoluto rigore, suoni sempre estremamente controllati nonostante l'approccio allo
strumento a tratti aspro, violento, rabbioso, mediato da barre di metallo inserite
fra le corde come in Five Fizzles for Samuel Beckett, ma anche legato a momenti
introspettivi e delicati, come nella ballad Still. Il contrabbassista ha
suonato anche in altre due suggestive occasioni nella cattedrale di Ruvo, insieme
alla moglie, la violinista Maya Homburger, eseguendo composizioni originali di taglio
contemporaneo e musiche bachiane.
Il duo composto dal pianista ucraino Vadim Neselovskyi e dal russo Arkady
Shilkloper (corno francese e corno alpino) ha eseguito brani originali dal cd
del 2014 (Krai), mostrando affiatamento e notevoli doti tecniche, specie
da parte del russo, uno dei maggiori esperti dei due strumenti. Atmosfere quasi
esclusivamente di matrice europea, eccetto Birdlike di Freddie Hubbard eseguita
per pianoforte solo.
Il concerto dei Funk Off si è inserito perfettamente nell'atmosfera del festival
pugliese, portando la vincente idea di Dario Cecchini su palco del Palazzetto
per un'infuocata esibizione all'insegna del ritmo e del movimento. Lo stesso Cecchini
si è poi fermato due giorni a Ruvo per una masterclass con due street band locali,
la Conturband e la Birbant Band.
Al rapporto tra immagini e musica il Talos ha dedicato due incontri pomeridiani,
presso il Teatro comunale. Il primo era un omaggio al sindacalista pugliese Giuseppe
Di Vittorio, affidato alle immagini di Mario Perrotta e al quartetto di
Pasquale Innarella, che con i suoi sassofoni e il supporto di Francesco Lo
Cascio al vibrafono, Pino Sallusti al contrabbasso e Roberto
Altamura alla batteria ha suonato composizioni jazzistiche che attingevano alla
sua memoria familiare, costruite su nenie popolari, alternandole a brani noti come
Non è l'amore che va via di Capossela e Odwalla di Roscoe Mitchell.
Il secondo era affidato alle fotografie realizzate nelle township sudafricane
da Pino Ninfa, suddivise per tematiche. Storie fotografiche dense di povertà,
di sofferenza, ma anche di gioia e di grande umanità, realizzate con un poderoso
senso dell'inquadratura, e commentate da una suggestiva e pertinente improvvisazione
a due affidata alla batteria di Vincenzo Mazzone e ai sassofoni di Nicola
Pisani.
Fra le iniziative collaterali va ricordata anche la presentazione di tre importanti
produzioni discografiche: Born Free, il duo Louis Moholo-Livio
Minafra, cd e dvd Incipit Records; MinAfric, etichetta Sud Music
Records; Rebel Flames, Ogun, memorabile incontro live fra Moholo, i Minafra,
Ottaviano e Roberto Bellatalla.
Com'era ovvio attendersi, il concerto per pianoforte solo di
Franco D'Andrea
è andato incontro alle aspettative, confermando l'assoluta centralità di questo
artista nel panorama musicale italiano, la sua capacità di reinterpretare e reinventare
standard come I Got Rhythm, Giant Steps, ‘Round Midnight,
Lover Man alternandoli a proprie felici composizioni con eccelsa raffinatezza
e tecnica sopraffina, senza mai far sfoggio di virtuosismi.
La MinAfric, reduce dalla pubblicazione del cd sopra citato, ne ha presentato i
brani, come sempre di notevole complessità ed estensione, molti dovuti alla penna
di
Livio Minafra. L'orchestra si conferma, specie oggi che l'attività
dell'Italian Instabile pare essersi interrotta, fra le più importanti grandi formazioni
italiane, costituita com'è da formidabili improvvisatori e solisti, come eccellentemente
dimostrato dalla magmatica introduzione free al trascinante brano iniziale e da
tutto lo sviluppo del lungo concerto. Impossibile citare gli innumerevoli assolo
di qualità che hanno impreziosito il set sulla fortissima base ritmica costituita
dalle due batterie affidate a Vincenzo Mazzone e Giuseppe Tria. Come
spesso avviene nelle esibizioni di questa orchestra, è intervenuto il quartetto
vocale Faraualla per un brano composto da Gabriella Schiavone e arrangiato
da Roberto Ottaviano e per la composizione di Nicola Pisani Fabula Fabis.
Su tutto vigilava l'istrionica personalità di
Pino Minafra,
che si è riservato i consueti spazi vocali all'interno di brani come Maccaroni
e La danza del Grillo, oltre allo scatenato bis.
Livio Minafra ha dedicato il suo brano Aurel ai giovani pacifisti
di Ankara, vittime di una violenza assurda.
La serata finale era interamente dedicata alla vicina Albania, con l'esibizione
di diversi gruppi. Il primo era un quintetto vocale che ha dato un saggio del fascino
e della complessità della polifonia albanese, una delle più suggestive dell'area
mediterranea insieme a quelle sarda e corsa. Al coro si è poi unito il giovane pianista
e polistrumentista Robert Bisha, una rivelazione nel suo approccio contemporaneo
alla tastiera, pronto a sottolineare ogni sfumatura della musica corale con tecnica
superlativa. Bisha ha poi eseguito un brano al solo pianoforte ispirato alle musiche
per flauto dell'Albania e uno al saz, liuto di origine curda, unendosi alla Fanfara
di Tirana per eseguire con questa brass band alcune sue composizioni. La Fanfara
ha infine accolto la fantasia ritmica dei Transglobal Underground, noto gruppo
londinese che coniuga world music ed elettronica, per una lunga kermesse di suoni
trascinanti e festosi, tra richiami etnici e ritmi funky, hip hop, groove e feconda
tradizione balcanica.