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La prima registrazione del chitarrista Mauro De Leonardo conferma
l'acutezza dell'etichetta pugliese Dodicilune nello scovare e promuovere le voci
nuove del quadro jazzistico nostrano.
Si tratta infatti di un ottimo musicista ma, cosa ancora più rilevante,
di un sensibile compositore che dà prova del proprio gusto e stile lungo i diversi
e mai noiosi momenti che suddividono questo disco.
Il chitarrista punta all'incontro fra musica napoletana con il feeling
jazzistico d'oltreoceano e sostanzialmente lo fa unendo il calore e la passionalità
delle musiche tradizionali con la finezza, la ritmica e le armonizzazioni tipiche
del jazz moderno. Molto eloquente è la rosa dei musicisti che compongono il quintetto,
il cui stile fresco e lieve si adatta bene alle forme generali dell'opera rendendola
estremamente emozionale ed emozionante.
Impossibile non notare in primo piano la bellissima coppia di fiati di
Martino e Campagnoli, che attua quasi su tutto il disco un elegante
gioco di intrecci e scambi di fraseggi o abbellimenti, sostenuti sullo sfondo da
De Leonardo,
De Paola e
Vigorito.
La sezione ritmica del quintetto gioca molto sulla capacità di "suonare
piano", cioè in senso non invadente, e per farlo sceglie prima di tutto dei ritmi
lenti e molto fluidi su cui lo strumento possa dispiegare con tranquillità i proprio
suoni – discorso che vale in particolar modo per il contrabbasso. Anche De Leonardo
muove sulla stessa direzione ed il risultato è molto efficace, tanto più quando
passa a fraseggi solistici.
Lungo gli otto brani sì riconoscono i diversi riferimenti da cui prendono
respiro le composizioni: troviamo infatti "Giulio"
e "Norma", pienamente collocabili nel sentimento
Jazz o perfino Blues, ma anche "Elle", dove
De Leonardo, accompagnato dalla chitarra di Antonello Paliotti, ospite
del caso, si getta a capofitto nella tradizione partenopea. La sensazione che se
ne ricava è di rarefatta dolcezza, che in generale impregna tutte le composizioni
di questo disco.
Un caso a parte è il quarto brano, "Senza Titolo",
in cui il riferimento e lo stile sono esplicitamente latinoamericani. In questa
leggerissima Bossanova compare il trombone del secondo ospite di questa registrazione,
Roberto Schiano. Infine rimane a chiudere il disco l'unica composizione non
firmata da De Leonardo, bensì da Paliotti che ne è anche l'esecutore:
"Valse". Ma anche qui lo stile non muta: rimane
sempre dominato da quella levità straordinaria ed empatica che conferisce a "Nel
Frattempo" il suo valore ne struttura la bellezza.
Achille Zoni per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/08/2007
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