Nadia Guida e
Thomas van der Aa
Si é conclusa domenica 23 luglio la quinta edizione del
Blue Note Records Festival
di Gand in Belgio, crocevia di artisti, suoni, ritmi per amanti della musica jazz
e non solo.
Capoluogo della Fiandra Orientale, città ricca di storia e tradizione
jazzistica, Gand ha offerto dal 13
al 22 luglio ad un pubblico
accorso da ogni parte del Belgio, dalla limitrofa Francia e dall'Olanda, un menù
musicale di ampia scelta e qualità.
La prima parte si é svolta dal 13 al 18 luglio ed ha portato in scena
oltre 22 artisti jazz con quattro concerti al giorno. La seconda parte al 19 al
22 luglio é stata scandita da note blues, funk e voodoo e ha visto la partecipazione,
tra gli altri, di artisti del calibro di Dr John e Randy Newman.
Ambientato in un vecchio monastero "Bijloke" oggi parte dell'Università
di Gand, il Blue Note Records
Festival é stato inaugurato dal Quintetto del trombettista Carlo
Nardozza, (vincitore del premio "Giovane Talento Jazz Gand
2005") che ha riscaldato il pubblico con
suoni mediterranei e hardbop prima dell'esibizione di
Dianne Reeves,
una delle migliori voci sulla scena musicale attuale, paragonata alle grandi dive
del Jazz quali Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan.
Dianne Reeves
é riuscita a convincere con i suoi toni carichi di emozioni e con alcuni aneddoti
piccanti in occasione del suo incontro con George Clooney!
Venerdi é stata la volta di David Murray accompagnato dai Gwo-Ka
Masters dal Guadalupe che hanno dato vita ad uno spettacolo suggestivo, incrocio
di sonorità provenienti dall'Africa, dal Sud America e dai Caraibi, trasportando
e coinvolgendo il pubblico in un'atmosfera festiva e innovativa sulle note del clarinetto
e del sassofono del bravissimo Murray.
La seconda parte della serata é stata animata dal sassofono di John
Zorn e dai suoi "Acoustic Masada" con sonorità ebraiche klezmer, improvvisazione
jazz e grazie alla straordinaria prestazione del trombettista Dave Douglas.
Ad inaugurare il weekend sono stati i Washington-Vann- Galland
che nonostante l'ora (concerto iniziato alle 16.30) riescono a contare su un pubblico
abbastanza numeroso senza però entusiasmarlo. Subito dopo é stata la volta del Trio
di Eric Legnini che ha reso omaggio a "La Strada" di Fellini e alle
origini italiane del pianista.
Tra le esibizioni più spettacolari e decisamente di più forte impatto
c'è quella di Jason Moran & Bandwagon. Moran, col suo cappello
e in abito gessato sembra uscire da un film anni
'50 per incantarci con
i suoi campionamenti funkeggianti e con diversi stili abilmente padroneggiati dal
blues al ragtime.
L'attesissimo
Wayne Shorter affascina gli appassionati con creatività e improvvisazione
già dal pimo brano "Photographia"
di Jobim magnificamente interpretata dallo scatenato
Brian Blade (alla batteria),
John
Patitucci (contrabasso) e
Danilo Perez
(pianoforte), decisamente la prestazione migliore di questo festival.
Domenica è stata la volta di due figure note al Jazz italiano:
Paolo Fresu
che ha instaurato subito un contatto diretto col pubblico trascinandolo sulle note
di "Que rest-il de nos amours"
per poi articolarsi e spaziare dalla ballad all'hardbop e quella di
Gianluigi
Trovesi al clarinetto con Nathalie Loriers ed i suoi Chemins
Croisés.
Aldo Romano, Henri Texier e Louis Sclavis trascinano il
pubblico in un viaggio la cui destinazione è l'Africa con colori, ritmi e virtuosismi
sonori.
Dopo l'Africa si parte per l'Asia con
Charles
Lloyd e I "Medecine Men" in un viaggio quasi spirituale scandito
dal ritmo del tamburo di Zakir Hussein.
Lunedi sera è la volta di due gruppi non puramente jazz ma che fanno il
pienone, Madredeus e Mariza.
Si ricomincia martedi con la voce roca di Madeleine Peyroux, giovane
cantante e chitarrista sulle orme di Billy Holiday e Patsy Cline. Blues, country,
ballads e anche pop in attesa dell'esibizione dell'ottantaquattrenne belga
Toots
Thielemans, una leggenda della musica jazz. Impossibile non rimanere
sbalorditi dalla sua presenza sul palco, quando inizia a suonare il pubblico in
sala si alza in piedi. La cantante Trijntje Oosterhuis ci fa venire i brividi
con la sua voce,
Toots
spazia con la sua armonica da classici del jazz come "Naima"
al repertorio di Billy Holiday chiudendo la prima parte del festival come meglio
non si poteva.