Intervista a
Toots Thielemans
Milano, Blue Note, 6 giugno 2004
di Claudia Federica Bernath
foto di Alberto Gottardelli
Sono davvero emozionata all'idea di poter rivolgere qualche domanda a questo straordinario musicista. Ma lui è così immediato nel creare quella semplice intimità che te lo fa sentire un amico di sempre, da cancellare all'istante anche la minima titubanza.
C.B.:
Toots, ti piace suonare a Milano, qui al Blue Note?
T.T.:
Amo Milano, ed amo suonare in questo fantastico locale. Beh, in effetti adoro suonare dappertutto: l'armonica è uno strumento di dimensioni così ridotte da poterlo suonare anche a letto. Chiedi al tuo amico che mi sta fotografando (si riferisce ad Alberto Gottardelli, noto armonicista del panorama jazz milanese): sono certo che anche lui suoni stando comodamente sdraiato nel suo letto!
Vedi, a casa mia tengo un'armonica in ogni stanza, persino in bagno!" (Ride divertito. Si capisce che ha voglia di raccontarsi e prosegue).
Devo però dire che quello del jazz è un mercato davvero difficile da conquistare: per le pop stars è tutto molto più semplice. Prendi
Britney Spears: giovane com'è, già 5 anni fa era conosciuta in tutto il mondo!
Io sono però ugualmente contento: ora in Belgio possiedo una bella casa con piscina, una Rolls Royce e a 82 anni potrei ritirarmi, ma continuo a lavorare, perché amo ciò che faccio. E continuo ad esercitarmi e ad ascoltare i grandi del jazz.
Jazz! Credo che possa essere paragonato alla grammatica di un idioma; l'improvvisazione rappresenta i sostantivi, gli aggettivi che ogni interprete può utilizzare per colorare a suo piacere le frasi, ma le regole grammaticali sono le stesse.
Ho iniziato a suonare la chitarra nel
'45
nella sala da the di una pasticceria di Bruxelles. E naturalmente studiavo ascoltando dischi...(Più volte, mentre parla, mi punta con forza un dito nel braccio, quasi per sottolineare l'intensità delle emozioni dei propri ricordi...)
Nel
'47
realizzai la mia prima registrazione, in un garage…(sorride nostalgico)...ed iniziai a farla girare. Capitò nelle mani di Bill Evans che mi volle a New York. All'epoca, purtroppo, non ebbi la possibilità di andarci. Fui successivamente invitato da Charlie Parker e… stentavo a crederci, gli americani mi accettarono, capisci, potevo suonare con loro! Ed ho suonato con i miti del jazz, da Charlie Parker a Jaco Pastorius, da
Ella Fitzgerald a
Benny Goodman, poi Bill Evans...
C.B.: C'è qualcosa che cambieresti della tua vita?
T.T.: Mi considero un uomo fortunato perché ho sempre fatto ciò che mi piaceva. Certo, quello del jazz è un ambiente a senso unico: vorrebbe che tu suonassi sempre e solo jazz.
A me è capitato di suonare per i matrimoni ebraici, per pagarmi l'affitto, o per la realizzazione di lavori pubblicitari. Ho anche suonato per colonne sonore di films, collaborando, tra gli altri, con
Quincy Jones: l'armonica è uno strumento che ben si addice a questo
genere di cose. Ma certamente non chiamerei tutto ciò prostituzione!…Quindi, non
ho alcun rimpianto.
Si blocca un istante, pensieroso, e riprende:
A proposito di colonne sonore per il grande schermo: una volta fui chiamato dal regista di un film interpretato da
Marcello Mastroianni che in quella precisa scena era davvero disperato.
Il regista mi chiese se potessi suonare tutta la tristezza, la disperazione di
Marcello. Ed io gli chiesi se fosse davvero sua intenzione portare il pubblico
ad un suicidio di massa!!!
C.B.: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
T.T.: Mantenermi in salute, con vitalità ed energia, ed assorbire musica il più possibile. Un amico mi ha di recente regalato un lettore
iPod e gliene sono molto grato; trovo che sia un'invenzione
geniale: ti offre la possibilità di ascoltare centinaia di brani senza fare
troppa fatica e occupare troppo spazio, ed io continuo così ad ascoltare tutti i
miei miti! E naturalmente continuo a suonare, cercando sempre di creare e donare
emozioni. Sai qual è il mio motto?: tra il sorriso e la lacrima: lì sta il vero
feeling!!!
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COMMENTI | Inserito il 21/10/2012 alle 8.17.38 da "carmelo.buttazzo" Commento: Quanto sarebbe bello avere la possibilità di sentire un concerto di Toots in Italia. Magari all'interno di una big band con musicisti del suo calibro (M. Camilo, G. Hidalgo, C. Roditi, P. D'Rivera ecc, ecc). Toots emoziona, trasmette a chi lo sente l'essenza della musica, quella musica che stimolando i propri sensi genera un'armonia interna di piacere immenso. Grazie Toots. | |
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Data pubblicazione: 21/07/2004
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