Auand - 2006
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Giancarlo Tossani Synapser
Coherent deformation
1. Translated Rooms (6:13)
2. FlushLush (3:20)
3. Beauty So Difficult (3:41)
4. Sounds For Swimming (8:46)
5. The Fog (1:52)
6. Hip Hop Zero Up And Down (8:47)
7. Band Up Art (6:42)
8. Musicascope (6:29)
9. Double-Face (5:48)
Achille Succi - alto sax, clarinetto, clarinetto basso Giancarlo Tossani - piano, tastiere, laptop Tito Mangialajo Rantzer - contrabbasso Cristiano Calcagnile - batteria, vari oggetti
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Auand Records di Marco Valente
via XXIV maggio, 40
70052 Bisceglie (Ba) Italy
tel&fax +39.080.3929215
mobile +39.347.6107026
e-mail:
feedback@auand.com
Se in Italia c'è un musicista che ha assorbito la lezione di musicisti
come
Ornette Coleman ed Eric Dolphy, quello è Achille Succi:
straordinario sassofonista (e clarinettista) dell'ottima formazione di Giancarlo
Tossani, giunta al suo secondo disco per la
Auand.
C'è da dire subito che "Coherent deformation"
non contiene musica di facile fruizione: deformando gli ingredienti della tradizione
afroamericana e quelli "colti" europei in un linguaggio coerente, pieno di energia,
ma allo stesso tempo lontano dai consolidati e largamente apprezzati paradigmi del
mainstream. E questo per l'arte è senza dubbio un bene. Forse però dal punto
di vista della popolarità...
Le ambiguità armoniche di Hip hop zero up and
down insieme all'imprevedibilità delle sue voci solistiche; il tema incisivo
di Translated rooms seguito dall'improvvisazione
free del sax alto sostenuta da una sezione ritmica esaltante; l'intelligenza
armonica del leader Giancarlo Tossani non sono che un'incompleta rappresentazione
per parole di un disco che andrebbe affrontato composizione per composizione per
essere compreso veramente nel profondo.
Limitiamoci quindi a un'analisi più superficiale: la tensione e la vivacità
che il quartetto riesce ad imporre ad ogni passaggio della propria musica, lasciandosi
guidare non dalle strutture ma dal coinvolgimento emotivo nella creazione-improvvisazione
di ogni brano, restituisce ai brani un sapore colemaniano e allo stesso tempo attuale.
I temi sono spigolosi, pungenti; esposti dalle ance oppure dal piano, fanno da preludio
alle improvvisazioni sostenute da complessi intrecci ritmici dove risalta la fortissima
compattezza dell'organico che, tra gli scenari rarefatti di
The fog e quelli più densi di
Beauty So Difficult (risposta a Beauty is a
rare thing, capolavoro di
Ornette
Coleman e titolo del primo disco dei Synapser) ci guiderà nella
misteriosa esplorazione della propria musica. Ottimo.
Marco De Masi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/01/2007
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