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Siena Jazz Reunion: Trent'anni di Jazz in Italia
Venerdì 2 e sabato 3 novembre 2007 – Siena
di Alceste Ayroldi

"Si apre una nuova fase di Siena Jazz". Così ha esordito con orgoglio Maurizio Cenni, sindaco di Siena, all'inizio dei lavori della reunion "Trent'anni di Jazz in Italia", celebratasi il 2 e 3 novembre.

Due intense giornate che hanno visto confluire musicisti, studiosi, critici, jazzofili provenienti da diverse zone d'Europa ed anche dagli Stati Uniti d'America. Una girandola perfettamente sincronizzata di convegni, presentazione di libri e concerti.



Le parole del primo cittadino e quelle del presidente della fondazione, Franco Caroni che hanno aperto i lavori presso il Jolly Hotel di Siena, richiamano l'attenzione degli intervenuti per la loro importanza epocale: la Fondazione Siena Jazz ha presentato al competente Ministero dell'Università domanda di accreditamento come Università del Jazz. Buono è lo stato di salute della procedura amministrativa e vi è un marcato ottimismo da parte dei vertici dell'istituzione musicale toscana sul completamento dell'iter. Ciò andrebbe, senza dubbio, ad attestare Siena quale indiscussa capitale del jazz italiano. "Siena diventerebbe la città della musica", aggiunge il sindaco Cenni che pone l'accento anche sul prestigioso e storico ruolo dell'Accademia Chigiana.

Quale notizia migliore per festeggiare trent'anni di attività di quella che può definirsi l'epicentro nazionale della didattica e della ricerca in ambito jazzistico.

"Un lavoro organizzativo il meno artistico possibile", dice Franco Caroni sottolineando così come sia necessaria una diversificazione dei ruoli e delle competenze e dare corso, in primo luogo, ad una struttura che sia solida dal lato amministrativo e gestionale per alimentare, con adeguatezza, delle valide scelte artistiche.

Claudio Fasoli prima e Franco D'Andrea dopo, hanno voluto ricordare il loro incontro con Franco Caroni e, con tono scherzoso, hanno sottolineato la spasmodica ricerca del presidente nel reperire "personale didattico". " Come si fa ad avere qualcuno che ci insegni qualcosa?" E' la frase con cui Caroni abbordò Fasoli.

I Lavori: la Didattica
Due i gruppi di lavoro che hanno trattato e discusso differenti aspetti del jazz. "Lo stato dell'arte e della didattica del jazz in Italia ed in Europa" è stato il tema oggetto dei numerosissimi didatti provenienti da ogni dove. Quindici Coordinatori dei Dipartimenti di musica jazz dei Conservatori italiani ed alcuni dei rappresentanti delle Istituzioni musicali di Alta formazione europei e americani. Paolo Damiani del CNAM e coordinatore della scuola di jazz del Conservatorio di Roma; Mary Jo Papich, presidente mondiale IAJE; Wouter Turkenburg, direttore esecutivo IASJ e presidente dell'EMC; Riccardo del Fra, responsabile del Conservatorio Superiore di Parigi; Ruud Van Diyk, responsabile del Conservatorio di Amsterdam; Marco Pignataro, Responsabile del Conservatorio di Puerto Rico; Edoardo Righini, Conservatorio di Amsterdam e di Tilburg. Ed ancora: Ettore Fioravanti (Frosinone), Tomaso Lama (Bologna), Bruno Tommaso (Pesaro), Pietro Leveratto (Genova), Giovanni Agostino Frassetto (Sassari), Marco Tamburini (Rovigo), Riccardo Fassi (Firenze), Tino Tracanna (Milano), Pietro Condorelli (Napoli), Pietro Tonolo (Castelfranco Veneto), Corrado Guarino (Brescia), Alessandro Fabbri (La Spezia), Enzo Nini (Foggia), Paolo Birro (Vicenza), Mauro Grossi (Livorno).

Scopo dei lavori è stato quello di delineare la nuova impostazione didattica sul jazz, partendo dal confronto fra esperienze italiane ed europee, al fine di trovare parametri, standard, test, valutazioni comuni delle competenze raggiunte dagli allievi.

Una valutazione omogenea, per un insegnamento trasparente e comparabile, che possa anche favorire scambi e migrazioni paritetiche fra gli studenti europei.

I lavori, al termine, sono produttivi di un appello portato all'attenzione dei Ministri dell'Università e Ricerca e della Pubblica Istruzione nonché degli altri enti interessati.

Sei i punti sui quali hanno concordato tutti i docenti coordinatori delle scuole di jazz dei Conservatori e degli istituti musicali pareggiati italiani e la Fondazione Siena Jazz, grazie anche al prezioso contributo fornito dagli esperti internazionali che hanno preso parte al convegno. In primo luogo la necessità di individuare, sempre nel rispetto delle autonomie, dei criteri unitari di accesso ai corsi nonché di valutazione dei crediti compatibili con gli standard europei. Tanto in funzione della mobilità a livello nazionale, comunitario ed extracomunitario. Il secondo punto su cui i promotori concordano è l'opportunità di individuare delle forme di ulteriore offerta didattica che suppliscano all'attuale mancanza di un livello precedente i corsi accademici, come corsi divulgativi o propedeutici, uditorato etc. etc. Terzo nodo, la necessità della certezza della disponibilità di docenti interni e/o esterni a contratto, particolarmente per l'insegnamento della tecnica jazzistica strumentale. Ed ancora: l'opportunità di individuare forme di cooperazione tra gli istituti dell'alta formazione per la realizzazione di progetti comuni. Quinto assunto riguarda la definizione degli standard qualitativi degli spazi e dei supporti necessari all'ottimizzazione dell'attività didattica.

In chiusura, l'istituzione di iniziative di aggiornamento professionale dei docenti a livello nazionale ed internazionale per migliorare ed allargare l'offerta formativa.

I firmatari del documento, inoltre, hanno proposto il riconoscimento con valore abilitante del diploma accademico di jazz di secondo livello.

I Lavori: la Ricerca e lo Studio
Il nuovo sito del Centro Nazionale Studi sul Jazz "Arrigo Polillo" ha uno styling più facilmente fruibile, grazie all'apporto di Tommaso Addabbo.

Prosegue, indefessamente, l' opera di catalogazione magistralmente coordinata da Francesco Martinelli. Il sito contiene l'indicizzazione della rivista Musica Jazz (non ancora completa) ed informazioni sugli oltre 30.000 supporti sonori, la cui entità è in continua evoluzione. Infatti, la già consistente mole è incrementata annualmente da circa 1.000 nuovi supporti, frutto di donazioni ricevute o acquisti effettuati dalla Fondazione. "Obiettivo del Centro Studi", dice Martinelli, "è quello di migliorare il lavoro della didattica". Infatti, altro ciclopico intento della Fondazione, è quello di creare un catalogo informato della discografia jazz che, attualmente, appare confusa e ricca di errori. Il sito sarà ben presto consultabile anche in inglese e conterrà delle chiavi di lettura incrociate che agevoleranno le ricerche. Ulteriore fine è quello di allargare l'opera di indicizzazione anche alle altre riviste di settore sia italiane che straniere.

Altro importante lavoro è quello già in fieri concernente l'archivio orale della storia del jazz. Una raccolta di interviste curata da Carlo Verri con l'intento di documentare il jazz italiano dagli albori e fino a quando la testimonianza non è supportata dalla documentazione. Le interviste potranno essere richieste alla Fondazione, essere ascoltate e visionate, ma non saranno reperibili via internet per ovvi motivi di ordine legale.

Riprendono le pubblicazioni de "I Quaderni di Siena Jazz", importante attività di documentazione basata su volumi monografici "per evitare che solo i jazzisti maledetti abbiano risalto da parte dei media", come sarcasticamente dice Martinelli.

Due i lavori editoriali presentati. Il primo del policromo musicista Francesco Carta, docente di Siena Jazz, pianista, compositore e arrangiatore vicentino che ha voluto raccontare la vita del suo maestro Franco D'Andrea. "Profumo di Swing" è un lavoro arricchito da una capillare e tassonomica discografia e bibliografia sul grande pianista di Merano.

La seconda opera è scritta da uno dei pochi personaggi che ha vissuto e scritto l'intera storia del jazz: Giuseppe Barazzetta. Classe 1921, Barazzetta ha incontrato, intervistato e discusso con l'olimpo del jazz: Armstrong, Monk, Goodman, Ellington, Mingus, Konitz, Tony Scott, Bill Dixon, Paul Motian, Stan Kenton, Wes Montgomery, Cannonbal Adderly, Max Roach, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, solo per citarne alcuni. Un libro entusiasmante corredato da documenti e foto decisamente preziose.

La riscoperta dell'assoluta importanza sensoriale del vinile sarà stigmatizzata in una mostra che Caroni ha definito "la più impegnativa che sia stata fatta nel mondo del jazz italiano". Un grande evento in programma nella prossima primavera presso il Complesso museale del Santa Maria della Scala di Siena. La mostra sulle copertine del jazz, sarà organizzata in collaborazione con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Vernice Progetti Culturali e curata da Enzo Gentile e Francesco Martinelli. La mostra copre un arco temporale di un secolo e si baserà sulle oltre 500 copertine in possesso del Centro Studi Polillo. Ad arricchire l'esposizione sono previste proiezioni video e concerti.

La "Siena Jazz Reunion" è stata anche l'occasione per lanciare una importante collaborazione editoriale con la EDT di Torino per la realizzazione di una collana "Siena Jazz". Progetto editoriale che partirà dalla traduzione di alcuni libri di particolare importanza per lo studio e la didattica e che difficilmente arriverebbero nel nostro Paese, come i lavori di Woideck e Szwed.

I Concerti
Due giorni e due concerti per suggellare in ogni sembianza il jazz: parlato, scritto e suonato. Apre il quartetto di Claudio Fasoli con Paolo Birro al piano, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria ed una guest d'eccezione: l'inossidabile Lee Konitz. Fasoli conferma la sua decisa matrice stilistica sempre ottimamente strutturata e mai banale. Il quintetto è apparso, però, più volte in difficoltà ritmica, non omogeneo anche negli innesti di Konitz che si è limitato, a tratti, al minimo sufficiente, seppur ottimamente sorretto da Fasoli e Birro. Le evanescenze timbriche di Beggio hanno acuito alcune disattenzioni melodiche anche su standard consolidati come Stella By Starlight.

Sintomatico dello stato di non benessere dell'ensemble è stato anche il non aver concesso alcun bis, nonostante il pubblico lo reclamasse. Lee Konitz è pur sempre una leggenda.

Di tutt'altra fibra è la prova del quintetto del contrabbassista Riccardo Del Fra, responsabile del dipartimento di Jazz del Conservatorio Superiore di Parigi che torna a suonare in Italia sorprendendo per l'assoluta freschezza compositiva e per l'aver costituito un ensemble vitale e pastoso. Il giovane pianista Bruno Ruder evidenzia la sua eloquenza classica, ricca di sagaci punteggiature soprattutto nei brani attinti dall'album del leader Roses & Rotts. L'altrettanto giovane Quentin Ghomary palesa, in barba all'evidenza anagrafica, piglio e sicurezza degni del miglior lignaggio musicale, alternandosi alla tromba ed al flicorno con estrema disinvoltura. La grande capacità di Maurizio Giammarco, in grande spolvero e particolarmente ispirato, di contrappuntare o di tessere soli energici, come nella shorteriana Pinocchio, ben si amalgama nelle tessiture "cantate" da Del Fra. Il compositore italo-francese è dotato di un'inarrestabile fantasia anche esecutiva. Autour de la tour è un esempio di buon gusto ed equilibrio, un fitto ricamo melodico ed armonico. Così come emerge l'elegante gusto di interprete ed arrangiatore in Between the Lines e in I'm fool to want you.

Un capitolo a parte merita Daniel Humair. Il batterista svizzero ha un tocco incantatorio, capace di rarefatte sfumature timbriche e di sferzare e sospingere l'ensemble, senza dare loro tregua. Alchimie che si distribuiscono tra piatti, tamburi e tom.

Un concerto che suggella una collaborazione stabile tra la Fondazione Siena Jazz e il Conservatorio di Parigi, che partirà nel 2008, attraverso lo scambio di docenti e allievi che avranno così la possibilità di confrontarsi e crescere insieme.







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06/04/2006

Lee Konitz in solo all'Auditorium di Roma: "...La sua improvvisazione non è mai una punteggiatura della progressione armonica di una composizione, mai un riflesso dei colori degli accordi ma procede con una coerenza tale che ciascuna melodia potrebbe esser presa come un tema di una nuova composizione..." (Daniele Mastrangelo)

19/02/2006

San Servolo Jazz Meeting: "Il bello della musica consiste anche nell'ascoltarla in un luogo adatto, meglio ancora se confortevole per l'auditore ed acusticamente buono. La II^ S.Servolo jazz Meeting ha però un fascino in più. Qui i concerti si tengono in un'isola della laguna di Venezia..." (Giovanni Greto)

02/01/2006

Conclusa la 21a stagione concertistica del Brass Group di Trapani che si è tenuta presso l'Auditorium Comunale di Valderice, uno spazio funzionale per le dimensioni contenute e per la buona acustica...(Vincenzo Fugaldi)

19/12/2005

Maurizio Giammarco & Megatones: "...la proposta di Giammarco risulta essere meritevole di attenzione e approfondimento. Dalle sue composizioni si coglie quel sottile "fil rouge" che in qualche modo lega i due elementi apparentemente inconciliabili..." (Bruno Gianquintieri)

23/11/2005

Ladybird (Paolo Damiani)

01/11/2005

I concerti di Viggiano 2005: Aula, Vigorito e Zambrini con intervista, Zegna, Marcotulli, Bonvini, Giammarco e l'Orchestra Laboratorio diretta da Mario Raja... (Francesco Peluso)

15/10/2005

I concerti all'Enoteca di Siena Jazz 2005: "...L'atmosfera che si respira è magica...ci si nutre di musica tutto il giorno, si instaurano rapporti di amicizia e di lavoro, si conoscono più da vicino le esperienze di grandi musicisti e didatti e tanto altro ancora può succedere in quei giorni!" (Dino Plasmati)

08/10/2005

Intervista a Claudio Fasoli: "...credo nella onestà espressiva dei musicisti di jazz in particolare e degli artisti in generale, ma soprattutto credo che ci debba essere molto rispetto per tutti coloro che si impegnano fortemente per esprimere le proprie emozioni a livello artistico..." (Marco Losavio)

21/09/2005

Claudio Fasoli "Gamma Trio" e Marco Tamburini Quintet a Siena Jazz 2005: "...una rassegna ricca e densa di appuntamenti, di attività. Ma in maniera molto ordinata e corretta. Non v'è una confusione travolgente di concerti e d'incontri tanto da far scorrere oltremodo l'adrenalina in corpo per il timore di perdere qualcosa o qualcuno..." (Alceste Ayroldi)

03/09/2005

Intervista a Gianluigi Trovesi: "...Dico sempre che se non vado dall'analista è perché soffio in un tubo! Penso solo ed unicamente a soffiare nel tubo e quindi alla nota che emetto e non penso a vincere un concorso oppure ad avere un posto fisso, oppure alle realtà della vita..." (Alceste Ayroldi)

28/08/2005

24 luglio, prima giornata di Siena Jazz 2005: la straordinaria Piazza del Campo, i concerti di Pietro Tonolo Quartet e Gianluigi Trovesi Ottetto (Alceste Ayroldi)

05/06/2005

Punkromatic (Maurizio Giammarco & Megatones)

06/04/2005

Maurizio Giammarco, nell'ambito di Terninjazz 2005: "...la notevole esperienza ed il caldo affiatamento del trio sono stati gli elementi aromatizzanti che hanno smussato sapientemente anche i sapori più aspri di alcune esecuzioni..." (Alceste Ayroldi)

09/02/2005

Mari Pintau e Megatones per Pinocchio Jazz: "...Mari Pintau funziona bene, e i quattro sul palco del Pinocchio lo hanno dimostrato...Meno trasparenze, musica concreta, urbana, a volte astratta ma comunque caratterizzata da un forte legame con la melodia per i Megatones..." (Paolo Carradori)





Video:
Lennie Tristano - Descent into the Maelstrom
TRISTANO, LENNIE. Di origini italiane, perse la vista a nove anni. Studiò il pianoforte con la madre e numerosi altri strumenti in un istituto pe...
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Lennie Tristano plays I Don't Stand a Ghost of a Chance With You
rec. 1947...
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Paul Motian Quintet North Sea Jazz festival === Lee Konitz, Joe Lovano, Bill Frisell, Marc Johnson...
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Bill Evans Lee Konitz - My Melancholy Baby, Piano- Bill Evans, Alto Sax- Lee Konitz, Bass-Niels-Henning Ørsted Pedersen, Drums- Alan Dawson, LP....
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Lennie Tristano piano - Lee konitz sax alto - Warne Marsh sax tenor - Sonny Dallas bass - Nick Stabulas drums...
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July 8, 1995 Umbria Jazz Festival, Italy, Paul Motian-Drums, Marc Johnson-Bass,, Lee Konitz-Alto Sax, Joe Lovano-Tenor Sax, Bill Frisell-Guitar...
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Data pubblicazione: 02/12/2007

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