Jazzitalia - Articoli: Nero, free, di sinistra: Le Lotte, il Rock e…il Jazz Politico
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�
<< capitolo precedente

Nero, free, di sinistra
Appunti sul jazz "politico" degli anni Sessanta
di Franco Bergoglio

capitolo successivo >>



Questo saggio, è stato pubblicato nel volume:
A.A.V.V., La comunicazione politica, a cura di Fabizio Billi,
Milano, Edizioni Punto Rosso, 2001.

1. introduzione 2. Le Lotte, il Rock e…il Jazz Politico 3. Il Free: motivazioni politiche, motivazioni estetiche 4. Le critiche al free
5. Una variante: le critiche incrociate dei critici free 6. L'arte nera 7. Il ruolo del Jazz nell'immaginario politico 8. Jazz e politica in Italia

Le Lotte, il Rock e…il Jazz Politico

Sono un nero e un jazzman…E, come Nero e jazzman mi sento miserabile
Ornette Coleman

In principio era l'America. Per gli osservatori attenti, i reazionari anni Cinquanta del benessere e del conformismo anticomunista avevano già mostrato almeno due spie rosse della ribellione che sarebbe esplosa nel decennio successivo: in letteratura il beat e in musica il bebop. Due forme d'arte che si muovevano nello stesso ambiente di outsiders e avevano ampiamente manifestato il loro disappunto sociale nelle proprie opere, non a caso contigue e sotto influenza reciproca. Norman Mailer nel saggio Il negro bianco (1957)avrebbe definito la filosofia degli hipsters intrisa di jazz in contrapposizione frontale alla morale borghese degli square, anticipando alcuni temi a venire [1]. Solamente gli anni Sessanta videro il dischiudersi a catena di quei sintomi, in una vera febbre rivoluzionaria: marce e movimento per i diritti civili, liberazione della popolazione nera, fermenti giovanili, nuova cultura underground. E ancora: il tributo di sangue versato da Malcolm x, Che Guevara e Martin Luther King, l'occupazione dei campus repressa dall'establishment nel sangue, la protesta contro la guerra in Vietnam, l'esasperazione e la conseguente radicalizzazione del Black power, il dissenso studentesco e quello accademico (con figure come Noam Chomsky che stigmatizzavano l'avventurismo guerrafondaio americano, proponendo una inedita agenda morale per gli intellettuali contro i nuovi mandarini filo-governativi).[2] La nuova sinistra americana (New Left, definizione di Wright Mills), rompeva con la tradizione dei partiti comunisti e socialisti, con le organizzazioni partitiche di tipo leninista. Terzomondismo, forme partecipative di massa, ribellione anticapitalista, rifiuto in blocco dell'American way of life. Ecco i capisaldi di un quadro dove manca, unica differenza sostanziale, un riferimento forte verso la classe operaia, ben presente invece nella Nuova Sinistra europea. La somiglianza tra i due movimenti giovanili in America ed in Europa si trova invece nell'essenziale riferimento alla lotta contro l'oppressione in Algeria, in Vietnam o a Praga, nel forte afflato anti-sistema, nella ribellione spontanea giovanile, nel romanticismo rivoluzionario esotico, latinoamericano o asiatico che fosse.



Una somiglianza ancora più marcata sul versante culturale: l'America esporta controcultura nelle arti performative e visuali, nel cinema e soprattutto in musica: dal folk di protesta, al blues revival, al rock psichedelico e pacifista della costa ovest, all'apoteosi utopica di Woodstock, dove Jimi Hendrix riassume su di sé tutto l'esprit du temps martoriando l'inno The Star-spangled banner, per arrivare alle avanguardie e al jazz. Data tanta ricchezza, risulta difficile per i giovani sfuggire a un qualche modello musicale made in USA [3].

Un America bifronte, che mentre incarnava il simbolo di "aggressore capitalista", mostrava anche al mondo un movimento di massa pacifico che la contestava, e "sentiva" agitarsi dentro una musica come il jazz, patrimonio dei neri e degli oppressi, in grado di simboleggiare profondi valori sociali. Rap Brown, presidente del SNCC dal 1967 e poi leader del Black Panther Party, diceva: "Ogni individuo nero appartiene al movimento, anche se non ha preso parte alle dimostrazioni. Le vite dei Neri sono politiche, perché il popolo nero conduce una lotta incessante contro il bianco…" [4]. La politicizzazione dei neri è inevitabile, sotto la pressione di condizioni sociali di profonda disuguaglianza. I musicisti non si sottraggono all'influenza della politica e dopo anni di lotte per i diritti civili la presa di coscienza che riguarda l'universo nero, dalle chiese, agli studenti, ai ghetti non può non essere raccolta dal jazz, che di questo progresso culturale è sempre stato parte. La presenza di un terreno di lotta, ha però permesso a molti jazzmen di concepire la loro musica all'interno di un quadro di riferimento nuovo nel mosaico delle varie attività sociali. Il jazz si lega alle forze rivoluzionarie, ai movimenti di protesta e di liberazione, trova la forza di rifiutare simboli borghesi dell'arte (l'isolamento e la maledizione dell'artista), che avevano giocato uno ruolo importante nell'esperienza del bebop, il jazz anni Quaranta. Un aspetto mai abbastanza chiarito si palesa nell'inedito legame ricercato dal musicista nero con un certo tipo di pubblico: la consapevolezza razziale acquisita grazie alle parole di Malcolm X e dei suoi continuatori, motiva l'artista di colore a produrre per "la sua gente", come si evince dalle dichiarazioni di moltissimi jazzmen.

Le affermazioni di Archie Shepp illuminano questa nuova filosofia jazz: "Il musicista nero è un riflesso del popolo nero, in quanto fenomeno culturale e sociale. Il suo scopo deve essere quello di liberare, sul piano estetico e sociale l'America dalla sua disumanità. Penso che proprio i neri attraverso la violenza delle loro lotte, sono l'unica speranza di salvare l'America"[5]. Da una parte il jazzista socialmente attivo si sente finalmente "compreso", d'altro canto gli stessi politici e intellettuali citano il jazz come esempio paradigmatico di manifestazione culturale autenticamente nera, arma di propaganda dei nuovi valori che finalmente gode del riconoscimento della cultura bianca che ha metabolizzato –o americanizzato- moltissime esperienze musicali nere dallo stile new orleans al bebop. Quando Stokely Carmichael afferma: "La musica di Archie Shepp è la grande bellezza nera del potere nero", aggiunge al valore intrinseco di protesta presente nella musica di Shepp, un ulteriore senso di acquisizione culturale alla lotta dei neri, individuando nella sua musica un'altra manifestazione del potere nero. Gli anni Sessanta, grazie alla spinta del movimento delle masse di colore e dell'azione di intellettuali "neri" come Leroi Jones o Ron Karenga, videro la nascita in molte facoltà universitarie dei Black Studies, la cui origine si poteva trovare nell'esortazione di Malcolm X a studiare la storia nera occultata per secoli dalla cultura bianca e nella volontà dei Muslims di creare centri di studio sulla civiltà africana e sulla religione musulmana. Definito Nazionalismo Nero, questo movimento vedeva nel recupero di valori marcatamente neri un momento necessario dello sviluppo della lotta degli afroamericani, quello della battaglia sul terreno ideologico.[6] Questo ammaestramento fu raccolto dall'avanguardia: un'arte immediata e in grado di trascendere il suo ruolo di opera fruibile dal solo lato estetico per caricarsi di una valenza politica concreta. Questo è appunto il discorso portato avanti da Max Roach. Il massacro di Sharperville in Sudafrica portò il batterista di colore a comporre un'amara riflessione musicale su quel terribile episodio di sangue e sulla generale condizione di subalternità della gente nera in Africa e in America. Ne venne fuori una suite tematica che fin dal titolo non lasciava dubbi sulla qualità del messaggio politico: We Insist! Freedom Now Suite. La vera novità del 1960 è però Free Jazz di Ornette Coleman; le note di copertina che accompagnano il disco spiegano quanto di nuovo ci fosse nella musica proposta. "Coleman ha detto che una delle idee basilari nella sua musica è di incoraggiare l'improvvisatore ad essere più libero, a non obbedire ad accordi-tipo preconcepiti allo scopo di immettere le idee di una corretta armonia e tonalità: proviamo a suonare la musica e non lo sfondo. Tuttavia, il suo punto di vista è principalmente emozionale ed estetico, non tecnico. La musica dovrebbe essere una diretta e immediata espressione delle nostre menti e delle nostre emozioni piuttosto che uno sfondo per l'emozione"[7]. Coleman chiede ai musicisti di abbandonare le norme stilistiche che avevano regolato il jazz precedente, anche moderno. L'improvvisazione non è più fondata su sequenze di accordi, respinge la logica occidentale di armonia. Gli interventi solistici non obbediscono ad una stretta sequenzialità: i musicisti sono liberi di improvvisare contemporaneamente; seguendo una loro particolare ispirazione o dialogando con le altre voci e creando un accompagnamento polifonico. L'assolo (qui, come in precedenza nell'arcaico jazz new orleans) è semplicemente un cambio della guardia nei musicisti guida che si alternano nel flusso improvvisativo. Forme e idee sembrano emergere, durante l'esecuzione, dal "caos agitato" prodotto dalla ritmica che esegue una pulsazione continua svincolata da ogni regola metrica. E' significativo che Coleman abbia scelto per copertina del vinile il dipinto White light di Jackson Pollock, il caposcuola dell'Action painting americana. L'arte informale di Pollock parte da presupposti molto vicini a quelli del free jazz: liberare la creatività sepolta nell'inconscio come già avevano sperimentato in precedenza le avanguardie surrealiste europee. "L'arte per Pollock, perde dunque le sue finalità conoscitive, diventa un atto di violenta, rabbiosa partecipazione, una testimonianza del malessere in cui vengono a trovarsi le nuove generazioni"[8]. Queste parole, riferite al pittore, possono essere estese al free. La rottura dell'unità del linguaggio tradizionale operata da Coleman si muove in sintonia con i movimenti dell'avanguardia. Il free, come il bebop negli anni Quaranta e la coeva esperienza di Pollock, sconfinano dal piano artistico al terreno ideologico. Per il free si deve parlare da subito di azione di "resistenza culturale": il sistema di valori dell'America kennediana viene rigettato assieme alle concezioni artistiche che hanno fatto deviare il jazz dal suo corso come musica di una comunità oppressa. Quindi, se è vero che il free non nacque politico, va detto che gli stessi musicisti si resero quasi immediatamente conto che la musica e le concezioni estetiche che elaboravano costituivano anche una reazione all'opera di espropriazione condotta dal mercato su tutto il jazz precedente; e nello stesso tempo un atto di affrancamento culturale, in sincronia con le lotte politiche che la comunità nera stava conducendo.


[1] Norman Mailer, Pubblicità per me stesso, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2009.
[2] Noam Chomsky, Cosa fanno le teste d'uovo, Bari, De Donato, 1967, pp.5-10. Chomsky, in questo pamphlet del 1967, di ampia circolazione negli ambienti radicali dell'epoca, denunciò la politica asiatica di Johnson e, come avrebbe poi sempre fatto, il potere di mistificazione dell'apparato propagandistico governativo, individuando per l'intellettuale il compito di smascherare le falsificazioni di coloro che definiva "i nuovi mandarini".
[3] Sul "recupero" della ribellione rock al mercato capitalistico e il rapporto tra musica pop/rock e controcultura hippie si può leggere il bel testo, oggi forse datato nella impostazione di Massimo Bassoli, Rock&roll Marx, Milano, Gammalibri, 1981.
[4] Rap Brown, Muori schifoso negro, muori!, Milano: Longanesi, 1971, p.93.
[5] Citato in Philippe Carles e Jean-Louis Comolli, Free jazz Black power, a cura di Giorgio Merighi, Torino, Einaudi, 1973 p.29.
[6] Giampiero Cane, Canto nero, Bologna, Clueb, 1982, p.109.
[7] Ornette Coleman, Free jazz.A collective improvisation. Atlantic, 1960. Note di copertina di Martin Williams. Traduzione mia.
[8] A.A.V.V., Storia dell'Arte italiana, diretta da Carlo Bertelli, Giuliano Briganti, Antonio Giuliano; Milano, Electa, 1988, p.436. Su Pollock vi si legge: "Il movimento della mano dell'artista creava un intricato insieme di linee sulla superficie, secondo un ritmo più o meno convulso che è stato paragonato con qualche ragione a un brano di musica jazz". Ecco il gesto creativo che non subisce mediazioni post-factum.


<< capitolo precedente  

capitolo successivo >>









Articoli correlati:
27/02/2022

Solid. Quel diavolo di Scott Lafaro (Vincenzo Staiano)- Vincenzo Fugaldi

13/04/2019

Bergamo Jazz 2019: "41ma Edizione del prestigioso festival lombardo che chiude il ciclo quadriennale con la direzione artistica affidata a Dave Douglas per annunciare il passaggio dell'incarico a Maria Pia De Vito" (Aldo Gianolio)

15/09/2018

LEZIONI (Articoli): George Russell, Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization (Leo Ravera)

28/06/2017

E' morta Geri Allen: La nota pianista, compositrice, didatta Geri Allen, è scomparsa. Era stata in tour a maggio in Italia in duo con Enrico Rava

26/12/2016

Tracce sfumate - Non imito Django Reinhardt (Roberto G. Colombo)- Marco Losavio

27/11/2016

Jazz inchiesta: Italia - Il Jazz negli anni '70 (Enrico Cogno)- Gianni Montano

23/04/2016

Gato Barbieri (1932-2016): Gato Barbieri (1932-2016): "...ci lascia una delle voci strumentali tra le più originali e passionali, infuocate vien da dire, degli anni d'oro del free post coltraniano." (Andrea Gaggero)

15/06/2015

Addio Ornette!: "...la sua impronta rimarrà eternamente nella storia di questa musica avendo avuto il merito più di ogni altro, di aver liberato il jazz da qualsiasi elemento che potesse 'imbrigliarlo' nella convenzionalità." (Gianni Montano)

26/04/2014

Nero, free, di sinistra: introduzione: Il legame tra la musica jazz e la politica negli anni Sessanta. Perchè il jazz, in particolare quello etichettato come free, libero, funziona da pietra di paragone estetica per analizzare tout court l'arte del periodo? Perchè diventa uno degli emblemi riconosciuti dell'arte rivoluzionaria? (Franco Bergoglio)

30/03/2014

Quattro chiacchiere con...Tito Mangialajo Rantzer: "Nell'album "Dal basso in alto" Mangialajo Rantzer riesce a tirare fuori un sound così corposo che appare orchestrale." (Alceste Ayroldi)

26/01/2014

The Complete Remastered Recordings on Dischi della Quercia (Giorgio Gaslini)- Marco Losavio

17/11/2013

Intervista a John Pietaro dei Red Microphone: "Io credo che l'arte, oggi più che mai, abbia bisogno di radicalità, di esprimersi anche aspramente e senza mediazioni. Deve essere rivoluzionaria." (Marco Buttafuoco)

20/10/2013

Quattro chiacchiere con...Attilio Berni: Una collezione di sax unica al mondo: ogni strumento vintage è "vittima" della propria evoluzione ed è plasmato dall'alito vitale insufflato al suo interno da chi lo ha posseduto. (Alceste Ayroldi)

21/07/2013

Marcel & Solange Trio e Giovanni Falzone Quintet "Around Ornette": Nell'ambito del festival "Una Striscia di Terra Feconda", il Marcel & Solange trio con le loro "atmosfere minimaliste e rarefatte" e il personale omaggio a Ornette Coleman di Giovanni Falzone con suo Quintet. (Valeria Loprieno)

02/09/2012

LEZIONI (contrabbasso): Charlie Haden, un genio dalla creatività estemporanea insuperata in "Take my hand, my precious Lord" (Marcello Sebastiani)

26/09/2011

Le vecchie glorie Richard Davis & Archie Shepp e la presentazione di "Plays Nat King Cole en espanol" del David Murray Cuban Ensemble a Verona Jazz 2011 (Giovanni Greto)

26/06/2011

Live At Birdland (Konitz, Mehldau, Haden, Motian)- Giammichele Taormina

29/05/2011

Pursuit of radical rhapsody (Al Di Meola) - Alessandro Carabelli

15/05/2011

Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi)

06/03/2011

The shape of jazz to come (Ornette Coleman)- Giovanni Greto

23/01/2011

Hot Jazz and Cool Media: The musical Persuaders. "La pubblicità plasma una profonda simbiosi tra i frutti del consumismo americano e il jazz, campione riconosciuto della cultura del Paese." (Franco Bergoglio)

05/12/2010

Il Charlie Haden Quartet West apre la prestigionsa 26ma edizione di "Aperitivo in concerto" al Teatro Manzoni di Milano: "Charlie Haden mancava da otto anni da Milano, vi è tornato nel migliore dei modi e la platea gli ha tributato la giusta accoglienza....Haden disegna linee di basso come suo solito, un walkin' bass sempre molto pulito e cantabile, strepitoso nella sua capacità evocativa..." (Massimiliano Farinetti)

21/11/2010

Vie di Jazz 2010 - VI Edizione: " Quando non c'è un testo che faccia riferimento alla realtà o un contenuto che costringa l'ascoltatore alle emozioni del compositore oppure ad un significato che è stato attribuito, allora la musica rende liberi..." (Lorella Marino)

24/10/2010

Hot Jazz and Cool Media, il jazz nella società della comunicazione di massa. Attracverso l'analitico: "...appena varcato l'Atlantico nasce quel processo di fascinazione reciproca che interessa gli intellettuali e il jazz...Il jazz confrontato con la musica europea appare iconoclasta, eretico e altro ancora." (Franco Bergoglio)

26/09/2010

Aria sublime al XXIII° Time in Jazz, Ornette Coleman Quartet inaugura le notti stellari in Piazza del Popolo: "Tappa nell'isola nella road map italiana dell'Ornette Coleman Quartet. L'ottuagenario padre del free jazz mondiale ha illuminato con la sua band, la ventitreesima edizione del Time in Jazz di Berchidda, quest'anno dedicato al tema dell'Aria." (Luigi Coppola)

26/09/2010

Hot Jazz and Cool Media, Il jazz nella società della comunicazione di massa: "Il mondo stava per lasciarsi alle spalle gli anni Cinquanta quando il poeta Attilio Bertolucci, dalle pagine di un noto rotocalco, si pose una domanda capace di innescare una fitta serie di correlazioni tra il jazz e il Novecento..." (Franco Bergoglio)

26/09/2010

Hot Jazz and Cool Media, il jazz nella società della comunicazione di massa. Highbrow and lowbrow. Ovvero: l'elefante e la tigre: "Sarebbe stimolante indagare a fondo sul come hanno maneggiato il jazz, nei suoi primi faticosi anni, altri "tipi" di intellettuali, rispetto a quelli usualmente interpellati appartenenti alle categorie dei fan e dei critici; potremmo cercare il jazz nelle pagine di filosofi, sociologi, storici, romanzieri, giornalisti di costume e così via." (Franco Bergoglio)

22/08/2010

Jasmine (Keith Jarrett – Charlie Haden) - Alceste Ayroldi

22/08/2010

Gezmataz 2010: Al "concerto sovente imbarazzante e per omaggiare un pezzo vivente di storia del jazz" dell'Ornette Coleman Quartet in cui "problemi di emissione e di articolazione del fraseggio rendono diversi assoli degli abbozzi incompiuti", si contrappongono "abilità tecnica, personalità spiccata, doti compositive non comuni, musicalità assoluta, rispetto e stima reciproca, voglia di divertirsi e divertire..." della Brass Bang! di Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Steven Bernstein e Marcus Rojas. (Andrea Gaggero)

27/06/2010

Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante)

30/05/2010

Paolo Fresu racconta il jazz attraverso la storia dei grandi trombettisti americani (Paolo Fresu)- Alceste Ayroldi

13/03/2010

14ma edizione di Parma Jazz Frontiere 2009, "A viva voce": "E' una rassegna piena di coraggio. L' artista oggi si trova davanti tante porte. Magari dietro molte di queste porte non ci sono percorsi da seguire. Ma bisogna aprirle ugualmente e rischiare, perchè senza ricerca e senza rischio c' è la cristallizzazione, che è nemica dell'arte. Un festival non deve far solo ascoltare il noto ed il già sentito. Non deve invitare solo i musicisti più che conosciuti, o invitarli solo perchè americani e-o afro-americani." (Marco Buttafuoco)

13/03/2010

Morituri Te Salutant (Colosseum)- Roberto Biasco

27/12/2009

Giorgio Gaslini, l'uomo, l'artista, il compositore (Davide Ielmini)- Marco Buttafuoco

27/12/2009

Intervista a Gianni Mimmo: "La cosa più importante è aprirsi a se stessi, avere a che fare con una parte con certe volte non vorresti avere, stare con la difficoltà. Se faccio così il mio apporto all'improvvisazione, è doppio: da una parte imprimo una direzione e dall'altra ne assumo la responsabilità." (Stefano Ferrian)

26/12/2009

Jazz in Italy (Gilberto Cuppini Groups/Orchestra di Ritmi Moderni diretta da Francesco Ferrari)- Luca Labrini

12/09/2009

Il Trans Europe Trio e l'Ornette Coleman 2bass Quartet per il festival friulano Udin&jazz "Re_evolution Cuba 59_09"

20/08/2009

Miles live e in studio (Richard Cook)- Franco Bergoglio

17/08/2009

Ornette Coleman al Meltdown Jazz Festival di Londra: "Adesso che è universalmente adorato dopo anni di feroci contestazioni, Ornette Coleman sfoggia i suoi settantanove anni portati con invidiabile leggerezza, poggiandosi su nuovi entusiasmi. Con il suo fare ieratico e apparentemente distaccato da ogni cosa terrena, in virtù della piena consapevolezza del suo essere. Mr.Coleman forse non sperimenta più come un tempo, ma il suo carisma rimane intatto e nei momenti di grazia, sentirlo suonare sfiora l'incanto." (Vittorio Pio)

08/08/2009

Doppio concerto inaugurale per "Luglio suona bene 2009" con l'Ornette Coleman Quartet seguito dall'Enrico Rava Quintet. (Roberto Biasco)

26/06/2009

Dove si annida il jazz (Jazz - Giorgio Gaslini - Pop, Rock e Jazz...) (C. Malatini, L. De domizio Durini, A. Bernardini) - Franco Bergoglio

09/06/2009

Uri Caine Trio e Don Byron al Teatro Verdi di Pordenone nella loro dedica allo scrittore Paul Auster. Dopo un inizio in duo con Caine e Byron il trio lascia emergere una amalgama di grande livello attraverso originals e standard accuratamente selezionati... (Giovanni Greto)

28/03/2009

Il suono in figure - Pensare con la musica (Giorgio Rimondi )

04/02/2009

Il secolo del jazz (Filippo Bianchi)

16/11/2008

La Fiamma e il Cristallo (Livio Minafra)

18/10/2008

Dizionario del Jazz (Philippe Carles, Andre' Clergeat, Philippe Comolli )

05/07/2008

Jazz! Appunti e Note del Secolo Breve. (Franco Bergoglio )

25/05/2008

Intervista a Giorgio Gaslini: "Il musicista totale...un artista in grado di utilizzare vari linguaggi. Che conosca ed ami tutta la cultura musicale: modale, tonale, popolare, classica e contemporanea, jazzistica e non. Che sia in grado utilizzarla e sintetizzarla in una sua personale visione, di piegarla ad una sua precisa esigenza poetica. Senza cedere alle mode, alle pressioni del mercato, del gusto corrente." (Marco Buttafuoco)

01/05/2008

Gli esiliati del jazz, tratto dal libro "Jazz! Appunti e Note del Secolo Breve". "Tra i molti intellettuali e artisti americani fuggiti all'epoca delle persecuzioni maccartiste e stabilitisi in Europa, molti sono i musicisti di colore. Qui hanno trovato un maggior rispetto per la loro dignità umana e artistica, ma quasi nessuno di loro può essere considerato un profugo "politico"." (Franco Bergoglio)

19/03/2008

Stasera Jazz (Arrigo Polillo)

24/02/2008

Intervista a Fulvio Albano, sassofonista, arrangiatore e direttore del Festival di Avigliana: "Sono un musicista prima di tutto, vivo di e per la musica. il jazz è la mia musica, la amo profondamente. per me ha un significato che va al di là di possibili spiegazioni razionali...Secondo me il jazz incarna perfettamente la sintesi tra istinto e razionalità; è una musica che ti lascia ampia libertà creativa pur soggiacendo a un insieme di regole che la rende fruibile e comprensibile." (Franco Bergoglio)

28/10/2007

Sotto la consueta direzione artistica di Paolo Damiani, si è tenuta la XXVII edizione di Roccella Jazz Festival 2007, intitolata "Al tempo che farà": "...un'edizione di "Rumori mediterranei" che certo resterà fra le migliori dell'intera storia del festival" (Enzo Fugaldi)

14/10/2007

Pescara Jazz 2007: "Giunto alla 35^ edizione, e in ottima salute, il Festival pescarese ha proposto cinque eccellenti formazioni, con i loro accattivanti progetti, e due gustosi fuori programma: il concerto della splendida Nathalie Cole (quasi un antipasto al luculliano pranzo che Pescara Jazz ha offerto al suo pubblico), e la bella iniziativa del Jazz in Città (una passerella dei migliori gruppi dell'area metropolitana pescarese)." (Dino Plasmati)

18/08/2007

LEZIONI (Storia): Jammin' The Blues, The Sound Of Jazz, Jazz On a Summer's Day, tre prototipi di come documentare la performace, con estratti video. (Paolo Ricciardi)

17/08/2007

LEZIONI (storia): Be bop: il suono dello sfollagente: "E' la polizia che picchia sulla testa dei neri che ha ispirato il bop. Ogniqualvolta uno sbirro colpisce un nero con il suo manganello, questo maledetto bastone fa: Bop Bop!…Be Bop!… Mop Bop!. E il nero urla: Uoool Ya koo! Ou-o-o! e il maledetto poliziotto ne approfitta per continuare a picchiare: Mop!Mop! Be Bop! Mop!. Tale è l'origine del bebop; il ritmo dei colpi sulla testa del nero è passato direttamente nell'interpretazione che danno del beBop trombe, chitarre e sassofoni" (Franco Bergoglio)

27/05/2007

Gillespie, Blakey, Baker, Petrucciani, Rollins...le jazz pictures di Paolo Ferraresi

02/05/2007

Intervista a Rosario Giuliani: "Non riesco a vivere la musica jazz se non come una passione e vorrei che questo la gente sentisse...Per me la musica è un'espressione necessaria ed insostituibile, è dire qualcosa che non può passare attraverso le parole, qualcosa che viene dallo stomaco." (Daniele Mastrangelo)

28/04/2007

LEZIONI (Storia): Come si filma un'improvvisazione? Documentare la performance con video di Billie Holiday (Paolo Ricciardi)

28/04/2007

Jazz e Politica: Una città...jazz! Pavese, Mila, Gramsci & Co: Intellettuali e Jazzofili a Torino. (Franco Bergoglio)

26/04/2007

LEZIONI (Trascrizioni): "Our Spanish Love Song" solo di Charlie Haden (Marcello Zappatore)

18/03/2007

Nuova gallery di quadri curata da Henk Mommaas

03/03/2007

A New York, si è svolta la 34a Annual Conference della IAJE. Come sempre, decine e decine di appuntamenti di ogni genere compresi i momenti più importanti come il NEA Jazz Masters. Quest'anno, inoltre, c'è stata una incredibile intervista di Greg Osby a Ornette Coleman per Downbeat...(Jamie Baum, Patrizia Scascitelli)

18/02/2007

Ornette Coleman al Padova Porsche Jazz Festival: "...Per me è importante aiutare qualcuno a credere nei propri desideri e a rischiare di diventare ciò in cui crede. Occorre rischiare e questo significa cercare di perfezionarsi continuamente secondo l'ideale che si è scelto ed essere pronti ad aiutare chi ti chiede aiuto oppresso dal bisogno..." (Daniele Mastrangelo)

17/02/2007

Jazz italiano, l'influenza della Civiltà Musicale Afro-Americana nell'Italia dell'immediato secondo dopoguerra: "Lo swing era presente nel repertorio delle più importanti orchestre di ballabili della penisola da almeno una ventina d'anni, e la canzone italiana lo aveva assimilato più o meno inconsciamente dando vita al genere cosiddetto «swing all'italiana»." (Matteo Pagliardi)

05/01/2007

JAZZin': a photografic story by Luca Buti

27/12/2006

Ornette Coleman allo Skopje Jazz Festival 2006 in Macedonia (Ziga Koritnik)

29/11/2006

Too close for comfort (Smell Quintet)

18/10/2006

Jazz e Politica: La buona società. Il jazz e i pregiudizi degli inizi: "I migliori musicisti neri, quelli che non imbastardiscono la loro arte per piacere ad un pubblico più numeroso sono confinati nel ghetto e non hanno le stesse possibilità di avere contratti radiofonici, o effettuare incisioni discografiche, rispetto ai bianchi, e quindi la loro arte non riesce a farsi sentire" (Franco Bergoglio)

09/10/2006

La gallery di Roccella Jonica 2006 (Francesco Truono)

08/10/2006

BlueLocride, l'edizione 2006 di Roccella Jonica: "Superato il ragguardevole traguardo dei cinque lustri, il festival di Roccella, giunto alla sua XXVI edizione, continua a espandersi nel tempo e nello spazio, abbracciando il capoluogo e l'intera Locride ..." (Vincenzo Fugaldi)

22/09/2006

Continua con un articolo sul pubblico del jazz, l'analisi del rapporto tra Jazz e Politica: "Il pubblico del jazz è cambiato costantemente nel corso della sua vicenda: come del resto è cambiata rapidamente la musica. Non solo: il pubblico è anche una fonte di conoscenza importante..." (Franco Bergoglio)

06/09/2006

Gaslini plays Sun Ra (Giorgio Gaslini)

10/08/2006

Jazz e Politica: "Attaccato di volta in volta da destra, da sinistra, dai custodi della morale, dalla cultura "ufficiale", il jazz è sempre stato sottoposto a pressioni. Questo accade perché il jazz è il nemico mortale di ogni conformismo sociale..." (Franco Bergoglio)

15/07/2006

Intervista a Cinzia Eramo: "...improvvisare è come trovarsi costantemente sul filo del rasoio, non sai dove arriverai, che strada prenderai, se non dopo averlo fatto, sai solo da dove vieni e quello che possiedi..." (Alceste Ayroldi)

17/04/2006

Nuova gallery con le foto di Barbara Rigon

16/04/2006

Jazz e Politica, la semantica del jazz: "...la musica come tutte le arti è una espressione compiuta e consapevole, il suo significato autoreferenziale non necessita di ulteriori costruzioni a posteriori: né da parte dell'autore né da parte della critica...(Franco Bergoglio)

11/04/2006

Jazz e Politica: "Le storie del jazz non si contano, come sono molto numerosi romanzi e racconti che si occupano a vario titolo di jazz. In molti di questi lavori è presente una messe di argomenti, dati, fatti, che opportunamente legata potrebbe costruire una affascinante avventura intellettuale... (Franco Bergoglio)

04/03/2006

Musica e politica, oggi?! A colloquio con l'etnomusicologo e sassofonista Jerome Camal, assistente alla Washington University di Saint Louis (Franco Bergoglio)

04/03/2006

Il Metasassofono: Introduzione ad una estetica jazz. "Il jazz unisce e congiunge fin dalle radici etimologiche del suo nome, che rimandano a illecite fornicazioni. Mescola le razze, le culture e le idee dietro il meraviglioso concetto che l'imbastardimento produce il bello..." (Franco Bergoglio)

25/01/2006

Nuova gallery a cura di Davide Susa con le foto del Festival di Ronciglione Jazz 2005

12/12/2005

Ritratti di Omar Sosa e Charlie Haden (Ziga Koritnik)

18/07/2005

Ornette Coleman a Roma e Napoli: "Un po' come nella sua musica, Ornette, sembra voler fare a meno del superfluo, di quella patina inconsistente di formalità...Sembra quasi che con il passare degli anni la musica di Ornette sia diventata meno complessa e più 'democraticamente' fruibile." (M. De Masi, F. Ughi)

27/06/2005

Charlie Haden apre Terniinjazz 2005 supportato dallo splendido scenario delle Cascate delle Marmore: "...Chi abbia mai ascoltato qualcosa di Charlie Haden saprà benissimo che nelle profondità curvilinee del suo ligneo contrabbasso, batte un cuore sensibile e appassionato..." (Antonio Terzo)

04/09/2004

Charlie Haden, Carla Bley, e la Liberation Music Orchestra: "Carla Bley è splendida nell'intonare l'Orchestra, nell'attribuire compiti e tempi...Haden è semplicemente magistrale..." (Alceste Ayroldi)

31/07/2004

La rassegna Terniinjazzfest, giunta alla sua quarta edizione, vede due protagonisti di rilievo: un pezzo di storia del jazz, il grande sassofonista nero-americano Archie Shepp ed un pezzo di storia dell'Umbria, la Cascata delle Marmore. (Antonio Terzo)

10/01/2004

Music is the healing... - Attica Blues (Albert Ayler - Archie Shepp)

06/09/2003

Archie Shepp: "...Con incedere lento, cappello grigio a tesa media e sax alla mano, guadagna il palco il mitico Archie Shepp, l'anima più nera del jazz dal sound R&B..." (Antonio Terzo)

14/06/2003

Archie Shepp - Just In Time Quartet al Dolce Vita Jazz festival 2003: "...Sembrava essere appena uscito dall'ultimo film di Wim Wenders dedicato al blues, L'anima di un uomo, con un panama da vecchio bluesman, quando Archie Shepp si presenta sul palco del Dolce Vita Jazz Festival". (Dario Gentili)

12/01/2003

Jim Hall e Charlie Haden: "...musica allo stato puro; è suono approdato alla sua bella delicatezza dopo chissà quali complessi e tortuosi percorsi, è maestria senza presunzione alcuna." (Vito Mancino)

08/09/2002

Archie Shepp, Bobby Durham, Wayne Dockery e Massimo Faraò a Firenze in una festa privata.

27/06/2002

Charlie Haden a Roma. "Siamo usciti dal teatro per raggiungere chi la sua moto chi l'auto blu con autista ma tutti con il desiderio di dire: «Grazie Charlie!».





Video:
Joe Henderson - Serenity
Joe Henderson - Serenity. An Evening with Joe Henderson, 1987. Henderson (ts); Charlie Haden (b); Al Foster (d)....
inserito il 29/12/2009  da Praguedive - visualizzazioni: 4618
Keith Jarrett, Charlie Haden & Paul Motian - Germany 1972
Keith Jarrett performing with his trio in the Hamburg Funkhaus, Germany, on June 14, 1972., , Keith Jarrett - p, Charlie Haden - b, Paul Motian - dr...
inserito il 13/12/2009  da OhNoxius - visualizzazioni: 4348
"Search for life" / "Round trip", Ornette Coleman Ensemble. "InJazz" Summer Clinics 2009. (2/2)
Concerto finele dei seminari estivi InJazz 2009. Ornette Colemn Ensemble diretto da Marcello Allulli. Fabriano (AN). www.injazz.it - info@injazz.it - ...
inserito il 14/10/2009  da bettabu - visualizzazioni: 5492
Udin&Jazz 2009 - ORNETTE COLEMAN 2 BASS QUARTET
Udine, Palamostre 27 Giugno 2009 riprese e montaggio Davide Morandi...
inserito il 21/07/2009  da euritmicavideo - visualizzazioni: 4542
Ornette Coleman Sextet - Free Jazz (1of 3)
1978 Germany. Ornette Coleman - sax, violin; Ben Nix - guitar; Charlie Ellerbee - guitar; Albert Arnold - bass; Shannon Jackson - drums; Denardo Colem...
inserito il 01/07/2009  da bobjazz11 - visualizzazioni: 4912
Charlie Parker and Coleman Hawkins, Lester Young, et al 1950) - 1 of 2
This is one of two surviving sound films of Charlie Parker playing (and certainly the longest; the other is only 52 seconds long). Until recently, thi...
inserito il 14/12/2008  da kenjames64 - visualizzazioni: 4407
Ornette Coleman Ensemble - Injazz Summer Clinics 2008
L'ensemble, diretto dal sassofonista Marcello Allulli, esegue durante il Concerto Finale dei Seminari Estivi Injazz svoltisi a Fabriano nel luglio 200...
inserito il 26/09/2008  da quantumjazzreloaded - visualizzazioni: 4600
Ornette Coleman - Germany 1978
Ornette Coleman: alto saxophone, trumpetJames Blood Ulmer: guitarBern Nix: guitarFred Williams: bass guitarDenardo Coleman: drumsRonald Shannon Jackso...
inserito il 07/03/2008  da nonwave1 - visualizzazioni: 4523
Interview with Ornette Coleman
Interview with Ornette Coleman...
inserito il 04/02/2008  da BonnarooMusicFest - visualizzazioni: 3659
Ornette Coleman - Dancing In Your Head (live)
The Ornette Coleman PrimeTime Band Is:, , Ornette Coleman - Alto Sax, Violin, & Trumpet, Burn Nix - Guitar, Charles Ellerbee - Guitar , Larry McRa...
inserito il 25/01/2008  da LightningTrident - visualizzazioni: 4689
Ornette Coleman and Prime Time 1988
"Latin Genetics" Live 1988 Montreal Jazz Festival...
inserito il 06/01/2008  da szymbl - visualizzazioni: 3766
Count Basie - fast and happy blues
featuring Count Basie All Stars: Emmett Berry, Doc Cheatham, Joe Newman, Joe Wilder (tp); Roy Eldridge (tp, flhn); Vic Dickinson, Benny Morton, Dicky ...
inserito il 02/12/2007  da JoseyWales93 - visualizzazioni: 3487
ornette coleman 4 tet 1987
in spain...
inserito il 19/11/2007  da dliberg - visualizzazioni: 4509
Ornette Coleman Bass Quartet
Ornette Coleman Bass Quartet Jazz Middelheim 2007...
inserito il 27/09/2007  da proes13 - visualizzazioni: 4436
Ornette Coleman - Lonely Woman, at Umbria Jazz 07
Ornette Coleman performing Lonely Woman at the Umbria Jazz Festival in Perugia 2007...
inserito il 18/07/2007  da Rachelmillar0610 - visualizzazioni: 4514
Architecture In Motion - Ornette Coleman
Architecture in Motion - Ornette Coleman work Copyright Phrasetext Inc....
inserito il 02/03/2007  da phrasetext - visualizzazioni: 3765
George Russell Ornette Coleman Conversation
George Russell talks about intuition with Ornette Coleman and Robert Palmer...
inserito il 17/09/2006  da bebopple - visualizzazioni: 3968
Ornette Coleman Quartet :: Roma 1974 #1
Grabación de la televisión italiana (Schegge, Rai 3) del cuarteto de Ornette Coleman en 1974. El tema que interpretan es "School Work&q...
inserito il 05/06/2006  da interplanetarymusic - visualizzazioni: 4816
Nat King Cole Oscar Peterson Trio & Coleman Hawkins - Sw
Jazz...
inserito il 22/09/2005  da bazart - visualizzazioni: 4517


Inserisci un commento


© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.


Questa pagina è stata visitata 5.572 volte
Data ultima modifica: 27/04/2014

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti