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Roberto G. Colombo
Tracce sfumate
(Storie di jazz che le storie del jazz non raccontano)
Erga Edizioni
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Non imito Django Reinhardt
(la distonia focale del musicista:
malattia o deragliamento emotivo?)
Erga Edizioni
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Roberto G. Colombo, chitarrista, musicologo, compositore,
filosofo, ricercatore, scrive sei saggi che hanno, come fattore comune, l'occuparsi
di aspetti (o musicisti) poco (o per nulla) noti, come nel caso dei chitarristi
Henri Crolla ("Un italiano a Parigi") e Alfio Grasso ("Un italiano a Berlino").
Il primo, napoletano trasferitosi in Francia dove si forma musicalmente, anche al
cospetto di Django, mai imitato ma "interiorizzato", il secondo, chitarrista,
violinista e sassofonista cresciuto in Germania e dotato di un istinto unico e predominante
ma, come molti chitarristi, gregario di un genere musicale che dovrebbe invece rendere
maggiore tributo e anche spazio storico a certe figure.
Si prosegue nella scoperta di musicisti poco noti, individuando poi i rappresentanti
della sei corde che hanno fornito il loro contributo all'era del bebop ("Parker
e I chitarristi"). Alcuni misconosciuti ma comunque con ruoli importanti come
Effergee Ware, che pare abbia dato lezioni di armonia a Parker, e poi Tiny Grimes,
Remo Palmieri, Arvin Garrison, il gigante Barney Kessel, Billy Bauer e, soprattutto,
Ronnie Singer con il suo incredibile e incredibilmente sconosciuto talento, uscito
troppo presto dalle scene e che avrebbe potuto certamente essere uno dei maggiori
protagonisti.
C'è poi la chitarra da un punto di vista più liuteristico attraverso la storia di
Bill Barker ("La chitarra ecumenica"), liutaio per vocazione e per musicisti,
non per collezionisti, che si pone come "corpo" dell' "anima della chitarra jazz"
costituita dalla triade Reinhardt – Christian – F. Green. Colombo riporta dettagli
di costruzione, suono, timbro, e li confronta con i brand più blasonati fornendo
elementi di contesto storico i quali completano l'intera "traccia sfumata"
offrendo una visione analitica di estremo interesse. Prendendo poi spunto da una
imprecisione nel libro "Django: oltre il mito", interessante è anche l'excursus
sul modello ES-300 della Gibson ("La chitarra trasversale") e sul suo utilizzo
sia da parte di Django che di George Barnes, confluendo in Wes Montgomery.
Il corpus centrale del libro è dedicato comunque alla ricostruzione di un incontro
che rimarrà storicamente di estremo valore. Sebbene infatti tutti conoscano l'album
"Sonny meets Hawk", in pochi si sono sicuramente chiesti come gli artisti
vi siano giunti. In "To free or not to free?" Colombo analizza la storia
musicale di Sonny Rollins, l' "allievo che incontra il maestro" Coleman Hawkins,
in un periodo nel quale era anche forte il suo sodalizio con Don Cherry ponendo
quindi il sassofonista di Harlem al centro di un conflitto nel quale uno (Hawkins)
lo tratteneva nel jazz più convenzionale e l'altro (Cherry) lo tentava verso la
"perdizione" del free. Il tutto considerando la presenza di un terzo "incomodo",
il pianista Paul Bley, "bridge" tra i due, che, a sua volta, ha un percorso
che lo conduce verso quell'incontro con una maggiore predilezione del free ("come
scelta" e non "come problema"). Dopo questa interessantissima lettura
si potrà quindi riascoltare "Sonny meets Hawk", una registrazione non esente
da errori, alcuni dei quali anche "posticci", beneficiandone ulteriormente.
Sei "tracce sfumate", tutte caratterizzate da una rilevante capacità narrativa
unita ad una profonda conoscenza sia tecnico-musicale che storico-musicologica e
che lasciano anche trasparire una passione per la chitarra e la musica percepibili
in ogni passaggio.
A fungere da contraltare a questo eccellente libro, c'è un altro saggio firmato
da Colombo che ci porta invece all'interno di un problema vissuto personalmente
dall'autore. Si parla di "distonia focale", una sorta di "male oscuro"
che limita le capacità puramente tecniche influendo sull'agilità del movimento.
Colombo è da anni alla ricerca di una soluzione anche attraverso una modulazione
della tecnica stessa ed è per questo che, essendo coinvolta la mano sinistra, si
fa riferimento a Reinhardt il quale, a causa di un grosso limite dovuto ad un incendio, cambiò completamente tecnica diventando comunque
uno dei più grandi chitarristi della storia. Tanta ricerca, molte analisi anche
introspettive, viaggi per incontrare medici, psicologi e chiunque possa fornire
una possibile cura, un percorso da intraprendere per ridurne gli effetti e gestirli.
Ancora oggi quindi non esiste una vera e propria soluzione ed è per questo che Colombo,
attraverso la condivisione di questa spiacevole vicenda personale, fornisce sia
un contributo a chiunque possa ritenersi coinvolto che una energia per se stesso
come utile sostegno per non demordere.
Marco Losavio per Jazzitalia
18/08/2011 | Gent Jazz Festival - X edizione: Dieci candeline per il Gent Jazz Festival, la rassegna jazzistica che si tiene nel ridente borgo medievale a meno di 60Km da Bruxelles, in Belgio, nella sede rinnovata del Bijloke Music Centre. Michel Portal, Sonny Rollins, Al Foster, Dave Holland, Al Di Meola, B.B. King, Terence Blanchard, Chick Corea...Questa decima edizione conferma il Gent Jazz come festival che, pur muovendosi nel contesto del jazz americano ed internazionale, riesce a coglierne le molteplici sfaccettature, proponendo i migliori nomi presenti sulla scena. (Antonio Terzo) |
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Data pubblicazione: 26/12/2016
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