AUDITORIUM di MILANO: 21 marzo 2004
di Rosalba Gerli
Il Concerto è preceduto da una breve presentazione di Vincenzo Caporaletti
sulla biografia dell'artista "La logica del caso" di A. Cappelletti, ma l'artista scherza e minimizza.
Si tratta certamente di un grande musicista, che già dall'infanzia mostrava le sue notevoli doti, esibendosi già a 7 anni col violino, per poi passare al pianoforte in cui si diplomò a soli 13 anni, a 17 fu chiamato a sostituire
Oscar
Peterson!!! Suonò con H. Hancock nelle band di M. Davis e S. Rollins, poi con
C. Mingus, L. Young, C. Parker, C. Baker, … insomma un'incredibile schiera di grandi, con i quali ha inciso circa 100 CD. Basti dire che molti elementi del suo stile hanno influenzato
pianisti come Keith Jarrett e Chick Corea!
Ma veniamo al concerto in cui Bley si esibisce al piano solo.
Uno spettacolo entusiasmante in questa rassegna "JAZZ LADIES & SPECIAL GUETS" in cui è speciale ospite all'Auditorium di Milano: preceduto da una gran fama, ma non certo molto conosciuto dal grande pubblico, questo splendido artista ci ha affascinato con quasi due ore di musica raffinatissima.
O gni brano, preceduto da note semplici e lineari (una linea
melodica quasi elementare, come aveva detto nella presentazione il musicologo Caporaletti), si sviluppa poi in armonie inaspettate, inconsuete e molto delicate, ma di grande carattere, a dimostrazione della continua sperimentazione dell'artista.
Il folto pubblico affascinato da questa musica è rimasto spesso, al termine di ogni brano, come sospeso, timoroso di interrompere il flusso delle emozioni vivissime suscitate dall'ascolto assolutamente coinvolgente del piano di
Bley.
Ma ecco poi anche cadenze blues (come nel brano di