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Wayne Shorter
Without a net
Blue Note (2013)
1. Orbits (4:49)
2. Starry Night (8:48)
3. S. S. Golden Mean (5:17)
4. Plaza Real (6:56)
5. Myrrh (3:03)
6. Pegasus (23:06)
7. Flying Down to Rio (12:44)
8. Zero Gravity to the 10th Power (8:13)
9. (The Notes) Unidentified Flying Objects (4:12)
Wayne Shorter - saxophone Danilo Perez - piano John Patitucci - bass Brian Blade - drums
Non fatevi ingannare dalla (brutta) copertina: qui è la musica
che conta, e conta eccome. E non fatevi fuorviare neanche dai dati anagrafici: Shorter
a ottant'anni compiuti è ancora fresco e creativo, e continua a tenere unito il
suo splendido quartetto, come già avveniva nei due precedenti dischi (i live Verve
«Footprints Live» e «Beyond the Sound Barrier»). In tredici anni di
esistenza il gruppo con Perez, Patitucci e Blade ha emozionato le platee di mezzo
mondo con i propri sensazionali concerti, e anche queste nuove registrazioni dal
vivo (che risalgono per la massima parte al 2011) ne danno conferma.
L'interazione tra il vitalissimo soprano, le volate pianistiche,
la concretezza ritmico-armonica del contrabbasso e la fertile fantasia del batterista
generano una costante magia, come un perenne stato di grazia. Un paio di composizioni
originali già note (Orbits compariva in «Miles Smiles» e Plaza
Real su «Procession» dei Weather Report), Flying Down to Rio vecchio
tema tratto da un musical degli anni Trenta, altre più recenti, tutte brillano per
inventiva, e si fanno veicolo ideale per fulgide improvvisazioni, dialoghi trascinanti,
in un vivificante flusso d'energia. Una sola corposa parentesi cameristica (Pegasus)
con l'aggiunta del quintetto di fiati Imani Winds, dà ulteriore segno e misura delle
ambizioni musicali del leader, mosso da un costante impulso verso la ricerca e l'innovazione.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 30/09/2013
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