Premessa (PDF)
In questo appuntamento vorrei proporre agli amici di Jazzitalia una mia
recente pubblicazione didattica edita dalla Casa Editrice Drycastle: BASS NOTES
Appunti per contrabbasso.
Il libro, corredato da un CD, si basa sulla
presentazione di alcuni soli o passi contrabbassistici di pietre miliari del jazz
internazionale come, George Mraz, Patitucci, Rufus Reid ecc,
da cui sono ricavate delle riflessioni didattiche sotto forma di esercizi. Con la
speranza che questo mio lavoro possa giovare allo studio ed alla maggiore conoscenza
del nostro strumento, propongo uno dei capitoli (il N.5) in cui si tratta delle
Ghost Notes unitamente alla premessa e all'indice generale.
Chi fosse interessato all'acquisto può richiederlo direttamente alla Drycastle
www.drycastle.it
o al seguente indirizzo
bass.school@marcellosebastiani.com
Le ghost notes, chiamate anche dead notes o note morte,
non sono altro che delle note volutamente non suonate le quali emettono un suono
indistinto. Sembrerebbero frutto di tecnica approssimativa e scarsa agilità mentre
invece sono non note che hanno funzione percussiva, estremamente funzionali all'economia
espressiva nella pratica bassistica e contrabbassistica specialmente nel linguaggio
jazz e funcky. Non è un caso che abbia pensato a Ben Allison e ad alcune
bass lines di Rufus Reid, Patitucci, Joris Teepe e Charnett
Moffett. Le note morte si ottengono pizzicando la corda con la mano destra ed
esercitando con le dita della mano sinistra una pressione insufficiente per fare
sì che si produca una nota volutamente non chiara, quindi ottenendo un suono che
non ha altezza definita. Le ghost notes si evidenziano con una crocetta al posto
della classica nota. Negli esempi seguenti è mostrato come le ghost notes assumano
funzione espressiva, sia nelle intro che nelle linee bassistiche, mentre nelle pagine
successive si riportano degli esercizi adeguati all'acquisizione della tecnica esecutiva.
Le Ghost Notes
Lo studio delle ghost notes consiste nell'impostare una velocità metronomica intorno
a 100 ed eseguire le note con la crocetta esercitando poca pressione con il dito
della mano sinistra sulla corda tanto da fare in modo che essa non suoni ed emetta
il classico "pop".
L'esercizio A si puo' riproporre su qualsiasi scala facendo in modo che la ghost
note sia generata con chiarezza nella sua indefinita intonazione. L'esercizio B,
simile al precedente, consente la pratica delle ghost notes sulle crome che vanno
eseguite con la pronuncia jazzistica. L'esercizio C è riferito invece alle ghost
notes nelle terzine.
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Data pubblicazione: 04/01/2009
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