Il brano che vorrei proporre in questa occasione agli amici di
Jazzitalia è tratto dal CD omonimo di Charlie Haden (Gitane), lavoro che vede coinvolta una orchestra
d'archi e arrangiamenti di grande qualità artistica oltre la suprema maestria
del leader nella realizzazione dell'opera e nel ruolo di musicista raffinato e
sensibile.
Mi piace dedicare una puntata a Charlie Haden poiché, a parte la sconfinata ammirazione che personalmente nutro per lui, rappresenta una pietra miliare del jazz moderno, dall'epoca del lavoro " Free Jazz" di Ornette Coleman agli attuali duetti di grande effetto con Pat Metheny e
Kenny Barron, uno strumentista dalla tecnica molto particolare, a volte discussa dai puristi, ma certamente capace di emozionare in qualsiasi contesto esso sia presente. Dotato di una sonorità inconfondibile Charlie Haden è noto per la sua liricità che si esprime in modo mai scontato,mai ripetitivo,ma al contrario ogni suo solo sembra essere un piccolo racconto,una storia che ha un interessante inizio e una sorprendente fine. Le sue frasi, spesso enunciate ai limiti della tonalità, sembrano avere valenza a se
stante, indipendentemente dal tessuto accordale che viene rasentato e quasi mai
enfatizzato nei suoi punti cardine, creando quella tanto imitata tensione, che è
sua stessa peculiarità.
Altrettanto efficaci sembrano essere le pause che si distendono tra i periodi del discorso solistico di Haden, caratteristica che conferisce al solo una morbida plasticità ed una espressività non comuni.
Now is the Time
è un vecchio brano, piuttosto naive nella sua bella liricità e nell'esposizione tematica Haden riesce a rendere a pieno l'intenzione espressiva che viene poi enfatizzata nel solo. Come è possibile notare già dalla prima battuta del solo il nostro bassista prende una lunga pausa per iniziare sul secondo movimento della seconda battuta, situazione quest'ultima che sottolinea l'intenzione tensiva che si vuol dare al suo discorso musicale. Peraltro è possibile osservare come l'idea solistica di Haden non prediliga i tempi forti della battuta ma, al contrario, tendenzialmente le frasi iniziano in levare e preferibilmente sui tempi deboli (bar 2-5-6-12-15-16). Non di rado le frasi hanno termine o inizio in anticipo rispetto al riferimento accordale (bar-4-10-19-22) e ciò contribuisce non poco a rendere la sensazione di "floating". Si noti come sull'accordo di C7 venga riproposta due volte la stessa situazione ritmico-melodica (scala di C misolidio discendente, originata comunque mai dalla tonica...), ma ciò non deve far supporre una povertà lessicale, quanto una insistenza su un modello tensione-rilassamento che ha nell'accordo di Fmaj7 (che segue l'accordo di C7) il suo punto risolutivo. Ancora si noti che i fraseggi si articolano seguendo la via di intervalli congiunti, ad eccezione che in bar 4-11-15-21, in cui è presente qualche raro salto di terza o quarta. Frammento particolarmente interessante, capace di apportare un suo peculiare colore
in tutta l'esposizione improvvisativa di Haden è l'enfasi riposta nella nota Ab di bar 10 e 16, punto di partenza per una cellula discendente che percorre il cammino Ab-G-F per poi ritornare verso l'acuto.
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Data pubblicazione: 25/04/2004
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