La maturità di un musicista è un qualcosa che si avverte e che non ha un momento preciso. C'è chi la raggiunge prima chi dopo, chi...mai. Di certo è un risultato che si ottiene dopo un percorso più o meno obbligato. E' un percorso fatto di studio, di duro lavoro quotidiano, di collaborazioni nel senso di lavori insieme con altri artisti, di vedute sempre più ampie che devono servire ad arricchirsi, di capacità di autocritica e di tante altre cose. Marcello Sebastiani firma questo quarto lavoro a suo nome dopo una carriera ventennale che contiene tutti e anche più degli aspetti appena rimarcati. Ciò non vuol dire che è un musicista "arrivato", perchè non esiste un luogo in cui un musicista arriva, non esiste mai un obiettivo conclusivo: il cammino del musicista è senza fine ed è fatto anche di ritorni. Piuttosto vuol dire che, ascoltando questo CD, si avverte una certa consapevolezza nel dominare la musica suonata il che fa ben presupporre a nuovi momenti creativi che in futuro non potranno che essere di qualità. Non ci sono sbavature dovute ad elementi che si sono voluti introdurre appositamente. Il tutto ha una logicità fluida che nasce anche perchè non c'è l'esigenza di dover necessariamente mostrare i "muscoli"...
Le composizioni strizzano l'occhio la bop, sono basate spesso su dei riff ripetuti e strutturate con bei cambi ritmici che forniscono respiro e movimento ai brani, offrendo così terreno ideale per il sax soprano di
Geoff Warren che risulta estremamente adeguato mostrando soprattutto un gran controllo ritmico delle frasi.
Sebastiani utilizza il contrabbasso con grande disinvoltura in ognuno dei ruoli previsti: attento e solidissimo accompagnatore (gran walkin' in
Station 888), sostegno e suggeritore ritmico (con un Massimo Manzi in gran forma, come al solito...), solista di gran gusto, riferimento armonico sul quale il piano di
Ceccarelli può muoversi senza alcun indugio.
Non mancano alcuni standard: molto raffinate
Alter Ego
che vede Geoff Warren al flauto e
Like Someone in Love
eseguita in trio con un bel lavoro di Ceccarelli al piano e un eccellente solo di
Sebastiani. Un omaggio anche al poliedrico Roland Kirk con il brano
Inflated Tear. Nella versione originale del 1967 Kirk, oltre al sax e al flauto, suonava praticamente di tutto come stritch, manzello, sega, fischietto, corno inglese, sirene...Qui è stato estratto il tessuto armonico e melodico del brano con Marcello Sebastiani che alterna l'uso dell'archetto per poi introdurre una docile ballad che si sviluppa fino ad approdare in una parte free preludio alla conclusione nuovamente con archetto.
Di altro tipo l'maggio ad un altro grande che ha influenzato la maggiorparte dei contrabbassisti:
Mr. Ray Brown. Il brano
To Ray, composto da
Sebastiani, è un'intensa ballad che vede il momento migliore proprio nel solo del contrabbasso perfettamente chiuso per passare il testimone al sax soprano
di Warren.
Marco Losavio
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Data pubblicazione: 24/12/2003
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