Splasc(H) - CDH 870.2 - 2005
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W.S.B. Trio
Live Session
1. We bop a blues
2. Mose soul, Marcel
3. Liberaion
4. Latakian smoke
5. Dexterity
6. Afro blues
7. Market town - Free market
Geoff Warren
- flauto
Marcello Sebastiani - contrabbasso
Alberto Biondi - batteria e percussioni
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Un altro bel colpo messo a segno dal duo
Warren/Sebastiani
che, dopo oltre un paio d'anni di silenzio, torna sulla scena musicale nazionale
con il disco "Live Session"
eseguito anche con l'aggiunta dell'alchimista delle percussioni Alberto Biondi.
Chi scrive, conosce da anni questi elementi,
Geoff Warren
- flauto, Marcello
Sebastiani - contrabbasso, Alberto Biondi - percussioni, (in
gruppo suonano sotto il nome di WSB trio) ed ha ascoltato molte delle loro
composizioni ma bisogna ammettere che questa volta, per i brani inediti, per la
rielaborazione di alcune loro vecchie composizioni e per la scelta dei brani "classici"
del panorama jazzistico mondiale, hanno veramente dato il massimo. Il disco è stato
registrato dal vivo, a loro insaputa, alla Festa della Liberazione di Guardiagrele
nell'agosto 2003, e risulta essere l'espressione
più intima dell'animo di ognuno di loro.
Il primo brano "We Bop
Blues", composto da
Sebastiani,
tratto dal CD
Miniatures
del 1998, viene rielaborato ed interpretato
come solo una performance dal vivo ed un giusto feeling con un pubblico adeguato
può regalare.
Il secondo brano, "More
Soul Marcel", composto da
Warren,
è incentrato su una bassline ossessiva di
Sebastiani
sulla quale il flauto di
Warren,
come un moderno Pan, svolazza intorno tessendo ragnatele; le uniche capaci di imprigionare
quelle note di contrabbasso così esatte ed essenziali. Al tempo stesso Alberto
Biondi, con le percussioni, accompagna discretamente il tutto enfatizzando magistralmente
i vuoti creati ad arte dagli altri due componenti.
Segue Liberation
un brano dove tutto il WBS trio esprime il massimo della tecnica interpretativa
sia in team che individuale.
Il quarto brano Latakian
Smoke è una rielaborazione del brano Balkan Mode pubblicato sul
CD "Duets"
del 2001.
Segue poi Dexterity,
un brano di Charlie Parker che non ha bisogno di commenti.
E adesso giungiamo all'esecuzione del brano n. 6 che ha destato maggiore
curiosità: Afro Blue di Mongo Santamaria. E'
notorio che alcuni vecchi brani di musica jazz, da qualche tempo a questa parte,
cominciano ad essere considerati dei "classici", non avendo niente da invidiare
alla musica comunemente definita "classica". Pertanto i jazzisti, nelle loro performance
dal vivo, tendono ad eseguire esattamente questi standard nella loro versione originale,
anche per accontentare il pubblico più esigente. Nel caso del WSB (innovatori
per loro stessa natura ma "dissacratori" per i puristi) avventurarsi nel
difficile campo dei "classici" del repertorio jazzistico è stata una sfida. Lasciando
pressoché intatta la linea delle note del flauto (per quanto gli è stato possibile
a Warren),
hanno avuto il coraggio di interpretare un classico del calibro di
Afro Blue con una personale rielaborazione del
brano, soprattutto delle percussioni. Non se la prendano i puristi del jazz, ma
questa versione di Afro Blue, anche se stravolge
palesemente il sound percussivo della versione originale, tecnicamente è una "rielaborazione"
che non lascia affatto l'amaro in bocca. La bassline di
Sebastiani
sottolinea prepotentemente il carattere etno del brano e culla l'ascoltatore come
una Mother Africa. Così impostata, questa solida bassline, dà la possibilità
agli altri musicisti di spaziare liberamente verso sonorità diverse, senza stravolgere
il sapore "Afro" del brano, parola di chi nell'Africa "vera" ha vissuto e ne ha
ancora nostalgia a distanza di quasi dieci anni...
L'ultimo brano del CD è un Medley dove
Warren
con il flauto e Biondi alle percussioni si scatenano singolarmente in performance
intime che solo un concerto dal vivo con un pubblico partecipante in maniera attiva
può dare.
Giuliano Iezzi
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Data pubblicazione: 19/09/2006
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