Gli arpeggi e in particolare quelli di settima sono un elemento fondamentale dello studio per chi vuole suonare il jazz. Servono sia per facilitare i fraseggi sia per imparare le note rappresentate dai vari simboli degli accordi.
Un primo esercizio che trovo molto utile e anche divertente è di suonare triadi costruite su tutti i gradi della scala.
Partiamo da una scala di Sol maggiore:
Notate che non sono andato particolarmente in alto o in basso. L'importante in questa prima fase è di suonare tranquillamente le triadi, pensando sempre alla fondamentale d'ogni accordo e lasciando che le mani compiano i salti di terza.
Quindi si pensa: " SOL * * LA * * SI * * " e così via.
Ovviamente le alterazioni in chiave delle tonalità devono essere sempre rispettate, nel primo caso il Fa# del Sol maggiore, poi in La bemolle maggiore i quattro bemolli e così via.
Questa formula va applicata a tutte le scale e solo quando viene bene si può pensare di portarla agli estremo di registro.
La seconda fase è di invertire il secondo arpeggio creando un'alterazione di arpeggi in salita è discesa.
Quest'esercizio potrebbe anche risultare più facile della prima perché evita i salti indietro.
L'ultima variazione di quest'esercizio è forse il più difficile. Si tratta di suonare tutti gli arpeggi dalla quinta in giù. Così si pensa: "RE * * MI * * Fa# * * " lasciando che le mani compiano questa volta salti di terza in giù.
Quando siete padroni di questi esercizi di triadi – (e mi raccomando non solo nelle scale con poche alterazioni ma in tutte!!!) possiamo pensare di andare avanti e complicarci un po' la vita. Ma prima
vi indico un piccolo suggerimento.
Avendo padronanza di queste serie di triadi provate ad inserire qualche variante ritmica, magari fermandovi su qualche nota.
Si ottengono dei fraseggi molto carini.
Ora avanti con i lavori. Seguendo la logica del primo esercizio suoniamo un arpeggio di settima su ogni grado della scala. Pensate sempre alla prima nota del gruppo:
"SOL * * * LA * * * SI * * * "
Fate questo disegno su tutte le tonalità non spingendo troppo in alto o in basso per il momento e poi passate alla variante – uno su e uno giù.
Anche qui forse troverete l'esercizio più facile per la mancanza di salti in dietro.
Per finire facciamo tutti gli arpeggi dalla settima in giù.
Poi quando avrete una certa padronanza del motivo provate ad inserire qualche variante ritmico; qui sotto l'esempio è nella scala di Si bemolle maggiore.
Ritengo non solo che questi esercizi siano divertenti ma che forniranno dei buoni spunti per le vostre improvvisazioni.
Ciao for now,
Geoff.