Pescara Jazz Festival 2009
di Alceste Ayroldi
17 luglio
Chick Corea
piano solo
Roy Haynes Trio
Roy Haynes, batteria
John Patitucci,
contrabbasso
David Kikoski, pianoforte
18 luglio
George Benson
George Benson, chitarra e voce
Thom Hall, tastiere
Michael O'Neill, chitarra e voce
Stanley Banks, basso
Buddy Williams, batteria
Randy Waldman, pianoforte e musical director
Janey Clewer, choir director
Orchestra Sinfonica di Pescara
Il festival pescarese compie quaranta anni tra mille affanni (solo economici
e dovuti ai noti e sbandierati tagli governativi) con un cartellone di tutto rispetto
che lo rende festival "principe" dell'area centro sud, in buona compagnia con la
lunga kermesse umbra, dalla quale attinge con soddisfazione. Un sodalizio empatico
che vede anche dividere la presenza della band pop Simply Red, qui chiamata ad offrire
una sorta di anteprima del festival abruzzese, il cui cartellone "audiotattile"
si è snodato serratamente a distanza di pochi giorni.
L'overture è appannaggio di un habituè della
rassegna pescarese:
Chick Corea, in solipsistico periodar con il pianoforte. Spalti
gremiti e pubblico dal brand euro-colto in alcuni casi, euro-distratto per altri
versi. Corea divide la sua performance in due parti: una jazzistica e l'altra classica.
Il pianista e compositore di Chelsea, che ricorda a tutti le sue origini italiane,
sicule per la precisione, rammenta anche le sue radici musicali; le sue influenze
che risuonano in
Bill Evans, a Pescara omaggiato con una romantica Waltz For Debby.
La maggiore tensione ed il suono tagliente si ascoltano nel respiro delle note di
Monk, con un alchemico medley: ‘Round Midnight, Trinkle Tinkle e
Blue Monk. Non tralascia
Bud Powell:
la mano sinistra di
Corea scandisce con precisione gli accordi mentre traccia con
la destra le sue frasi, ricche e nitide. L'altra faccia di Corea è nella sua propensione
per la musica classica. Scarlatti e Skrjabin sono eseguiti con grazia, levità e
stile, dà voce al suo tocco netto ed autoritario ed al suo profondo senso per la
metrica. Tale liquido mercuriale giunge alle sue Children's Song melange
di improvvisazione e di stilemi classici irruenti, percussivi, bartokiani.
Dopo Corea,
lo stage del D'Annunzio è appannaggio di una leggenda vivente: Roy Haynes.
Il batterista del Massachusetts è con il "suo" fidato
John
Patitucci al contrabbasso e David Kikoski al pianoforte, che
sostituisce l'atteso
Danilo Perez.
"Snap Crackle" Haynes è in forma smagliante, pimpante: gioca con il ritmo così come
gioca con il suo essere ultra ottuagenario. E' delicato e rapido sul rullante e
intenso sui piatti dai quali tira fuori valenze timbriche inaudite.
Patitucci
gli fa eco, preciso e potente anche all'archetto, i suoi interventi hanno sempre
una spanna in più, dinamici, sinuosi. Capace di improvvisare e creare precisi walkin'bass
su Question and Answer o James di
Pat Metheny,
ben strutturati da Kikoski e di dialogare appassionatamente con Haynes
sulle note di Dear Old Stockholm. Grande chiusura con
Corea
sul palco per un finale a tutto Monk con Haynes a strappare applausi anche
ai suoi sodali.
Il 18 luglio si cambia musica con George Benson. Etiamdio il chitarrista
di Pittsburgh ha attirato folle provenienti da ogni musica ed ogni età. Certo, in
gran prevalenza i più "attempati", over 40, ma anche una buona dose di trentenni
o giù di lì. Due parti: un omaggio a Nat King Cole, scialbo, in affanno anche
per via delle corde vocali non proprio a posto; tributo senza "botto", visto che
l'attesa Unforgettable è stata "dimenticata". Buona prova dell'Orchestra
Sinfonica di Pescara e dal coro selezionato dalla cantante pescarese Diana Torto;
una produzione originale pensata, creata e attuata dal Pescara Jazz Festival. Poi,
via al Benson's Party: un'ora buona tra i successi del chitarrista americano:
In Your Eyes, Breezin', The Masquerade, Turn Your Love Around
si succedono una dopo l'altra cercando di riscaldare il pubblico piuttosto algido
del D'Annunzio. Tant'è che il bassista Stanley Banks, complice la sua altezza,
incita più volte, a braccia sventolanti il pubblico per renderlo partecipe: i risultati
sono blandi e ciò anche quando Benson lancia le note della storica Give
Me The Night, brano globalizzante per età, status, provenienza musicale.
On Broadway sigilla il bis di un concerto, nel complesso, non elettrizzante.
Il Pescara Jazz Festival edizione 2009
ha ospitato il quartetto di
Ahmad
Jamal ed il sinfonico progetto jazz – rock del bassista
Maurizio Rolli
con Bob Mintzer e Peter Erskine.
18/08/2011 | Gent Jazz Festival - X edizione: Dieci candeline per il Gent Jazz Festival, la rassegna jazzistica che si tiene nel ridente borgo medievale a meno di 60Km da Bruxelles, in Belgio, nella sede rinnovata del Bijloke Music Centre. Michel Portal, Sonny Rollins, Al Foster, Dave Holland, Al Di Meola, B.B. King, Terence Blanchard, Chick Corea...Questa decima edizione conferma il Gent Jazz come festival che, pur muovendosi nel contesto del jazz americano ed internazionale, riesce a coglierne le molteplici sfaccettature, proponendo i migliori nomi presenti sulla scena. (Antonio Terzo) |
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Data pubblicazione: 05/11/2009
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