Ciao a tutti! Questa prossima trascrizione e' di George Benson,
in particolare del solo finale eseguito con chitarra e voce all'unisono,, da 04:04
a 04:42, di un classico della latin music di Mario Bauza,
At the Mambo Inn, contenuto nel disco "Tenderly"
(Warner Bros/Wea), datato 1989, con
McCoy Tyner
al piano, Ron Carter al contrabbasso,
Lenny Castro alle percussioni
e Al Foster alla batteria.
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Analisi armonica:
la struttura del chorus è di 32 battute, nella forma AABA di 8 battute per ciascuna
sezione. Le tre A sono in tonalita' di Ab maggiore, con un susseguirsi di II V I
VIalt quattro volte ogni sezione, con il I grado sostituito con III la terza volta.Questo
turnaround reiterato crea una forte tensione statica che Benson, come vedremo, tratta
in maniera esemplare.
La B ha le prime tre battute in B maggiore, con un II V I, per poi suonare un E7
che e' un IV dominante di B, per poi ritornare gradualmente alla tonalità di Ab
maggiore, attraverso un cliché jazzistico costituito da VI II7 II V.
Analisi melodica:
il solo parte in anacrusi sul battere terzo battito
e essenzialmente ruota intorno alla tonalità di Ab maggiore,soprattutto sul II V
I. Benson tende a non alterare il V grado e altera sempre il VI7, suonando spesso
il Gb, 9b di F, nella 2,6,10, 14 e 26 battuta e, sempre sullo stesso grado, anche
il A, terzo grado di F,6 e 12 battuta. Troviamo anche linee melodiche dal sapore
bebop, come a battuta 6 dove Benson suona il A e Gb, rispettivamente 3 e 9b del
F7alt per poi proseguire con una linea cromatica che da Eb cade sul F, V grado del
successivo accordo di Bbm7, procedimenti questi usati spesso da Charlie Parker.
Benson suona una triade di Fm all'inizio della battuta 8, sull'accordo di Abmaj,
creando così una sonorità di 6. Altro movimento cromatico di matrice bebop lo troviamo
tra la seconda metà di battuta 11 fino all'inizio di battuta 12;qui Benson parte
dal G, quinto grado di Eb per arrivare a Eb, quinto di Ab e procedere diatonicamente
per le successive quattro crome per poi arrivare sul F, terzo grado dell'accordo
di F. Questo passaggio costituisce un ottimo esempio di controllo dei gradi di ciascun
accordo, procedimento questo che rende grandi i musicisti jazz. A battuta 15 troviamo
un arpeggio a un'ottava di Dbmaj7 sull'accordo di Bbm7, per creare una sonorità
m9 (espediente tra i più usati da Benson, che ha ereditato da Wes Montgomery).
Nella sezione B notiamo come Benson lavori, nelle prime due battute con una
cellula ritmica costituita da una semiminima, una pausa di croma e tre crome. Su
questo scheletro, egli muove la melodia in B maggiore in maniera ascendente, per
poi suonare una triade discendente di D#m, che evidenzia l'armonia di Bmaj7
Interessante ciò che accade da battuta 21 a 24. Qui il chitarrista di Pittsburgh
suona linee melodiche in Abmaj, sebbene a battuta 22 troviamo un Bb7 che è estraneo
all'armonizzazione di Ab, seguendo quindi l'anticipo armonico che prelude all'ultima
A.
A battuta 26 suona tre crome sul levare del 2, 3 e 4, battito, procedimento
che ripete due battute dopo, aggiungendo la croma anche sul levare del primo battito.
Una della caratteristiche principali dello stile ritmico di Benson è questo gioco
di cellule ritmiche ripetute a distanza di qualche battuta, procedimento questo
che crea attenzione e coinvolgimento da parte dell'ascoltatore. A battuta 29 suona
un arpeggio di Gm7(b5) sull'accordo di Bm7, andando a sottolineare il VI grado maggiore
dell'accordo m7 che, essendo sul II grado dell'armonizzazione, ha carattere dorico.
Sull'ultimo quarto di battuta 30 inizia una fraseggio pentatonico/blues,
che, toccando la terza maggiore, la quarta giusta, la terza minore e la fondamentale,
chiude il solo ispirandosi al suo maestro di musica
Jimmy
Smith, orecchiabile, ritmico e con venature blues.
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Data pubblicazione: 06/06/2009
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