Effetto Musica Ensemble Incontra Claudia Marss Orfeu Negro
1. Intro –
2. A felicidade (1)
3. Samba de Orfeo 4. O nosso amor
5. Cenas do Sol levante
6. Frevo
7. O nosso amor 8. Manha da Carnaval# 1
9. Manha da Carnaval# 2
10. Monologo de Orfeo
11. Cenas da Macumba
Special Guest Robertinho Bastospercussioni in 2, 3 5, 8
Coro di voci bianche dell'Istituzione Teatro Comunale Carlo Gesualdo di
Avellino diretto da Cinzia Camillo in 10.
Cinquant'anni fa, rielaborando una piece teatrale di Vinicius de Moraes,
il regista francese Marcel Camus, portò nelle sale cinematografiche un opera che
ebbe enorme successo. "Orfeo Negro" vinse la Palma d' Oro a Cannes e l' Oscar come
migliore pellicola straniera. La critica odierna tende a sminuire l'importanza di
quel film, che raccontava il mito antichissimo dell'amore infelice fra il musicista
archetipico e l'amata Euridice, ambientandola in una favela di Rio, durante il carnevale.
Il grande Meregehetti lo liquida con un misero punteggio di due stelline, forse
con ragione. L' opera pare oggi un po'datata. Ma l'epoca in cui uscì era molto particolare,
ricca com'era di grandi novità artistiche. L' anno prima, per restare in ambito
brasiliano, era uscito Chega deSaudade, il disco con il quale Joao
Gilberto inaugurava il filone della Bossa Nova. A scrivere la colonna sonora del
lavoro di Camus furono due giovani musicisti carioca: Louis Bonfà e Antonio Carlo
Jobim. Nella soundtrack c'erano pezzi come "Manha de Carnaval" e "A
felicidade". Non è certo sbagliato sostenere che il successo mondiale della
nuova musica brasiliana sia stato veicolato anche da Orfeo Negro. Del tutto
opportuno quindi il bel lavoro appena pubblicato da "Effetto Musica Ensemble"
e da Claudia
Marss, che ripropone oggi, rendendogli l'omaggio doveroso, quella bellissima
colonna sonora. Una "pura operazione culturale" come giustamente dice
Paolo Piangiarelli nelle note di copertina del disco edito dalla sua Philology.
"una ricostruzione appassionata e filologica".
All'ascolto, a dire il vero, l'opera del gruppo italiano e della brava
vocalist carioca, ha caratteri diversi rispetto all'originale. Questa era infatti
spesso intrisa di sonorità africane, non solo per la presenza di lunghe e selvagge
sequenze percussive. Se prendiamo uno dei brani più celebri della soundtrack di
Orfeo Negro, "O nosso amor", vediamo come Bonfà
e Jobim lo abbiano di volta in volta affidato a una fisarmonica rauca, ad un coro
di strada, ad un trombone e ad una tromba di intonazione un po' sporca ed imprecisa,
africana appunto. (Quel "suono viola " di cui parlava Ellington). Nel disco originale
si sente spesso la polvere della strada, se ne respira l'odore acre. Si avverte
l'Africa rimasta, imprecisa e tumultuosa, nel sangue dei discendenti dei primi schiavi.
Jobim e Bonfà utilizzarono nel loro disco anche una marchin band, oltre lesirene di navi e di autoambulanze, le voci di venditori ambulanti e lo sferragliare
dei tram che si sentivano nella pellicola. Tutto era musica in quel vecchio film.
Effetto musica Ensemble propone invece, giustamente, una lettura più morbidamente
jazzistica, più nitida e tornita, di quelle partiture. Giustamente perché il samba
e le musiche afro-sud americane sono oramai patrimonio condiviso della comunità
musicale globalizzata dei nostri tempi. Sarebbe stato inutile - e perdente - andare
a ricreare ai nostri giorni ed alle nostre latitudini, atmosfere che non sono parte
della nostra storia, della nostra sensibilità di europei. Quindi pianoforte e sintetizzatori
al posto dei tamburi sfrenati, cristalline sonorità di flauti e sax soprano invece
dei degli ottoni rudi utilizzati da Jobim e Bonfà Il tutto con qualche, perdonabile,
eccesso di calligrafismo.
Una lettura diversa, più riflessiva meno concitata, non per questo meno
sincera e meno ricca di saudade. Fra l'altro nel disco di EME, c'è un brano
non presente nel disco originale, un bellissimo monologo tratto dalla piece di Vinicius
in cui la voce di Claudia Mars trasmette la liquida, musicale malinconia della lingua
brasiliana.
Un omaggio accurato ed intelligente, delicato e personale ad una cultura
ad un epoca, quella fra gli anni 50 e 60, che vide rinnovarsi, non solo in Brasile,
tutti i linguaggi musicali. Un epoca davvero lontana.