Intervista a Tania Maria
luglio 2009
di Ambrogio
De Palma
La cornice è di quelle ideali, il parco di Villa Nani Mocenigo
a Canda. Introdotta dai suoi fidati musicisti di una vita Marc Bertaux (basso),
Mestre Carneiro (percussioni) e Toni Rabeson alla batteria, Tania
Maria Correa Reis si presenta il suo biglietto da visita cantando "Meu
nome é Tania Maria", una frase cara a tutti i grandi della musica carioca.
La cantante e pianista di Saõ Luis impone subito il suo sound spigliato e disinvolto.
Se erroneamente si potrebbe pensare ad una fusion di stili che abbracciano i suoni
popolari del Brasile del nord con le contaminazioni jazzistiche, nella realtà dei
fatti ci troviamo di fronte ad un linguaggio complesso e del tutto personale in
cui Tania miscela stilemi di musica universale ingabbiandoli in una sensuale e vorticosa
ritmica. Il suo ingrediente segreto è probabile che sia l'allegria che pervade ogni
sua frase musicale e che coinvolge pienamente i musicisti del suo gruppo. Tania
è la donna dai mille volti. Passionale e struggente nella sua rivisitazione di
Besame Mucho, irrefrenabile in
Agua de beber, divertente quando gioca con il pubblico
interpretando Mas que nada e li invita a cantare
dirigendo e correggendone l'improbabile agogica. Ma sa anche essere tremendamente
sensuale nel brano finale, Brasil, con cui rende
omaggio alla sua terra. Un immaginario ritorno a Saõ Luis, lei che ormai da molti
anni vive tra New York e Parigi, non riesce a tenere lontana a lungo la saudade.
E ancora una volta coinvolge il pubblico cantore, felice di essere partecipe a quella
festa di suoni. Interminabili applausi salutano l'artista brasiliana dopo l'immancabile
bis.
Da pochi minuti si sono spenti i riflettori
quando incontriamo Tania Maria, per nulla affaticata dal concerto e visibilmente
felice per il successo della serata. Spesso dipinta dai più come una diva dello
spettacolo è una persona di impagabile squisitezza e di grande carisma che trasmette
con gli occhi e con la sua musica la gioia di vivere.
Il suo stile è vivace e frizzante, è sempre stato così?
No. La mia vita musicale è cominciata con gli studi classici, ma ben presto mi
sono accorta che la musica classica non mi avrebbe portata a traguardi soddisfacenti.
Allora mi sono interessata alla musica brasiliana di estrazione popolare e in quel
momento ho scoperto che il pianoforte è uno strumento a percussione, da allora ho
cominciato a concepire questo strumento come uno strumento percussivo.
Fino a pochi anni fa l'ambiente del pianismo jazz era
notoriamente maschilista. E' stato faticoso imporsi agli inizi della sua carriera?
Essendo un artista non ho mai pensato che le cose fossero difficili perché ero
donna, pensavo che fossero difficili perché non ero un granchè.
Ama eseguire personalmente i suoi brani o scrive anche
per altri artisti.
La maggior parte delle mie composizioni le scrivo per me, solitamente gli altri
artisti scelgono le mie musiche prendendole dai miei dischi. Però ho scritto dei
brani per altri artisti, ma di musica elettronica.
Qual è il segreto per diventare una bandleader come
lei?
Ho avuto il mio primo gruppo a tredici anni per suonare musica da ballo nei fine
settimana. Il gruppo lo creò mio padre e fu lui ad insegnarmi come diventare una
bandleader ma ad una condizione: di non avere flirt con nessuno dei miei musicisti!
Nel concerto di questa sera abbiamo sentito musica nella
concezione più universale del linguaggio, dalla bossa allo straight jazz ad accenni
bachiani. Cosa la differenzia dal passato recente della musica brasiliana?
Sì, è vero! (accennando con la voce alcune progressioni bachiane) La differenza
principale è che autori come Jobim si ispiravano principalmente al patrimonio
della musica classica, e questo io non lo faccio. Ad esempio a Chopin (e
canta un frammento di un notturno), questo pezzo ha ispirato
Insensatez. Jobim è stato un grande musicista,
serio, ordinato fino all'ossessione, quasi una scuola.
Da "Apresentamos" a "Intimidade" è cambiato qualcosa
nella sua musica?
La mia musica è principalmente un autoritratto di me stessa. Io ho sempre rifiutato
di appartenere ad un genere musicale, bossanova o tropicale. Io seguo esclusivamente
i miei interessi, tutto ciò che interessa la mia vita e, di conseguenza la mia musica
cambia parallelamente alle vicissitudini della mia vita.
Com'è il suo rapporto con il pubblico?
Io non suono tutto il tempo per il pubblico, ho bisogno di divertire me stessa
altrimenti cadrei nella routine. Certo mi fa enormemente piacere vedere sale piene
di persone che sono li per me, ma vorrei che fossero li per sentirmi suonare e non
per vedermi suonare.
C'è un incontro musicale che ricorda particolarmente?
Due. Il primo con un musicista franco-libanese, Gabriel Yared. Non è molto
conosciuto anche se ha vinto un premio Oscar (con le musiche per il film Il Paziente
Inglese, ndr). Ricordo che cambiò la mia visione della musica quando un giorno
mi disse "Piantala di essere virtuosa. Suona, semplicemente". Un altro bellissimo
incontro fu con Jobim, venne a New York al mio trentaseiesimo compleanno
e mi disse "Tranquilla, sei la miglior musicista brasiliana di jazz, non ce ne
sono altre".
Secondo lei è cambiato molto il jazz negli ultimi anni?
Il jazz di oggi non lo sopporto, non lo amo e non lo ascolto perché non si può
danzare, non si può vivere, non ti permette di lasciarti andare. La musica è un
atto d'amore che deve trasmettere sentimento e questo nel jazz dei nostri giorni
non esiste più.
Cosa possiamo aspettarci di nuovo da Tania Maria?
Che riesca a trovare il coraggio di registrare il mio nuovo disco, è da cinque
anni che non faccio un disco. Ho scritto già le musiche da tempo ma devo trovare
la forza di andare in studio perché sono diventata molto pigra.
Un ringraziamento particolare per la gentile collaborazione a Claudio
Ronda, direttore artistico della rassegna Tra ville e giardini, e a
Milena Dolcetto, capo ufficio stampa di Ente Rovigo Festival.
| Elis Regina, Águas de Março Águas de Março, de Tom Jobim, imortalizada pela genial Elis!, P&B, Programa Ensaio, TV Cultura, , É pau, é pedra, é o fim... inserito il 23/06/2006 da gabrielacarneiro - visualizzazioni: 3857 |
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Data pubblicazione: 10/08/2009
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