Paolo Fresu – Bojan Z Filarmonica Laudamo Messina, Palacultura Antonello, 24 ottobre 2010
di Vincenzo Fugaldi
Non poteva avere esiti migliori il ritorno di
Paolo Fresu
a Messina, città con la quale il musicista sardo ha da anni un rapporto privilegiato,
nella quale ha suonato il pomeriggio del 24 ottobre 2010
insieme a Bojan Z, duo esibitosi lo scorso mese di maggio anche al Reggio
Calabria Top Jazz Festival e a Marsala al II festival del giornalismo d'inchiesta.
Paolo
Fresu e Bojan Z - dove la Z sta per Zulfikarpasic, cognome del
pianista di Belgrado stabilitosi a Parigi - sono ben addentro all'arte del duo,
una pratica che in campo jazzistico ha dato frutti innumerevoli e preziosi. Di Fresu
basti citare le collaborazioni con
Uri Caine
e Ralph Towner, documentate dall'ECM ("Things" e "Chiaroscuro"); di Bojan Z l'incontro,
purtroppo mai pubblicato su disco, con Michel Portal (ma Z è pianista e produttore
del nuovo disco di Portal, "Baïlador", Universal Jazz France).
La loro tavolozza di colori è essenziale: Bojan Z gioca abilmente sui contrasti
tra i tasti acustici di uno Steinway e quelli elettrificati di un Fender Rhodes;
Fresu alterna alle labbra la tromba e flicorno, facendo un uso dell'elettronica
sobrio e funzionale. Di Bojan Z va elogiata, oltre all'eleganza del tocco e la fluidità
del fraseggio, la grande capacità di muoversi su terreni musicali diversi fornendo
sempre un contributo pertinente che mette a proprio agio i partner, e la perizia
di compositore che alterna blues, ballad e profumi balcanici; di Fresu è sempre
più evidente la matura classicità che si esprime al meglio in serate particolarmente
felici come questa. Il repertorio è impostato su un solo standard, il canto popolare
svedese Dear Old Stockholm divenuto un classico del jazz moderno grazie all'interpretazione
datane da Miles Davis, e su belle composizioni originali di entrambi, con
una predilezione per tempi lenti e medi, un grande controllo delle dinamiche e una
intesa musicale sorprendente, viste le rare occasioni di incontro tra i due. Dato
l'elevato livello delle composizioni, è doveroso citare i titoli di alcune: di Bojan
Z brani come Groznjan Blue, Algeric, la struggente ballad in ¾
Bulgarska, Full Half Moon e di Fresu la celebre Fellini.
Un plauso va infine alla Città di Messina per aver messo a disposizione del pubblico
uno spazio concertistico valido esteticamente e dalla buona acustica, che potrebbe
vedere la rinascita sullo stretto di una tradizione di jazz dal vivo risalente a
trent'anni addietro, anche attivando sinergie con le migliori realtà del territorio
calabrese, in particolare con il festival di Roccella Jonica.