Umbria
Jazz 2008
Bollani "Carioca" e Caetano Veloso: maravilhosa poesia
Perugia, 12 luglio 2008
di Enrico Bianchi
Corpo e cuore nel concerto che ha incantato il pubblico dell'Arena Santa
Giuliana di Perugia sabato 12 luglio.
Stefano
Bollani e i componenti del progetto "Carioca" hanno letteralmente
elettrizzato i numerosi spettatori accorsi all'Arena, mentre
Caetano
Veloso ha affascinato mettendo insieme poesia e musica.
L'esordio del concerto la dice lunga sulla capacità
del poliedrico pianista di sintonizzarsi con il grande pubblico, pur mantenendo
vivo il rapporto con gli aspetti della musica brasiliana che esigono sottigliezza
e complessità. Vengono interpretati i principali autori del Choro e del Samba,
da Pixinguinha a Moacir Santos, da Zequinha de Abreu a Chico
Buarque. La chitarra di Marco Pereira e il pianoforte di
Bollani
si fondono in un reciproco e poliritmico intreccio che suscita fremiti ovunque,
mentre il gruppo ritmico brasiliano (Jurim Moreira alla batteria,
Armando Marcal alle percussioni e Jorge Helder al contrabbasso)
e i fiati de I visionari (Mirko Guerrini e
Nico Gori)
insieme al sassofonista Ze Nogueira portano a compimento l'esplosione
di vitalità ritmica del Samba senza mai piegarsi a stilemi turistici. In particolare
accade che, tra le pieghe di un tessuto musicale immateriale,
Bollani,
quasi sfiorando i tasti, fa emergere schegge di familiarità che non tardano a concretizzarsi
in un Tico tico no fubà, la cui melodia viene
declinata attraverso le tonalità, in un continuo sottrarsi alle attese di rapiti
spettatori.
Con l'inizio della seconda parte subentra la sensazione di essere entrati
in un luogo più caldo e intimo, nel cuore del concerto: qui
Caetano
Veloso propone le Mùsicas storiche del proprio repertorio
e nuove interpretazioni, accompagnandosi con la sola chitarra e coinvolgendo
il pubblico, prendendolo per la mano come un innamorato lungo le spiagge di Bahia.
Canzoni eseguite senza fronzoli, quasi schizzate, vengono semplicemente dipanate
una dopo l'altra: Vocé è linda,
Cuccuruccu Paloma,
Coraçao Vagabundo. Caetano rende complice la platea
con Terra, il cui refrain viene ripetuto da
tutti infinite volte, mentre con Eu sei que vou te amar
rende omaggio ai padri della Bossa nova Antonio Carlos Jobim e Vinicius
de Moraes. La bellissima Por quem è
la conferma di una vena compositiva ancora viva e capace di entrare in contatto
con il senso più profondo delle cose, oltre esibire il bellissimo colore del registro
acuto del cantante. Merita inoltre segnalare la struggente versione della canzone
francese La mer di Charles Trénet,
pervasa da un'intensa saudade e dedicata a un amico scomparso.
Nella terza parte
Caetano
Veloso invita
Stefano
Bollani sul palco e i due propongono un'emozionante
Meu Bem, Meu Mal e un'interpretazione sofisticata
di Come prima di Tony Dallara, che si
rivela sorprendentemente fresca, distante dalla versione del celebre "urlatore"
e forse rappresenta una prima bozza dell'idea di presentare insieme un disco di
canzoni italiane. La chiusura spetta all'intero gruppo del progetto "Carioca" insieme
a Veloso. Trilhos urbanos,
De noite na cama e
A voz do morro danno vita a una rara alchimia
tra la verve ritmica del gruppo del pianista italiano e la calda intimità del cantautore
brasiliano. Alla fine la sensazione diffusa dei presenti all'Arena Santa Giuliana
era di non aver assistito semplicemente a un concerto diviso in tre parti, ma all'esibizione
di un'unica creatura con un corpo fremente e un cuore palpitante.
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Data pubblicazione: 30/07/2008
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