Caetano Veloso, Cê ao vivo
Venezia, Teatro La Fenice, 28 0ttobre 2007
di Giovanni Greto
Umbria
Jazz 2006 - Photo by Giorgio Alto
Mancava da diversi anni
Caetano
Veloso dalla città lagunare. L'ultima volta, causa lavori in corso dopo
l'orrendo rogo che aveva distrutto lo storico teatro, si era esibito al Palafenice,
una tensostruttura provvisoria situata al Tronchetto, dove confluiscono i pullman
turistici, ci sono i garages per le auto e il grande mercato ittico. Caetano è apparso
in ottima forma fisica, contento di cantare in un teatro "così bello", come
lo ha definito conversando con il pubblico, e, forse, almeno inizialmente, un po'
intimorito. Il concerto si è sviluppato in un unico set durato poco più di due ore,
nel quale abbiamo ascoltato 27 brani, compresi i due bis.
Caetano era accompagnato da un trio di musicisti
giovanissimi, vestiti, come lui del resto, informalmente e a proprio agio con un
look "rock". L'ensemble era guidato dal chitarrista e direttore musicale Pedro
Sa e completato da Ricardo Gomes al basso e alla tastiera e da Marcelo
Callado alla batteria. Caetano ha eseguito ben nove dei dodici brani contenuti
in Cê, disco del 2006,
cui ora, sulla falsariga delle sue ultime produzioni, è seguito il CD e il DVD,
Cê' ao vivo. Personalmente, un disco come
Cê, si lascia ascoltare ma senza grandi emozioni, ad eccezione della sua voce,
sempre ben gradita. Caetano lo preferiamo quando interpreta ballate romantiche e
riesce ad inserire nei suoi testi ritmi tradizionali e peculiari della musica brasiliana.
Comunque
Veloso è sì un cantautore, ma anche un maitre a penser,come
appare dalla lettura della sua interessante autobiografia, "Verdade Tropical".
Inoltre ha sempre evitato, e di questo bisogna dargliene atto, sia di riproporre
stancamente le medesime composizioni, sia di incidere dischi solamente per onorare
un contratto. Cê, un disco nato "in un momento particolare della mia vita,
mentre mi stavo separando dalla mia seconda moglie dopo 18 anni...", presenta
dei testi in un certo senso "arrabbiati", forse valvola di sfogo per questo
suo momento delicato, come "Homem", che inizia
con "Non provo invidia per la maternità, né per l'allattamento, non provo invidia
dell'adipe, né della mestruazione...", il tutto sorretto da uno scarno accompagnamento
di chitarra che potrebbe ricordare l'atmosfera di canzoni beatlesiane come "Getting
better". E ancora da Cê citiamo "Minhas lagrimas"
quasi un blues, dedicato a Michelangelo Antonioni e alla immagine desolata
che il regista diede degli Stati Uniti in Zabriskie Point, film amato da
Veloso,
sebbene lo ritenga il più vulnerabile del maestro scomparso.
Silenzioso all'inizio, il pubblico si scalda mano a mano che le canzoni
si rincorrono, aiutato anche dal salterellare di
Veloso
da una parte all'altra del palco, salutando chi si trova nei palchi e, alla fine,
stringendo molte mani. Provoca lo scandire dei quarti in platea la trascinante "Odeio
(você)", "Ti odio", che sarà ripetuta anche nei bis, ma il momento,
purtroppo breve, in cui il pubblico quasi trattiene il respiro, avviene quando Caetano
si esibisce da solo alla chitarra acustica in "Coraçao
Vagabundo" e "Cucurrucucù Paloma"
e alla sola voce in "Tonada de luna llena",
le ultime due in lingua spagnola, contenute nel CD "Fina estampa ao vivo".
Il momento dura poco, si ritorna alle asprezze rock di Cê, ma ci sono due
nuovi arrangiamenti. Il primo, decisamente rockettaro per "Sampa",
in cui Veloso
descrive il suo rapporto complesso con la città di Sao Paulo. Il secondo per "Desdè
que o samba è samba" in una versione "hard" sì, ma ammorbidita da un
non fastidioso uso dello wah–wah. C'è spazio anche per due canzoni in inglese
"London London", del
1971 e "You don't Know me" del
1972, a ricordare il periodo dell'esilio, per
fuggire dalle tenaglie della dittatura. Il pubblico non se ne vuole andare ed arrivano
due bis: "Odeio", già in scaletta e "O
leaozinho", composta per il figlio Moreno, produttore di Cê e
nato, zodiacalmente, nella costellazione del leone. Finito il concerto, paziente
attesa fuori del teatro di un piccolo gruppo di appassionati, cui Caetano regala
un bacio o scrive felice con molta calma il proprio autografo.
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Data pubblicazione: 18/03/2008
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