Ubi Jazz
Postural Vertigo Quintet
S.Maria di Sala (Ve), 25 luglio 2012, Villa Farsetti
di Giovanni Greto
Walter Beltrami - chitarra Francesco Bearzatti - sax tenore e clarinetto Giovanni Falzone - tromba Stomu Takeishi - basso elettrico Jim Black - batteria
E' stato forse il concerto di maggiore interesse della 12esima edizione di Ubi Jazz,
la rassegna dei sette comuni del miranese, che ha scelto come sottotitolo ‘cultura
sostenibile'.
Un improvviso acquazzone verso le 18 ha indotto artisti ed organizzatori a trasferire
il concerto in una saletta interna. Un vero peccato, dato che la musica energica
ed esplosiva del gruppo, sembra adatta a spazi aperti, come l'immenso parco della
villa. La bravura, la tecnica, la rapidità di pensiero e un ardimentoso senso improvvisativo,
sono le caratteristiche che vengono in mente ad un primo ascolto. Una sola variazione,
rispetto alla formazione che ha inciso il primo disco, "Paroxysmal postural vertigo",
per l'etichetta Auand. Il trombettista Giovanni Falzone ha preso il posto
del violoncellista francese Vincent Curtois. Un cambiamento di cui ha beneficiato
soprattutto il sassofonista
Francesco Bearzatti,
che ha intessuto una serie di dialoghi con Falzone, potendo così prender fiato per
lanciarsi in improvvisazioni ancora più pirotecniche. In circa settantacinque minuti,
il quintetto ha proposto parte del vecchio repertorio, insieme a parecchie novità
che entreranno in un'incisione imminente.
Il nome dell'organico è preso da un disturbo capitato nell'orecchio interno del
leader, il chitarrista
Walter Beltrami,
da poco rientrato in Italia dopo una lunga permanenza in Svizzera. Capitato all'improvviso, il disordine se n'è andato dopo sei mesi nello stesso
modo in cui era insorto. Durante questo periodo, caratterizzato da sintomi di instabilità
e stordimento, con tutta una serie di effetti visivi psichedelici, il suono di Beltrami
si è tradotto in un rock potente ed aggressivo, che quasi toglie il fiato, impedendo
di pensare. Ci sono comunque in repertorio anche una ballad, intonata liricamente
dal clarinetto, un tema con un tempo dispari, sorto spontaneamente nella mente del
leader ed eseguito dall'ensemble senza difficoltà alcuna. Bravissimo, come sempre,
Jim Black, la cui fantasia, il modo di percuotere piatti e tamburi e l'uso
delle spazzole attira l'attenzione anche di uno spettatore poco addentro al jazz
d'avanguardia. Ottimo l'apporto di Takeshi, in brani decisamente rockeggianti come
"#2" e in uno iniziato solisticamente, collegando il basso elettrico con una scatola
di effetti. Ariosi i due fiati, che ce la danno dentro con tutta l'energia che in
quel momento possiedono. Il pubblico lo percepisce, non lesina gli applausi, si
sente quasi trascinato sul palco e non vorrebbe che il concerto finisse. Ma c'è
un tempo per tutto e dopo un pezzo nuovo, "The Envisioneer", i musicisti, stanchi
ma soddisfatti, salutano una platea affascinata e arricchita da una musica che sgorga
sincera, genuina e che trova uno sviluppo armoniosamente perfetto.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 07/10/2012
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