New Conversations Vicenza Jazz
XVI Edizione
"New York New York New York" - Dalla Nuova Amsterdam alla Grande Mela
6 - 14 maggio 2011
di
Gabriele Prevato
foro di Elisa Tessarin
Teatro Comunale
Domenica 8 Maggio ore 21.00 Uri Caine Ensemble "Mahler Re-Visited" Uri Caine - pianoforte Chris Batchelor - tromba Nicolas Geremus - violino Chris Speed - sax e clarinetto Danilo Gallo - contrabbasso Jim Black - batteria
Uri Caine
è noto al pubblico del festival vicentino; solamente due anni fa si era visto al
fianco di John Zorn in un applaudissimo concerto in duo. Torna quest'anno
con uno dei suoi progetti più riusciti, ovvero la rivisitazione in chiave jazzistica
del compositore classico Gustav Mahler, progetto al quale si dedica ormai da diversi
anni, avendo pubblicato fino ad ora già ben 2 cd. Il primo è del
1998, intitolato "Primal Light", il secondo
dell'anno successivo è il riuscitissimo "Mahler in Tolbach".
Chi lo conosce bene sa che la sua rilettura di Mahler (ma anche di altri classici
quali Bach, Wagner e Schumann) è tutt'altro che scontata. In questa serata il pianista
ha saputo sorprendere ancora una volta il pubblico con una esecuzione mozzafiato
che lo ha visto protagonista assieme al suo ensemble per quasi un'ora e mezza senza
pause, snocciolando una sequenza di idee dai suoi precedenti lavori, fondendole
sapientemente ai nuovi arrangiamenti sui quali sta lavorando. Il risultato è stato
ancora una volta superbo grazie anche al sostegno ritmico di Jim Black che
si è visto tributare l'applauso più lungo e caloroso. Il batterista ha già collaborato
con Uri Caine,
incidendo con lui il primo dei cd citati prima; la sua carica e precisione ritmica
mi hanno colpito, oltre ad essere l'unico tra i musicisti sul palco a suonare senza
partitura alcuna. Tutti i musicisti infatti portavano sul leggio un discreto numero
di spartiti, Uri Caine compreso, al quale quasi ad inizio concerto sono caduti
a terra, lasciandolo inizialmente infastidito, ma per nulla spaesato.
Nel flusso continuo dell'esecuzione musicale sono passati frammenti della prima
e terza sinfonia di Mahler, come pure il celebre adagietto della quinta sinfonia.
Resta però quasi impossibile da descrivere a parole la rielaborazione del materiale
musicale; la densa riscrittura ritmico-armonica per sestetto pensata dal pianista
ha tenuto costantemente incollati alle partiture i musicisti. Nonostante ciò l'
affiatamento e coesione è stato di altissimo livello, per un concerto che sicuramente
non era facile da sostenere. Un Chris Speed composto e concentrato ha saputo
cogliere le intenzioni del leader, improvvisando senza eccessi e alternando le melodiche
improvvisazioni di Batchelor alla tromba a quelle più swinganti di Geremus al violino.
Ottima prova anche per il contrabbassista Danilo Gallo, pugliese d'origine
ma veneto d'adozione, che ha saputo confermare con questo concerto di meritare i
premi della critica ricevuti nell'ultimo anno. Ottima l' intesa con Black, la sua
rilassatezza e agiatezza anche in momenti tecnicamente difficili, e non per ultimo
la presenza sul palco.
Teatro Olimpico
Mercoledì 11 Maggio ore 21.00 Hiromi Uehara "Omaggio a George Gershwin"
Hiromi Uehara - pianoforte
Orchestra del Teatro Olimpico Giancarlo De Lorenzo direttore
In un Teatro Olimpico da sold out, la pianista Hiromi Uehara ha tenuto il pubblico
incollato alle poltrone emozionandolo per ben due ore con un programma dedicato
al compositore George Gershwin.
La serata era suddivisa in due parti. La prima parte ha visto l'Orchestra del Teatro
Olimpico aprire con tre preludi per pianoforte composti da Gershwin, riscritti ed
eseguiti in prima assoluta in versione per orchestra jazz dal Maestro
Roberto Spadoni,
presente sul palco anche come chitarrista. Subito dopo ha fatto il suo ingresso
la pianista, in tenuta da gran soiree, ed assieme all'orchestra ha suonato
la celebre "Rahpsody In Blue" nella versione originale del 1924 per orchestra jazz
di Ferde Grofé. In questa prima parte è stata egregia la conduzione del direttore
De Lorenzo, che con sicurezza e disinvoltura ha saputo equilibrare l'andamento di
un'orchestra classica alla incontenibile personalità musicale di Hiromi. Anche l'orchestra
ha dimostrato di sentirsi a suo agio in un repertorio non consueto ed ha permesso
al pubblico di apprezzare e conoscere i tre preludi Gershwiniani.
Dopo una breve pausa lo spettacolo è ripreso, questa volta con la sola Hiromi sul
palco, in abiti più comodi. Ha aperto con una sua versione per piano solo delle
"I Got Rhythm Variations", lunga quasi 15 minuti. Un compendio di stilemi pianistici
jazz tradizionali, dallo stride piano alle più ardite tecniche di Art Tatum
e Oscar Peterson, da Erroll Garner a Earl Hines uniti alle
tecniche pianistiche di scuola russa e tedesca di fine '800. Sconcertante la precisione
tecnica e l'energia in una mano ed un corpo così piccino. Dopo un fragoroso applauso,
la pianista ha proseguito presentando in italiano il titolo del brano successivo
di sua composizione " Sicilian Blue". Una composizione molto bella che mescola sonorità
latineggianti, echi di Piazzolla e Gardel, ma anche molto di
Chick Corea,
delicata e intima, dedicata all'emozione provata alla vista del cielo di Sicilia.
Ha poi proseguito con lo standard "Someone To Wacht Over Me", mettendo in mostra
la sua personale tecnica e le sue finezze espressive.
Il pubblico ha richiesto ben due bis travolgendola di applausi, oltre che per la
sua bravura anche per i lunghi e sinceri sorrisi che ha saputo donare. Un talento
in tutti i sensi, complimenti.
Chiostri di Santa Corona
Mercoledì 18 Maggio ore 21.30 James Farm Joshua Redman - sax Aaron Parks - pianoforte Matt Penman - contrabbasso Eric Harland - batteria
Concerto strepitoso per la chiusura del Vicenza Jazz Festival
2011, nella splendida location dei Chiostri
di Santa Corona. Un eccezionale quartetto ha concluso in maniera esemplare un festival
che quest'anno ha proposto un cartellone ricco di grandi nomi e progetti, un festival
che cresce esponenzialmente di anno in anno.
Il progetto James Farm vede riuniti quattro vere star del mainstream contemporaneo,
ognuna con un curriculum ricco di collaborazioni e progetti di alto livello. I quattro
si sono musicalmente conosciuti per la registrazione del disco per la Blue Note "Invisible
Cinema" del pianista Parks due anni or sono, per poi proseguire la collaborazione
con questo progetto. Il concerto ha visto alternare i brani del loro cd "James Farm",
tutti molto ricercati nella sonorità quanto nel ritmo. Hanno aperto con una composizione
del batterista Harland che, a parte qualche cambio di tempo, era prevalentemente
in 5/4 e la cui pulsazione però era resa pressoché irriconoscibile dall'intricata
melodia.
Il secondo brano è stato invece di Joshua Redman dal titolo "1981",
molto energico dove il sassofonista si è dato in lunghissime e scintillanti improvvisazioni.
Eccellente "Coax" del contrabbassista Penman al centro della quale vi è stata una
lunga parte di piano solo dove Aaron Parks ha svelato la sua tecnica e melodicità,
utilizzando in prevalenza triadi maggiori e bicordi al basso, per poi portare alla
sezione finale con delle frasi suonate all'unisono tra basso e sax; così come molto
interessante per lo sviluppo ritmico-melodico, è "Bijou" suonato come uno dei bis,
introdotto da un bel solo del batterista Harland, sempre preciso e solido nel suo
drumming e dove Redman ha dato prova di maestria anche nell'utilizzo dei suoni sovracuti.
Groove ed energia sono forse due parole che ben sintetizzano questo concerto che
ha intrattenuto e deliziato tra il pubblico anche un folto numero di personalità
e musicisti del jazz-set veneto ed emiliano.