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Time in Jazz
digit@l trance
11/15 agosto, Berchidda (OT)
di
Antonio Terzo

Partito con Montalbae in, un concerto all'alba di Paolo Fresu e Alborada String Quartet "Scores" che tuttavia è stato interrotto dopo neppure una mezz'ora a causa delle cattive condizioni di tempo, anche quest'anno il Time in Jazz di Berchidda (e dintorni) ha offerto tanta musica, di quella che probabilmente – se ne dia atto al direttore artistico Paolo Fresu – difficilmente si sarebbe potuta ascoltare altrove. All'insegna dell'ampio ombrellone tematico di quest'anno, il binomio "digit@ltrance", la rassegna ha infatti espresso tutta la trasversalità delle esperienze musicali che lo stesso Fresu ha maturato nel corso dei suoi ultimi incontri.

Per ragioni tecniche, il filone "digitale" è stato riversato sul palco centrale di Piazza del Popolo a Berchidda, dove la prima serata, l'11 agosto, è stata inaugurata dalla Magnetic North Orchestra del pianista-tastierista norvegese Jon Balke, organico che mira ad intrecciare il jazz, la classica e le percussioni africane: ed infatti corde vibranti percosse dai crini di un archetto e violini trasformati in strumento di cadenze piuttosto che di melo-armonie costituiscono il substrato su cui Balke libera le sue distaccate frasi al piano. Tromba e sax – che insieme al piano rappresentano la componente jazzistica del progetto – refrattariamente si uniscono alla combriccola musicale: ad una visione d'insieme ne risulta una musica nervosa e magnetica. Soprattutto quando, come nel secondo brano, il portamento ritmico si fa più lento e cascante, ed il piano si distende sulle ritmiche dei due percussionisti Ingar Zach e Helge Norbakken, seguito dal falsetto del trombettista Per Jorgensen e dal sax soprano di Fredrik Lundin. Passione e temperanza caratterizzano l'esecuzione successiva, protagonisti rispettivamente il piano ed il violino, su cui si affastellano poi tutti gli altri per un affascinante dialogo strumentale, mentre sul finale emerge con maggiore personalità il vocalese di Jorgensen. Sullo sfondo di una coreografia cromatica realizzata con la proiezione a schermo di colori ora fluidi e caldi, ora più taglienti e polari, il concerto si avvia a conclusione, con un ultimo brano in cui risalta la struggente combinazione fra gli archi e la voce, deposta sul consueto tappeto percussivo. Un progetto in cui le differenti componenti sonore, pure ben amalgamate, non riescono a fondere le rispettive individualità in un insieme organico dotato di una propria impronta, se non nei frangenti in cui il leader, affidandosi alla loro stratificata orchestrazione, vi imprime il proprio tocco di raffinato improvvisatore.

Più interessante almeno sotto l'aspetto compositivo lo spettacolo della Celtic Procession del chitarrista Jacques Pellen, con le Brittany Bagpipes. A sottendere questa formazione è la ricerca di Pellen (nato a Brest, in Bretagna), rivolta innanzitutto verso il "temperamento" e l'applicazione dei micro-intervalli alla polifonia, da cui l'adozione delle tradizionali cornamuse celtiche (la cui tonalità soffre in senso "ortodosso" di una certa imprecisione) e l'accoglimento di figure di spicco del jazz europeo, come Fresu – fiatista che conosce bene le potenzialità del proprio strumento in senso microtonale – ma anche Kenny Wheeler, Riccardo Del Fra, Gildas Boclé. Un'esibizione che vede il coinvolgimento di Karim Ziad alle percussioni, ultima acquisizione al gruppo, che garantisce la prestanza dei ritmi africani, e quello non occasionale di Paolo Fresu. La cifra qui è marcatamente folklorica, sebbene la profonda conoscenza della chitarra da parte di Pellen e l'apporto di Fresu sbilancino sensibilmente l'asse verso una musicalità più improvvisativa. Il digitale e l'elettronica la fanno da padroni, con Fresu stesso che si avvale, ormai sempre più spesso, di un octaver/harmonizer che infonde particolare profondità al suono già avvolgente del suo flicorno: presenti la tradizione delle danze bretoni il cui periodare rende convulsi i fiati, commista alle sonorità più familiari dei violini in un 7/4 in cui l'assolo di chitarra valorizza gli spunti arabeggianti, o certe accentazioni tzigane attenuate dagli unisoni fra il flicorno del sardo e la voce di Erik Marchand – insieme al quale Pellen e Fresu formano un trio stabile. Un'introduzione in coppia fra chitarra e contrabbasso - squillante la prima, civettuolo il secondo - per il brano Iwan Gamus, in cui Fresu, alla tromba con sordina, interagisce ancora con il vocalista. Il programma si arricchisce ora delle composizioni per cornamusa di Patrick Molard: si innestano così le cinque Bagpipes (oltre a Molard, Pascal Guingo, Yann Cariou, Hervé Le Floch, Yann Palliet) che eseguono il tema, quindi gli archi ed il flauto, in un magma sonoro che individua perfettamente il sound della variegata compagine. A seguire Venus jig, con esposizione del violino e sottolineature delle cornamuse, e per il finale torna Fresu che si alterna alla tromba sordinata ed al flicorno, cui fa eco ancora la suggestiva voce di Erik Marchand a chiosare la ricchezza di colori di un concerto in cui il jazz funge prevalentemente da incontro di generi e culture.

Preceduto dalle nenie taumaturgiche dei cantori-incantatori-percussionisti-danzatori Gnawa di Sidi Mimoun, le cui filastrocche e movenze rituali nella tradizione marocchina indurrebbero la trance a fini di purificazione, altro appuntamento serale in piazza con la "corrente digitale" è, venerdì 12, quello di Bugge "Boogie" Wesseltoft e la sua New Conception of Jazz, una sorta di sincretismo fra l'interesse per molteplici generi musicali – soul, classica, avanguardismi e jazz – e le sue principali passioni, ossia tastiere ed elettronica in tutte le sue forme, spalmate su basi ritmiche molto groovy e tanta improvvisazione. Si comincia con un'introduzione dai discordanti echi "satiniani" al piano, che Wesseltoft poi lascia a ripetere l'ultima frase campionata, per passare alla consolle sui cui effetti entrano a poco a poco gli altri strumenti – il basso di Ole Morten Vaagan, Andreas Bye alla batteria, Richard Gensollen su percussioni ed elettronica ed il dj Jonas Lonna –, mentre il leader fa la spola fra piano e campionatore. Raffinato il suo "nu jazz", algidi i loop, nordiche le ambientazioni del suo piano, per il quale l'estemporaneità gioca comunque un ruolo importante: abile nell'uso dei dispositivi elettronici, nel loro impiego dal vivo, nella "cattura" delle frasi immediatamente dopo averle suonate… Piano elettrico per il secondo brano, finissima la rete di armonici dai piatti di dj Lonna, che cura anche le suggestive proiezioni sullo schermo alle spalle del gruppo, sia graficamente trattate che senza filtri: un'autostrada, volti, case, metropoli, prati, cieli aperti... Dalla sua postazione Wesseltoft solleva e sovrappone panneggi di ricorrenze ritmiche, giri d'accordi, sezioni campionate, per poi svolgervi sopra un'altra delle sue appassionanti invenzioni all'impronta. Ed il coinvolgimento della piazza è tale che poco a poco il pubblico si alza e prende a ballare: che sia questa la "Nuova concezione del jazz", combinazione fra la musica di qualità, l'improvvisazione ed il divertimento di coloro a cui piaccia pure muoversi?

Eppure è nella dimensione acustica che gli stessi protagonisti dei concerti di cui fin qui s'è cercato di dar conto hanno emozionato di più, complici, forse, le particolari locations scelte per le varie ambientazioni musicali che hanno contribuito non poco allo straniamento della trance.

A cominciare da Jon Balke & Bugge Wesseltoft piano duo di venerdì 12 agosto (alle 11), in cui i due pianisti si sono divertiti a suonare "insieme" e "contro". Tenutosi nella cornice suggestiva e dalla meravigliosa acustica circolare del Santuario di San Paolo Eremita di Monti in quel di Olbia, alla presenza di circa 400 spettatori stipati dentro e fin davanti l'ingresso, stante l'esiguità dei posti a sedere, i due pianisti si sono spalleggiati in vorticosi turbiníi di note, ma anche in intensi momenti lirici dalle tenui tinteggiature artiche, hanno giocato a farsi la guerra a colpi di tamburello e si sono scontrati nell'uso percussivo delle corde interne dei rispettivi pianoforti, incantando gli astanti con rapsodie e bolero, ballads ed improvvisazioni libere. E nonostante l'uso "improprio" dello strumento – corde interne stoppate o pizzicate, pestaggi di tasti e rumoristiche varie – il loro tocco elegante e la raffinatezza del loro gusto musicale e soprattutto esecutivo hanno pienamente soddisfatto. Di particolare coinvolgimento i crescendo dei due pianoforti ed il pizzicato interno di Wesseltoft sul finale dell'improvvisata scaletta.

Trascinante anche il bis, su un pedale ritmato di Wesseltoft, Balke sviluppa un intervento libero che passa per il ragtime e tocca la vera essenza della musica e dell'incontro dialettico fra questi due eclettici musicisti: la percussione di Balke sul tamburello contemporaneamente all'articolazione pianistica, Wesseltoft che gli dà supporto nei mille modi che la sua fantasia gli consente, l'invito dell'uno all'altro insistendo su una certa frase per entrare in simbiosi interpretativa, il walking bass di Balke – in echi ellingtoniani – su cui adesso è Wesseltoft ad intrecciare una libera improvvisazione. Senza dimenticare i finali, i quali anziché ripetersi all'infinito nel tentativo di dare una cesura "canonica" a ciò che di "canonico" ha ben poco, terminano ironicamente con un semplice sguardo fra i due ed una frase lasciata in sospeso: ed anche questo è jazz.

Altrettanto efficaci emotivamente sono stati i Triptyque, trio costituito da una costola della Celtic Procession, con Jacques Pellen alla chitarra, Jacky Molard al violino e Patrick Molard alle cornamuse, esibitisi venerdì 12 agosto alle 18. Inizio in assolo di flauto, che soffia mischiato alla leggera brezza, delicato e bucolico, intonato al paesaggio e agli stati d'animo dei presenti, stesi sul prato antistante la Chiesa di Nostra Signora di Castro ad Oschiri. E l'umore agreste viene enfatizzato dalla danza che allegra intona come secondo brano: i suoni si fanno più celtici, con tipici strumenti di questa cultura a cavallo della Manica, ed anche il lieve zefiro sembra tenere il tempo a chi, chiusi gli occhi al tiepido sole, riesca a sentire e partecipare alla trance, sul lento e cadenzato motivo esposto da cornamusa scozzese e violino… Dopo una mulinante danza primaverile cadenzata da colori e sfumature tonali, subentra un frangente più riflessivo in assolo arpeggiato da Pellen, con bassi scoccati dal violino filtrato da un octaver. In risposta si invertono le parti ed il violino adesso sigla un intervento ricco di acciaccature sorretto dalle armonie della sei corde; a seguire la cornamusa con la sua voce cantilenante segna un momento straniante sdoppiato dall'unisono finale con il violino. Patrick Molard presenta la biniou kohz, tradizionale cornamusa bretone, con cui esegue It should've happened a long time ago di Paul Motian, più acuto il registro, guizzante negli attacchi. Da sottolineare ancora due composizioni di Jacky Molard, Venus jig e The last change, struggenti, che completano il range di sfumature che le diverse radici semantico-musicali intrecciate dai Triptyque incarnano.

Di particolare intensità il solo piano di Jon Balke, sabato 13 agosto nella Chiesa di San Michele, poco fuori Berchidda (alle 11): questa volta però il pianoforte è posizionato all'esterno della piccola chiesetta di campagna, sotto i rami di alcuni grandi ulivi che concorrono a rendere ancora più suggestiva l'atmosfera. Balke inizia a picchiettare le corde dall'interno del suo piano, con un pizzicato simile ad una "spinetta", ma nonostante le "trovate acustiche" i brani sono meditativi, e Balke sembra scovarne e leggerne i temi sulle foglie dell'albero che sovrasta pianoforte e pubblico, fra i cui rami s'aprono squarci di cielo azzurrissimo da cui attingere per gli accordi, intrisi d'una malinconia tutta nordica, discontinue scale discendenti a colorare il clima "boreale", impetuosi stati d'animo vibrati da forti sulle note gravi si alternano a tenui arpeggi sulla sezione medio-alta; quindi il tema, che riporta alla nostalgica tranquillità d'inizio brano, con largo movimento. Sperimentatore nel campo della ricerca acustica, Balke adesso con la sinistra introduce un dizionario tascabile all'interno del piano e va spostandolo a seconda delle armonie che richiama con la destra, creando un effetto mosso stoppato che funge d'accompagnamento alla melodia generata dagli armonici. Per il pezzo successivo, un alone di mistero circonda le sue dissonanze armoniche sulle quali danza il motivo appositamente scritto per il coreografo italiano Francesco Scaletta: arpeggi stretti sugli acuti, mentre i registri più gravi assecondano gli ampi respiri della semplice linea tematica.

La performance prosegue, il pianista norvegese continua a tirar fuori dal suo cilindro musicale svariati oggetti, questa volta una pallina da ping pong, che utilizza per sfregare le corde del pianoforte e successivamente produrre un glissato irregolare facendola scorrere su corde adiacenti nel senso della lunghezza: e sul ronzio dato dalla pallina traccia con la sinistra un minimale disegno melodico sui medi che fa più irreale l'ambientazione. Piccoli affreschi sonori, ognuno dei quali è siglato da un fragoroso applauso, in contrasto con l'assoluto silenzio che gli ascoltatori, tutt'intorno al suo piano, riservano alle sue esecuzioni, e quasi ad ogni brano Balke si diverte parimenti a presentare un nuovo oggetto – una palla di gomma, dei campanellini, perfino un piccolo aggeggio a batteria che induce delle micro-vibrazioni alle corde del piano. E se pure la musica potrebbe essere definita come "arte d'organizzare suoni e silenzi in successione nel tempo", il piano solo di Jon Balke avrebbe comunque il merito di riuscire a fermare gli orologi del pubblico presente, facendo cadere in trance perfino il tempo.

 







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Bergamo Jazz 2010: "Tocca sempre a Bergamo il compito di inaugurare la nuova stagione del jazz in Italia, dall'alto di una tradizione di scintillante fattura, impreziosita dalla seconda conduzione artistica di Paolo Fresu, il cui obiettivo quest'anno è stato quello di concentrarsi su alcune delle correnti che attribuiscono al genere nuova linfa." (Vittorio Pio)

12/04/2010

Paolo Fresu e Ralph Towner per Veneto Jazz Winter 2010: "Ottime, tecnicamente inappuntabili e fantasiose, le improvvisazioni di entrambi...90 minuti di musica che ritempra lo spirito e mette tutti di buon umore." (Giovanni Greto)

13/03/2010

14ma edizione di Parma Jazz Frontiere 2009, "A viva voce": "E' una rassegna piena di coraggio. L' artista oggi si trova davanti tante porte. Magari dietro molte di queste porte non ci sono percorsi da seguire. Ma bisogna aprirle ugualmente e rischiare, perchè senza ricerca e senza rischio c' è la cristallizzazione, che è nemica dell'arte. Un festival non deve far solo ascoltare il noto ed il già sentito. Non deve invitare solo i musicisti più che conosciuti, o invitarli solo perchè americani e-o afro-americani." (Marco Buttafuoco)

26/12/2009

Musica Dentro (Paolo Fresu)- Marco Buttafuoco

20/12/2009

Musica Dentro: a Sassari si racconta Paolo Fresu. Il trombettista di Berchidda ha presentato al Conservatorio il suo libro insieme a Salvatore Mannuzzu e Flavio Soriga. Il racconto diventa musica per il pubblico, numeroso ed emozionato come in concerto. (Luigi Coppola)

06/12/2009

Eventi in Jazz 2009: la perla d'autunno. "Una manifestazione che è cresciuta nel tempo soprattutto dal punto di vista qualitativo e che è riuscita ad uscire dai confini del territorio, diventando una tradizione da non perdere e una rassegna che per costanza, qualità e importanza dei musicisti invitati, si piazza tra i più interessanti festival europei." (Alessandro Carabelli)

22/11/2009

Chiaroscuro (Ralph Towner & Paolo Fresu)- Gianmichele Taormina

07/11/2009

Replay (Raffaele Casarano & Locomotive) - Alceste Ayroldi

19/09/2009

XXII Edizione del Festival Internazionale Time in Jazz dedicata all'Acqua: "Forse, mai come stavolta, si è percepito tra i cultori del jazz e delle sue variabili una simbiosi tra musica e luoghi intesi come mondo in cui vivere. Nei giorni del festival, ogni artista, ogni singola nota, ogni messaggio ha ribadito che anche attraverso la musica si può - anzi, si deve - offrire il proprio contributo per tenere in vita nel miglior modo possibile per noi e per coloro che arriveranno, un mondo che oggi appare offeso e trascurato nelle sue risorse essenziali: tra queste l'acqua, nelle sue forme e mutazioni in parallelo con le infinite combinazioni musicali." (Viviana Maxia)

04/08/2009

Da Umbria Jazz 2009: Guinga "Dialetto Carioca" con Gabriele Mirabassi & Lula Galvao; Gianluca Petrella Cosmic Band con Paolo Fresu: cronaca di una rivoluzione Jazz; Chick Corea & Stefano Bollani Duet; Richard Galliano Quartet Feat. Gonzalo Rubalcaba, Richard Bona, Clarence Penn (Enrico Bianchi)

20/07/2009

Dall'8 al 30 maggio si è tenuta a Cagliari la 12a edizione della Rassegna "Forma e Poesia nel Jazz". Jazz: come dalla forma può scaturire la poesia. Chiacchierata con Nicola Spiga sulla rassegna jazz di primavera. (di Viviana Maxia)

03/07/2009

Paolo Fresu Devil Quartet, Tom Harrell, Jerry Bergonzi al Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine, diretto da Francesco Cafiso: "...una manifestazione che vuole crescere, quest'anno la rassegna si internazionalizza, grazie alla presenza di musicisti molto apprezzati in Europa e nel mondo." (Antonio Terzo)

06/06/2009

Think (Paolo Fresu & Uri Caine)

19/04/2009

"Let's Get Lost: Chet Baker ed il Messaggio nella Bottiglia" nell'ambito del Piacenza Jazz Fest ideato da Luca Bragalini con conferenza e concerto con il Paolo Fresu. (Stefano Corbetta)

13/04/2009

Ethos (Quartetto Alborada)

02/11/2008

"Arkitekturae", la ventunesima edizione della rassegna "Time in jazz", creatura musicale sarda di Paolo Fresu, ha avuto come protagoniste le architetture nel senso più ampio del termine. (Viviana Maxia)

14/09/2008

Jazz al Metropolitan a Palermo: "Particolarmente vicina alle più disparate tendenze della musica contemporanea è stata quest'anno la rassegna "Musiche al Metropolitan", indetta dall'omonimo cine-teatro palermitano che non a caso ha voluto cambiare il nome rispetto alle edizioni precedenti, intitolate Jazz al Metropolitan." (Antonio Terzo)

20/08/2008

Südtirol Jazzfestival Alto Adige 2008: "Nove giorni di festival itinerante in Alto Adige, curati dall'infaticabile Klaus Widmann e da un gruppo di ottimi collaboratori. Musica, spesso ottima; paesaggi e località incantevoli; buona accoglienza, grandi vini e cibi locali. Un insieme delizioso, disturbato solo da alcune fastidiose bizze atmosferiche, che hanno costretto gli organizzatori a spostare alcuni concerti in spazi all'interno." (Enzo Fugaldi)

15/06/2008

Paolo Fresu - Richard Galliano - Jan Lundgren Trio: "Era l'appuntamento più atteso dell'intero festival "Forma e Poesia nel Jazz", come dimostrato dal numeroso pubblico accorso, per un quasi scontato sold out." (Enzo Saba)

28/10/2007

Sotto la consueta direzione artistica di Paolo Damiani, si è tenuta la XXVII edizione di Roccella Jazz Festival 2007, intitolata "Al tempo che farà": "...un'edizione di "Rumori mediterranei" che certo resterà fra le migliori dell'intera storia del festival" (Enzo Fugaldi)

01/10/2007

Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla)

30/09/2007

Festival "Note di Notte 2007" con Paolo Fresu e Uri Caine in un duo che ha saputo craere "pagine di musica indimenticabili" e Raffello Pareti, Mauro Negri e Bebo Ferra "per un evento musicale che ha ancora una volta confermato la bontà e l'universalità del jazz italiano" (Giuseppe Mavilla)

16/09/2007

Decima edizione di "Jazz in parco" a Nocera Inferiore che ha "dato al pubblico un'offerta di differenti modalità e impronte della musica jazz contemporanea, con artisti provenienti trasversalmente da nazioni ed esperienze completamente differenti." (Luigi Spera)

13/08/2007

Anthony Braxton Sextet e Paolo Fresu & Uri Caine al Piacenza Jazz Fest 2007 "...frutto dei risultati ottenuti con lo stupore e la solidità di chi è riuscito a trasformare, in soli quattro anni, una sparuta serie di appuntamenti musicali in un festival." (A. Armando - L. Schiavone)

16/07/2007

Carla Bley "The Lost Chords" incontra Paolo Fresu: "...speriamo che l'insistenza con cui il pubblico ha richiesto inutilmente un ennesimo bis sia servita almeno a convincere la Bley e Fresu a non fare di questa collaborazione soltanto un episodio, seppur straordinario." (Dario Gentili)

08/07/2007

Rosso, Verde, Giallo e Blu (Paolo Fresu Quintet)

30/06/2007

Guinga - Mirabassi Duo e Carla Bley & The Lost Chords find Paolo Fresu aprono la XII^ edizione di delle "New Conversations" di Vicenza Jazz 2007. (Giovanni Greto)

28/06/2007

Nuova gallery con le foto di Marco D'Amico.

17/06/2007

Paolo Fresu & Uri Caine Duo al Teatro Lirico di Cagliari: "I due rispolverano con stile sobrio grandi pezzi del passato senza mai forzare ed è come assistere ad una chiacchierata tra amici sinceri che si ricordano vecchie storie vissute insieme raccontandole in modo asciutto, limpido, ogni tanto infervorandosi come se stuzzicati da un buon bicchiere di vino rosso." (Enzo Saba)

11/05/2007

Nuova gallery per le foto di Elena Venier

19/03/2007

Gianmaria Testa e Paolo Fresu duo al Folk Club: "Il suono del flicorno precede il musicista di Berchidda e gli apre la strada grazie alla quale raggiungerà Gianmaria Testa e soprattutto le sue parole, la sua melodia. Fresu raccoglie il cantare dell'artista piemontese e lo segue, in una improvvisazione costante, sia con la tromba sia con effetti elettronici, dialoga con lui con la conseguenzialità di chi è sempre e comunque in ascolto." (Alessandro Armando)

25/02/2007

Paolo Fresu al Pub Il Moro (Francesco Truono)

09/02/2007

Umbria Jazz Winter: "La quattordicesima edizione di Umbria Jazz Winter è stata contrassegnata dall'incontro tra il jazz e la canzone d'autore: un binomio che molti anni fa negli Stati Uniti ha prodotti quei famosissimi standards su cui i jazzisti di tutto il mondo continuano ancora oggi ad improvvisare. Questo "fenomeno" ha raggiunto ormai da anni anche nel nostro paese, ed ha contribuito a rafforzare un'identità troppo spesso condizionata dagli stereotipi d'oltre oceano." (Marco De Masi)

08/02/2007

Insectet (Insectet)

05/01/2007

JAZZin': a photografic story by Luca Buti

08/10/2006

Stefano Bollani a Berchidda in un concerto per Quintetto e Caterina: "Bollani pone la qualità narrativa dei suoi brani al servizio del racconto, ma non sfugge mai alla tentazione di improvvisare qualcosa di astruso ... " (Roberto Botta)

11/08/2006

Il Blue Note Records Festival a Gand in Belgio, crocevia di artisti, suoni, ritmi per amanti della musica jazz e non solo. Un pubblico accorso da ogni parte del Belgio, dalla limitrofa Francia e dall'Olanda, un menù musicale di ampia scelta e qualità. (N. Guida & T. Van der Aa)

31/07/2006

Legend (Raffaele Casarano & Locomotive)

13/05/2006

Sound & Score (Barga Jazz)

01/05/2006

Italian Trumpet Summit a Chiasso: "L'evento ha indubbiamente rappresentato una evidente dimostrazione dell'ottimo livello raggiunto dai jazzisti italiani che meritatamente si sono imposti in ambiti internazionali, riscuotendo i meritati riconoscimenti e consensi." (Bruno Gianquintieri)

11/03/2006

Il Paolo Fresu Quintet alla Maison Musique

07/02/2006

Una "Italian Jazz Musicians Gallery" a cura di Jos L. Knaepen

20/11/2005

Danilo Rea e Gianluca Petrella: gli Italiani di Berchidda: "...l'interpretazione jazz dei capolavori di De Andrè mette in rilievo la sensibilità musicale di Rea..." - "Senza nulla togliere al collega jazzista e ad altri artisti pure di riguardo, quale gladiatore di quest'estate jazz-festivaliera possiamo additare Gianluca Petrella..." (Antonio Terzo)

29/10/2005

A riconferma della peculiarità del Time in jazz di Berchidda, esclusiva è stata l'iniziativa realizzata sotto il nome di TEE - TrancEuropExpress con la collaborazione delle Ferrovie della Sardegna e Paolo Fresu nelle vesti di capotreno...(Antonio Terzo)

05/06/2005

Kosmopolites (Paolo Fresu Quintet)

11/12/2004

XVII Festival Internazionale "Time in Jazz" a Berchidda: "...La Follia, questo era il titolo di quest'anno, follia intesa come imprevedibilità del processo creativo che sta alla base di qualsiasi arte, non solo quella musicale." (Fabio Pibiri)

18/10/2004

Caro Nanni (Sax Four Fun)

03/10/2004

Intervista a Paolo Fresu: "...ritengo che Miles sia stato un grande artista contemporaneo alla stregua di Fellini, Picasso. Cioè di qualcuno che ha lasciato un segno nel '900..." (Alceste Ayroldi)

14/08/2004

Scores (Paolo Fresu)

04/07/2004

Uri Caine e Paolo Fresu per Musicus Concentus: "...per questi due musicisti la tradizione è un'identità in cui riconoscersi ma allo stesso luogo da cui partire e dirigersi altrove..." (Dimitri Berti)

13/12/2003

Uri Caine e Paolo Fresu: "Il loro incontro è prima di tutto la fusione di due straordinarie sensibilità artistiche, il segreto dell'equilibrio sottile tra la coscienza viva del passato e la necessità dell'innovazione, della ricerca..." (Francesco Lombardo)

24/11/2003

Intervista a Paolo Fresu: "Per me è stato molto facile entrare nel cuore del mondo del jazz...vengo da un paese isolato, da una tradizione familiare assolutamente non di musicisti...a un certo punto mi sono ritrovato a vivere di musica senza neppure averlo deciso.". (Antonio Terzo)

19/01/2002

Jim Hall & Paolo Fresu con la Milan (R)evolution Orchestra, Freddy Cole & Woody Herman Orchestra. Due concerti del ricco cartellone degli Aperitivo in Concerto 2001 al Teatro Manzoni.





Video:
Angelique Kidjo (1) - Time in jazz 2009
Chiesa di San Michele (Berchidda), 15 agosto 2009: esibizione di Angelique Kidjo, cantante del Benin....
inserito il 15/08/2009  da Irenemail - visualizzazioni: 5447
Angelique Kidjo (3) - Time in jazz 2009
Chiesa di San Michele (Berchidda), 15 agosto 2009: esibizione di Angelique Kidjo, cantante del Benin....
inserito il 15/08/2009  da Irenemail - visualizzazioni: 4975
Paolo Fresu Devil Quartet
Concerto del 19.12.2008 al Ueffilo Gioia del Colle...
inserito il 20/12/2008  da movida1975 - visualizzazioni: 5295
Jazz istruzioni per l'uso paolo fresu
...
inserito il 14/05/2008  da esomare - visualizzazioni: 5951
Paolo Fresu Quintet backstage 2007
Il backstage del Paolo Fresu Quintet al Vasto festival 2007...
inserito il 06/12/2007  da jazzconvention - visualizzazioni: 5188
Fabrizio Bosso - The Italian trumpet summit 2007
Fabrizio Bosso " There is no greater love", Time in Jazz Festival.Berchidda, Sardegna.12-08-2007...
inserito il 23/10/2007  da cicciolele1980 - visualizzazioni: 5087


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Data pubblicazione: 23/10/2005

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