Jazz no parque Mario Laginha e Convidados Oporto, 16 luglio 2011 di Francesco Martinelli
"Jazz no parque", Jazz nel Parco, promosso dalla Fondazione Serralves
nella sua splendida area verde a poca distanza dalle scoscese stradine del centro
storico di Oporto, è uno dei più longevi festival jazz portoghesi, celebrando quest'anno
la sua ventesima edizione. Sotto la direzione artistica dell'esperto Antonio
Curvelo, ha presentato in quattro consecutivi sabati del Luglio
2011 quattro concerti di livello assoluto: il
quartetto di
Charles
Lloyd, Bigmouth di Chris Lightcap, un inedito incontro
tra le tre trombe di Dave Douglas, Avishai Cohen ed
Enrico Rava,
e il trio con Mario Laginha, Julian Arguelles e Helge Norbakken.
E' quest'ultimo che abbiamo scelto di ascoltare, dato
che Laginha è soprattutto noto da noi come eccellente accompagnatore di Maria
Joao, più che come leader. Nato a Lisbona nel 1960, il pianista ha invece al
suo attivo una ragguardevole carriera che lo colloca, assieme a Bernardo Sassetti,
ai vertici di popolarità del jazz lusitano. Formatosi classicamente e da sempre
fortemente interessato alla composizione, ha messo in evidenza una curiosità a 360
gradi, dedicandosi via via a progetti che l'hanno visto impegnato in arrangiamenti
di musica indiana ("Cor"), di quella brasiliana ("Chorinho Feliz")
e della composizione classica contemporanea ("Duetos", con Pedro Burmester,
in cui presenta interpretazioni di Ravel, Copland e Barber tra gli altri). Il suo
ultimo lavoro, dal titolo "Mongrel" - meticcio – è dedicato a Chopin, ed
è un album smagliante in cui le composizioni del pianista polacco vengono con assoluta
naturalezza trattate come fossero di Porter o Gershwin: temi standard su cui esercitare
la propria fantasia e creatività. Assistito da una brillante presa del suono e da
due affiatati compagni, Laginha mostra grande autorevolezza nell' "aggiustare" le
melodie di Chopin, con valzer che passano in 4/4, e armonie che semplificate rivelano
una insospettata modernità e vicinanza al jazz; il Cd si è giustamente piazzato
in cima alle classifiche del jazz portoghese nel 2010. Il festival di Oporto l'ha
invitato a proporre una produzione speciale per le celebrazioni del ventennale,
e Laginha ha risposto chiamando due tra i musicisti con cui nel corso degli anni
ha collaborato più intensamente: Arguelles infatti faceva parte addirittura del
suo primo gruppo nel 1994, e questo stesso trio si era già esibito in una serata
che è rimasta nella storia del festival. Infatti dieci anni fa il concerto annunciato
nel "campo da tennis" del parco era stato spostato in fretta e furia all'interno
per la pioggia, ma la limitatezza dei posti aveva costretto il trio a tenere due
concerti di seguito per poter soddisfare tutti i convenuti!
Malgrado
un vento abbastanza insistente e nuvole che passavano sopra il parco mettendo gli
organizzatori in agitazione, questa volta invece il concerto si è tenuto regolarmente,
fatta eccezione per alcuni passaggi di jet in atterraggio che hanno in qualche occasione
disturbato ascoltatori e musicisti. Il materiale con cui il trio si misurava era
tutto nuovo, sostanzialmente una suite di composizioni originali del leader, che
servivano da piattaforma di lancio per estese improvvisazioni. Complici forse le
non ideali condizioni ambientali – vento, rumori – e la mancata familiarità con
i brani, il trio si è dimostrato un po' teso nella esposizione dei complessi ed
accuratamente arrangiati temi di Laginha, in cui si incontrano la sensibilità jazzistica
con la ricchezza melodica della musica portoghese e in genere europea con una specifica
componente latina – e a volte latino-americana.
Caratteristica del sound del trio una grande precisione e una trasparenza cristallina,
cui contribuiscono lo stile misurato del pianista, la chiarezza timbrica di Arguelles
e lo stile unico di Norbakken, con un set percussivo del tutto personale capace
di grande ricchezza ma mai soverchiante (malgrado fisicamente il nordico sovrastasse
gli altri due colleghi, piuttosto minuti, con un effetto che non ha mancato di divertire
il pubblico al momento dei saluti). I momenti migliori del concerto sono stati quelli
in cui la musica ha liberamente preso quota nelle improvvisazioni: spettacolare
l'assolo percussivo di Norbakken, misurato ma espressivo Arguelles,
e scintillante Laginhas.
Accanto al festival jazz, l'attivissima Fondazione oltre che mostre temporanee
organizza altre attività musicali, che in Giugno hanno visto la presenza tra gli
altri di William Winant, Chris Corsano e Zeena Parkins; il
giorno successivo al concerto di Laginhas, lo stesso spazio ha ospitato la raffinata
ricerca su timbri e droni del duo di Stephan Mathieu e David Maranha,
caratterizzato dall'uso di una antica tastiera a cui venivano applicati una serie
di e-bows, creando un complesso gioco di risonanze e battimenti: musica ambientale,
in cui si inserivano senza violenza i rumori del parco e anche, entro certi limiti,
il rombo degli aerei.
Ci sono molti motivi per visitare Oporto – la bellezza della città, la giustamente
rinomata produzione vinicola, la ricca ed economica cucina, la Casa della Musica;
il museo della Fondazione Serralves, al centro del suo sterminato parco, e il suo
programma di iniziative musicali ne aggiungono un altro, e non dei minori.