Jazz Groove I^ Parte (Gennaio-Marzo 2013) Mestre (Ve), Auditorium del centro culturale Candiani
di Giovanni Greto
20 gennaio 2013 Omar Sosa Piano Solo Omar Sosa
- pianoforte
17 febbraio 2013 Marc Ribot Ceramic Dog Marc Ribot - chitarre elettriche, voce
Shahzad Ismaily - basso elettrico, tastiere, voce
Ches Smith - batteria, elettronica, voce
24 Marzo 2013 Giovanni Guidi New Quintet Shane Endsley - tromba
Dan Kinzelman - sax tenore
Giovanni Guidi - piano
Thomas Morgan - contrabbasso
Gerald Cleaver - batteria
Continua la programmazione jazz, ma non solo, del circolo Caligola,
attento a cogliere al volo le proposte più interessanti, straniere o italiane non
ha importanza, purché accomunate da gusto e qualità. Si è inoltre rivelata azzeccata
la scelta di un orario tardo pomeridiano (le 18:00) e di un giorno, la domenica,
che in questo modo trova una nuova linfa vitale.
Omar
Sosa indossa sempre lunghi caffettani, si posiziona nella pedana portando
una candela, un simbolo di spiritualità, mentre con una stoffa scaccia gli spiriti
maligni. Inizia con un estratto di 30 minuti da ‘Miriam', una lunga suite eseguita
di solito insieme ad una ballerina dello Zimbawe. Anche se si capisce che la presenza
di una danzatrice – e Sosa stesso si è augurato di tornare insieme a lei al Candiani
– potrebbe essere importante per cogliere il significato narrativo, immerso nell'oscurità
alla luce di una candela, il suono del pianoforte acustico, le improvvisazioni e
uno stile contrassegnato dal ritmo, Sosa attira ogni minuto di più l'attenzione
della platea, che rimane, per così dire, affascinata. Nel repertorio ci sono anche
brani di pop melodico con venature classicheggianti, forse a ricordare un'iniziale
preparazione eurocolta. Ma sono le danze tradizionali Yoruba, come in "Engun",
a trasportare in una cultura diversa, che attira l'ascoltatore occidentale. Convincente
anche un episodio alla Kalimba o Sanza, il cosiddetto piano a pollice, in "Low
Kalimba Restir", nel quale la religiosità si fa più evidente. E poi grazie ai
delay e ai loop percussivi, non c'è bisogno di percussionisti in carne ed ossa in
un brano come "Last Letter Y Rumba", che concluderebbe un intenso ed unico
set. Ma l'ora non è ancora tarda, il pubblico si è scaldato, l'artista avverte le
buone sensazioni e dunque regala tre bis, tra i quali "Brisa" del 1996, incisa
per il primo LP di piano solo.
Di nuovo un tutto esaurito per il trio guidato dal chitarrista
del New Jersey Marc Ribot. "Ceramic Dog", letteralmente "cane di ceramica"
è un'espressione che sta a significare il gelo sotto il quale si cela l'emozione,
il cane fotografato nel momento in cui gli si rizza il pelo prima di un combattimento,
gli innamorati che si guardano fisso nel volto, assumendo un'espressione catatonica.
Insieme da quasi cinque anni, i musicisti sono apparsi molto concentrati, attenti
ai cambiamenti musicali e di atmosfera, dettati dal leader. Interessante la postura
adottata da Ches Smith, spesso sorpreso a suonare stando all'inpiedi, un piatto
della batteria in posizione altissima, abile nelle manipolazioni elettroniche e
nel creare situazioni sonore di disturbo, memore forse di un'attrazione giovanile
verso il punk. La musica rivela molteplici influenze. Si parte da un rock-punk che
nell'evolversi del concerto pone attenzione al blues, alla musica cubana – Ribot
anni addietro aveva licenziato due divertenti cd con "Los cubanos postizos"-,
al funk, al jazz. Ma la caratteristica avvertita dall'orecchio è l'improvvisazione
e un voler in qualche modo dissacrare, senza intenti blasfemi, sparando colpi al
mainstream, l'espressione jazzistica tradizionale, come nell'originale e lunga versione
di "Take Five", applauditissima, dove la chitarra esegue il tema spostandone
le tonalità e ripetendo più volte frammenti di frasi, nella versione originale eseguiti
un'unica volta, con uno stile chitarristico più vicino a quello dei vecchi Cream,
piuttosto che all'algidità del sassofono contralto di Paul Desmond. C'è inoltre
il piacere per i momenti ad altissimo volume, l'ossessione e la ripetizione di brevi
frasi, i colpi superaccentati prima di uno stop, le pause silenziose utili a riflettere
e a ripartire. Ribot si dedica anche al canto, dimostrando un'efficacia ed una genuinità
che riscattano le imperfezioni. Ostinato il pulsare del basso elettrico di Shahzad
Ismaily, anch'egli attentissimo ai mutamenti ritmici e in grado di alternare lo
strumento a corde ad una piccola tastiera. Nella scaletta mestrina hanno trovato
posto alcune tracce del nuovo Cd "Your Turn", appena uscito e stampato dall'etichetta
tedesca Yellowbird.
E' cresciuto con il trascorrere del tempo il concerto del nuovo quintetto americano
di Giovanni Guidi, apparso, nonostante la giovane età, capace di tenere in
pugno i musicisti, lasciandoli liberi di improvvisare, anche se in realtà è lui
ad indicare la strada da percorrere, brano dopo brano. Ci sono anche degli obbligati
per i fiati, molto attenti, generosi, instancabili senza mai apparire ridondanti.
Il contrabbasso ascolta, si inserisce in punta di piedi, ma quando si crea uno spazio,
il brano sembra esplorare nuovi orizzonti. Ottimo Gerald Cleaver, dietro ai tamburi,
percossi sia leggermente, soavemente, sia con vigore senza mai cadere in eccessi
sonori e costruendo dei brevi, quanto efficaci assolo, optando per lo snare drum
liberato dalla cordiera, forse per privilegiare il discorso melodico. Il set unico
ha seguito una trama di brani originali, senza una scaletta, tra delicate ballads,
accenni di calypso, atmosfere circensi e un pianismo percussivo, a tratti free.
Straniante, nella concitazione generale, l'effetto di un tremendo colpo sulla tastiera,
che ha troncato tutto allo scopo di ripartire con un altro tipo di espressione.
Due i bis, entrambi riletture. Il primo, "Quizas, quizas, quizas" ha nobilitato
una ballabile canzone popolare cubana, con eleganza di fraseggio e un volume sonoro
quasi sussurrato. Il secondo ha fatto apparire ancor più morbida e sognante "By
the river", una celebre composizione di Brian Eno.
Ma Jazz Groove non si esaurisce qui. A dispetto della crisi,
il circolo Caligola ha annunciato altre cinque date, due in aprile e tre in maggio,
tutte con orario serale.