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Omar Sosa
Calma
Otà (2011)
1. Sunrise
2. Absence
3. Walking Together
4. Esperanza
5. Innocence
6. Oasis
7. Aguas
8. Looking Within
9. Dance of Reflection
10. Autumn Flowers
11. Reposo
12. Madre
13. Sunset
Omar Sosa
- pianoforte, Fender Rhodes (#3, #6), effetti
Otá Records - distr. Egea (2011)
Un musicista solitamente estroverso come
Omar
Sosa decide di dedicarsi un momento di riflessione, una pausa e incide
questo cd in solitudine: "Calma", dove dominano l'introspezione, la quiete,
i toni soffusi, la pace. Siamo lontani dal latin-sound che contraddistingue sue
precedenti incisioni. Anche nelle note di copertina si precisa questa intenzione.
E' un disco che scaturisce da improvvisazioni elaborate dall'intimo, una sorta di
diario dell'anima. E' quasi una suite, che si sviluppa come un specie di autoanalisi
comunicata attraverso le note del pianoforte.
Tutti i motivi stazionano su tempo moderato o lento. Le belle melodie prendono
forma con circospezione, accennate dalla tastiera e poi presentate con discrezione,
quasi con pudore. In diverse tracce, però, le meno riuscite, compaiono pur in modo
non molto invasivo, effetti elettronici e il fender rhodes. In questi casi sembra
che
Omar Sosa voglia amplificare la sua confessione, renderla più manifesta,
uscendo fuori dal suo "privato" per arrivare a coinvolgere un pubblico più vasto.
C'è il sospetto che questo tipo di scelta sia stata fatta, comunque, proprio per
non deludere quanti lo seguono e hanno una determinata percezione del "sound" tipico
del musicista cubano. Una concessione "dovuta" ad un pubblico sicuramente abituato
ad una musica meno "meditativa" e più ritmica, "di movimento". Intendiamoci, il
pianista ha un tocco prezioso, una tecnica sicura e la capacità di marcare i chiaroscuri
nelle sue composizioni con una particolare attenzione verso le dinamiche. I paragoni
con i più affermati interpreti del piano solo, però, ci stanno tutti e qualche debito
nei confronti di
Keith Jarrett
sicuramente lo paga. Ad un esame svolto più a fondo si può intravvedere la sua origine
"latina", pur in un discorso solitario assolutamente lontano dagli aromi e dai colori
del centro o del sud America. La pronuncia, il modo di procedere, in modo implicito,
svelano, infatti, le radici culturali del protagonista del disco.
Fra i titoli migliori si segnalano "Absence" con un motivo malinconico, reso in
modo essenziale, senza ricami e svolazzi, ma con una cura notevole nella sottolineatura
degli elementi drammatici del brano con quegli accordi a spezzare e a sottolineare
una voce interiore impegnata sommessamente a cantare.
Conquista, poi, la gioiosa "Dance Of Reflection" con una melodia di facile presa
su cui il pianista gioca, illustrando il tema in modi diversi con variazioni semplici,
leggere, ma assolutamente adeguate e coinvolgenti.
In conclusione "Calma" è un disco emotivamente partecipato, con qualche "astuzia"
che si può anche perdonare ad un artista molto dotato, che ha scelto di mettersi
in gioco con una realizzazione distante dal suo cliché abituale. E questo è, ad
ogni buon conto, un atto di coraggio.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/11/2011
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