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Ivan Mazuze
Nadzuti
Etnisk musikklub (2012)
1. Ndzuti
2. Nwana Wa Ku Kasa
3. Celina
4. Chant Des Immigrants
5. Pé Descalco
6. Conversations
7. Nguni
8. Ritmo De La Vida
9. Mosambik
10. Ma'Gogo
11. Satyagraha
Ivan Mazuze - soprano and tenor saxophones, flute, vocals, handclaps, guiro, shakers Ragnhild Tveitan - tenor saxophone Sheldom Blackman - vocals Valter Mabasso - acoustic guitar André Viervoll - acoustic piano, guiro, triangle Olav Torget - guitar, electric guitars Marten Kristiansen - acoustic guitars and double bass Isildo Novela - bass Deodato Siquir - drums Sidiki Kamara - percussion Ricardo Sanchez - percussion
Guest artists
Manou Gallo - vocals Omar Sosa - acoustic piano and vocal Hanne Tveter - vocals
E' una piacevole scoperta il giovane sassofonista africano
Ivan Mazuze. Nato e formatosi
in Mozambico, dopo otto anni di studio di pianoforte classico si dedica al sassofono
e si laurea in Etnomusicologia presso il Dipartimento di Jazz ed Etnomusicologia
dell'Università di Città del Capo, in Sudafrica.
Ndzuti, che in un'antica lingua del sud del Mozambico significa ombra, è
la seconda fatica dopo l'album di debutto del 2009
Maganda.
Il progetto ci offre una vera commistione di generi che si abbracciano e si sfiorano:
troviamo ritmi, percussioni e melodie dell'Africa meridionale ed occidentale che
duettano con melodie latino-americane.
La complessità ritmica accompagna l'intero album e il timbro pulito e cristallino
del sassofono si fonde perfettamente con le intromissioni e i colori sudamericani
della cantante norvegese Hanne Tveter (Pé Descalco, Ritmo De La Vida). Il
lavoro incalza e si perde trascinato dall'idioma africano, ma ci pensa l'ottimo
pianista André Viervoll a riportare il jazz e blues in primo piano (Celina, Ritmo
De La Vida).
Si potrebbe parlare di un album dalle sonorità "world music", in realtà è l'Africa
che in tutte le sue (ri)flessioni riempie con gioia e vitalità lo spazio
musicale.
Tra gli ospiti d'eccezione, oltre alle cantanti Manou Gallo e Hanne Tveter troviamo
il pianista
Omar
Sosa che in Conversations esplora con accordi ancestrali tutte
le sonorità delle sua terra. Nel brano Nguni un pianismo sincopato e tribale
si staglia all'orizzonte come d'incanto.
In copertina lo stesso Mazuze guarda con consapevolezza la sua ombra al sassofono,
pronto a ricordarsi delle proprie origini e dell'imprescindibile legame con la sua
terra, ciò non gli impedisce di aprirsi alle suggestioni del jazz contemporaneo.
Nicola Barin per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 31/08/2014
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