"Cinema songs", la serata della magica
e romantica melanconia
6 dicembre 2008 - Hotel Gio' Jazz Area - Perugia
di Marcello Migliosi
foto di Giancarlo Belfiore
"Theme from Schindler's List" in Re minore, mentre sul grande schermo
del palco del Hotel Gio' Jazz Area scorrono immagini - live visuals - che tutti
vorremmo dimenticare, ma che dimenticare non dovremo mai…E' la Cracovia del 1939
quando l'imprenditore Oscar Schindler brucia tutti i suoi averi per salvare ebrei
dalla persecuzione nazista. Il film è, rigorosamente, in bianco e nero, tranne quando
si spegne la candela e la bambina dal cappotto rosso. Con gli occhi verso l'alto,
suona...lui è
Danilo
Rea...lui e il suo pianoforte sulle immagini del premio oscar Steven
Spielberg. Di lui scrive Luana Pioppi: "La sua interpretazione era carica
di emozione e di passione…un crescendo di passione in un'esecuzione a tratti travolgente,
per poi ritornare ad una calma apparente".
Il sestetto di
Rea
ha rappresentato "l'arco drammatico" del testo filmico, a trailer, proposto per
"Cinema songs", terzo dei sette appuntamenti del Jazz Club Perugia. Platea in "sold
out" da settimane perché sul palco, di lì a poco sarebbe salito un altro monumento
della canzone e della musica d'autore italiana: Gino Paoli accompagnato oltre
che da
Rea, da
Marco Tamburini alla tromba,
Marcello
Sirignano al violino, Franco Testa al basso,
Ellade
Bandini alla batteria e dalla voce di Diana Torto. Prima della
grande opera di Spielberg le immagini e la rilettura de: "L'amore
è una cosa meravigliosa", brano che i "sei grandi" hanno proposto in
Si bemolle maggiore: fabula e intreccio per una delle pellicole più romantiche della
storia del cinema. E poi ancora "The way we were",
il celebre "Come eravamo" di Sidney Pollack (anno
1973) interpretato da Barbra Streisand e Robert Redford; "Moon
River", forse il brano con maggiore marca semantica jazzistica, tratto
da "Colazione da Tiffany" (1961 con Audrey
Hepburn e George Peppard); una versione strumentale per "The
Mission", con Robert De Niro; "Someday My Prince
Will Come" tratto dal lungometraggio animato della Walt Disney, "Biancaneve
e i sette nani".
Dopo la pausa sul palco dell'Auditorium sale Gino Paoli…E' "magnetico",
ma stanco il grande cantante…Si comincia con il pubblico subito in estasi. Con una
tonale sul Si bemolle è "Vivere ancora" (tratto
da "Fine della rivoluzione")…e poi via via a seguire: "La
Bella e la Bestia" (tema dell'omonimo cartone animato della Walt Disney)
e "C'era una volta il west", film di Sergio
Leone del 1968. "…un giorno dopo l'altro
la vita se ne va…e la speranza ormai è un'abitudine…", quando Paoli canta
Tenco sono tanti gli occhi che si inumidiscono di lacrime, vuoi perché il
brano di per sé è di una melanconia immane, ma anche perché ricorda la tragedia
del cantante di Cassine che si suicidò a Sanremo nel 1967.
L'originale è in Fa maggiore, Paoli e sestetto in Si bemolle…ma la struggente magia
resta la stessa. Tutto questo mentre sullo schermo scorrevano le immagini del film
"Le inchieste di Maigret", investigatore nato dalla fantasia e dalla penna
dello scrittore Georges Simenon. E poi ancora "As Time
goes by" (tratto dal celebre "Casablanca") e "La
Strada", lungometraggio realizzato da Federico Fellini nel
1954 con Giulietta Masina, Antony Quinn, Nino Rota
e Zampanò. Toccante è stato anche l'omaggio che Gino Paoli ha voluto dedicare
anche al neorealismo italiano ma anche ad Anna Magnani, di cui ricorre quest'anno
il centenario della nascita. Il concerto è terminato con "Senza
fine"…Applausi e richieste di bis, ma Gino ne ha concesso uno solo: "Una
lunga storia d'amore".
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 13/12/2008
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