(To) Be in Jazz
Gianluca Petrella e Antonello Salis
A Sassari l'insostenibile Leggerezza del Jazz
Sassari, Teatro Civico / 9 dicembre 2007
di Luigi Coppola
Gianluca Petrella e
Antonello
Salis incantano la settima edizione To Be in Jazz, dedicata quest'anno
al trombone. Teatro Civico gremito e standing ovation la strenna natalizia sassarese.
"How Far Will You Go!"…come lontano potrai andare...recita il motto stampato
sulla schiena del pianista. Shirt mezza manica su jeans e nike che comandano i ritmi
incessanti dei piedi. La bandana azzurra completa il profilo segnato da ispanico
underground di Manhattan. Se le apparenze ingannano, sotto il felino che strapazza
e snatura l'andante classico del piano YAMAHA, si svela la sardità indigena di uno
dei musicisti che meglio incarna le radici autoctone.
Antonello
Salis saltella con le dita sulla tastiera come un gatto scosso da continue
scariche elettriche. I ritmi accelerati e surreali, mi riportano nella fantasia
adolescenziale le impossibili avventure nei cartoni animati di Tom & Jerry, muti,
ma commentati in colonne sonore familiari. Invenzioni percussive a lui solo concesse
che contaminano sacro e profano. Bacchette da batteria suonate sulle corde del piano,
un quaderno usato da piatto, per attutirne le note dei martelletti, un bicchiere
di plastica rotto, aggiunto al cocktail di suoni che prevedono anche il battito
a tamburo dello sgabello dove siede ed i noti stridolini gutturali che non mancano
mai. Estremo uso della pop art nell'espressione musicale o viaggio nella ricerca
di nuovi orizzonti inesplorati. L'arcano rimane fascinoso proprio perché lascia
aperta ogni soluzione all'immaginazione ed alla fantasia della proposta jazzistica,
assecondata nell'evoluzione al piano del musicista isolano, dall'estro di un'altra
colonna del jazz italiano,
Gianluca Petrella.
Una simbiosi perfetta quella dei due musicisti, nonostante vi sia come unica differenza
che li separa la distanza anagrafica. La bocca dello strumento, imbracciato dall'allievo
di Enrico
Rava, avvolge il microfono senza mai toccarlo, come un guanto delicato.
Ottanta minuti di musica, cavalcati come una romanza: dai tratti impetuosi,
dolci, senza alcuna sosta, né spartiti, roba per pochi eletti. Il fiato del giovane
trombonista è intervallato da virtuosismi che ne esaltano la cifra. Stravagante
o geniale, sicuramente efficace: il trombone smontato e collegato come terminale
ad un bicchiere di plastica o chiuso da una personalissima sordina, la ventosa di
uno stura fontana. Il fischio zanzara, prodotto sempre con l'orifizio dello strumento,
fluidificato con cura dal tubetto che lo stesso trombonista ripone sul palco, dà
agio al partner pianista di realizzare divertenti parodie al piano. Dilatata in
particolari fraseggi e standard, "Let my fire"
di Jim Morrison.
E' ora del brindisi, offerto in questa seconda domenica di dicembre dalle
cantine Sella & Mosca. I musicisti cercano di congedarsi dal pubblico (anche
in piedi) che affolla platea e loggione del bellissimo ristrutturato teatro Civico.
La standing ovation richiama due volte il duo che non può esimersi dai consueti
bis. La rassegna To Be in Jazz, dedicata quest'anno, dall'associazione
Blue Note Orchestra, al trombone.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 04/02/2008
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