Enrico Rava e Andrea Pozza Giovedì 27 dicembre 2012 - Auditorium E. Montale – Teatro Carlo Felice –
ore 21.00 Passo Eugenio Montale - Genova
di Gianni Montano
foto di Roberto Cifarelli
Enrico Rava
ha una dichiarata predilezione per i duetti con il pianoforte. Ha, infatti, collaborato
fra gli altri con D'Andrea, Pieranunzi, Bollani per non parlare di Ran Blake in
campo internazionale. Con Andrea Pozza
esiste una lunga consuetudine: sono stati ospiti vicendevolmente in progetti a nome
di uno o dell'altro fino a quando il musicista genovese è entrato a far parte del
suo quintetto, dal 2004 al 2008, con cui ha inciso per la ECM "The words and
the days".
A Genova si sono esibiti presso l'auditorium
Montale, una raccolta sala ricavata al di sotto del "Carlo Felice", il prestigioso
tempio genovese dell'opera lirica e della musica sinfonica.
Il programma ha abbracciato noti standards, quali "The man I love". "Cheek
to Cheek" o "Dear old Stockholm", omaggi alla musica brasiliana, come
"Estrada branca" di Jobim e cavalli di battaglia quali "Certi angoli segreti",
la composizione a cui il trombettista torinese è più legato. Insomma Rava ha dato
fondo alle sue passioni: brani riletti già da suoi idoli quali Miles Davis o
Chet Baker,
la bossa nova e il brano originale che ritorna ciclicamente nei suoi concerti e
nelle sue incisioni. Pur con queste premesse, si può affermare che l'esibizione
sia stata fortemente condizionata dalla presenza dell'alter ego Andrea Pozza.
Trovandosi di fronte a un pianista fortemente plasmato nella tradizione, Rava ha
giocato di sponda, di rimando. I brani si aprivano sempre con un solo della tromba
che dava il là alle improvvisazioni del pianista. Colpiva il contrasto fra un fraseggio
lirico, composto delle uniche note necessarie, senza esagerare, di
Enrico Rava
e le armonizzazioni più lussuose e piene di intarsi di Andrea Pozza.
Il trombettista non è un virtuoso in senso stretto, ma ha la capacità di far sentire
la storia degli stili del jazz in ogni suo intervento, semplicemente perché anche
lui stesso fa parte di questa vicenda, ne è stato e ne è ancora protagonista. Il
suo eloquio è, poi, attentissimo alle dinamiche. Quando sale e forza lo strumento,
le sue note si stagliano fragili ma potenti, ricche di suggestioni antiche e modernissime.
Andrea Pozza
interpreta sé stesso. E' da trent'anni sulla breccia a servizio di un jazz puro,
ma non purista. E' in possesso di una tecnica considerevole e conosce a perfezione
il repertorio degli standards. Questo gli permette di aggiungere o togliere ogni
volta qualcosa nell'esecuzione, come chi padroneggia una materia e può giocarci
a suo piacimento.
Il numeroso pubblico ha apprezzato la performance dei due musicisti,
tributando convinti applausi all '"enfant du pays", Andrea Pozza
e ovazioni al ligure di adozione almeno, collegato al capoluogo da una lunga residenza,
musicista internazionale nell'approccio e nella caratura artistica:
Enrico Rava.